Acquisto Catania Spuntano Lo Monaco e anche Gaucci

Di Redazione / 29 Marzo 2016

Non si è fermato nulla, nemmeno durante le brevi vacanze di Pasqua. Anzi, negli ultimi dieci giorni, dopo che abbiamo raccontato i nuovi movimenti che si sono creati intorno al calcio Catania e alle possibili trattative per la cessione del club, di novità ne sono maturate parecchie. Novità che ruotano intorno al lavoro-lavorìo che sta facendo sotto traccia il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ma anche sui contatti e sugli avvicinamenti che sono stati tentati, realizzati o per il momento ancora mancati da altri soggetti che ruotano intorno a questa storia.

Dopo le indiscrezioni trapelate due settimane fa, a proposito dei contatti che il sindaco Bianco ha avuto con alcuni imprenditori italiani e stranieri che sarebbero interessati a trattare l’acquisto del Catania, è scesa una cortina di silenzio su quel che sta facendo l’amministrazione comunale. «Se ci saranno novità – dicono dall’entourage di Enzo Bianco – così come è accaduto in passato, verranno comunicate ufficialmente dal sindaco stesso. Sia se dovessero esserci sviluppi positivi, sia nel caso in cui non si dovesse arrivare a nessuna soluzione concreta». Insomma, cala un silenzio che starebbe a metà tra il prudenziale e lo scaramantico, ma, soprattutto, quel che si vorrebbe evitare è che un continuo venir fuori di notizie, mezze notizie, false notizie, possa allarmare i gruppi imprenditoriali che hanno chiesto estrema riservatezza e massimo riserbo sino a quando non ci saranno passaggi concreti da (eventualmente) comunicare.

VERTICE SINDACO-FINARIA

Ma Bianco, anche se nessuno lo conferma, sarebbe andato avanti sulla sua strada ed avrebbe incontrato prima delle vacanze di Pasqua, il nuovo consiglio d’amministrazione della Finaria. Il sindaco ha visto il presidente, il commercialista Davide Franco, l’avvocato Mancuso e il prof. Caruso gli altri due componenti del Cda. Un incontro, ovviamente, voluto per una duplice e complessa questione: la prima perché si tratta del vertice di uno dei gruppi che resta ancora oggi tra i più importanti nel panorama economico-finanziario di questo territorio, dunque con un ruolo importante e delicato legato al rilancio delle imprese collegate alla holding che fa capo a Nino Pulvirenti.

Una holding che fatturerebbe all’incirca ancora oltre 120 milioni di euro e che, tra attività di ricettività alberghiera, aziende agricole, rete dei supermercati e strutture sportive oltre al calcio Catania, impiega ancora un numero considerevole di persone. Chiaro che è interesse del sindaco provare a capire in un confronto diretto con il nuovo Cda del gruppo, quali siano le intenzioni e le potenzialità con cui la holding vuole rilanciarsi. Il secondo aspetto, ovviamente, è quello più strettamente legato al calcio. Bianco ci sta lavorando e nell’incontro avrebbe fatto cenno anche a questo aspetto specifico, cercando di capire quale sia oggi l’orientamento del nuovo consiglio d’amministrazione del Catania.

Per quel che si è capito nelle ultime settimane, e cioè da quando Davide Franco e gli altri sono entrati a pieno regime nella gestione della holding, anche la cessione adesso è questione che viene trattata direttamente dal Cda, per quanto resti attivo ed operativo ai fini dei contatti e dei riscontri per le condizioni chieste per trattare lo studio legale Abramo. Ma è il Cda che ha in mano le carte delle società di Pulvirenti, dunque anche quelle del Catania, e per questo Bianco, seppur in maniera molto discreta, non essendo certamente la cessione del club oggetto principale dell’incontro, avrebbe anche cercato di capire quale sia la linea che il Cda intende seguire.

Su questo non dovrebbero esserci novità rispetto a quanto comunicato sino a qualche giorno fa: società in vendita, si pensa a scindere l’asset, dividendo, eventualmente, titolo sportivo e Centro di Torre del Grifo. La società chiede quelle credenziali bancarie, chi vuol trattare deve rispettare le condizioni per avviare il dialogo. Un segnale Bianco lo aveva lanciato qualche settimana fa, quando aveva fatto capire che un gruppo che aveva preso contatti con i legali del Catania, si era sentito chiedere un deposito cauzionale giudicato esagerato. E l’auspicio era che, volendo davvero avviare un negoziato, il Catania ridimensionasse quella fidejussione richiesta. Sarebbe da escludere che Bianco abbia parlato di questo particolare con Franco e gli altri membri del Cda, limitandosi, comunque, a ricordare quale sia oggi l’atmosfera che c’è in città, la difficoltà oggettiva per tutti di andare avanti in uno stato di costante scontro che non aiuta certo il Catania a ritrovare serenità e risultati.

Ma Bianco, appunto, si sarebbe limitato a mandare segnali al Cda della Finaria, non dovendo, né potendo, essere lui ad aprire un tavolo di trattative. Piuttosto il lavoro che il sindaco starebbe ancora portando avanti è quello di provare ad assemblare quel gruppo di imprenditori italiani e stranieri che avrebbero mostrato interesse a rilevare il Catania e che sarebbero anche interessati alla costruzione del nuovo stadio. Operazione strategica sotto il profilo finanziario, ovviamente, tanto che Pulvirenti sperava di potere avviare questo progetto pur dopo la retrocessione in Serie B ed aveva acquistato anche il terreno in contrada Jungetto.

Tanto più oggi con il Catania in Lega Pro, imprenditori che dovessero imbarcarsi in questa avventura con il calcio, con la speranza di tornare rapidamente nel calcio che consente gestioni non soltanto cacciando fuori soldi dai portafogli, ma con cespiti vari che ricominciano dalla B per essere di nuovo piccole miniere in Serie A, potrebbero vedere nella realizzazione del nuovo stadio un affare interessante e di prospettiva. In questa ipotesi il sindaco ha fatto capire che ci sarebbe il suo massimo impegno, e ovviamente dell’intera macchina politica e amministrativa della città, per potere arrivare al varo di un progetto simile. Bianco rivedrà nei prossimi giorni alcuni di questi imprenditori, anche per capire se, nel frattempo, ci sono stati ulteriori sviluppi negli approcci tra uffici legali delle due parti.

ALTRI FRONTI APERTI

Dunque su un fronte Bianco direttamente, ma si lavora per lo meno su altri due versanti, su cui si va facendo più chiarezza in questi giorni. Confermata la notizia che un gruppo messicano ha chiesto nei mesi scorsi allo studio legale Abramo, attraverso un commercialista romano, di potere avviare una trattativa. Al gruppo sono state chiese le credenziali bancarie, sino a qualche giorno fa, però, non era arrivato nulla.

Ma il gruppo c’è, così come è da tempo attiva anche una cordata di imprenditori stranieri che hanno come interlocutore l’ex direttore generale del Catania, Pietro Lo Monaco. E’ il gruppo cui Lo Monaco ha fatto riferimento durante la trasmissione di Antenna Sicilia, Insieme, alcune settimane fa e che avrebbe fatto un passo indietro, secondo Lo Monaco, per la richiesta di una fidejussione esorbitante, addirittura, ha detto l’ex dg, di 100 milioni. Cifra smentita dalla Finaria che, al contrario, avrebbe detto che la cauzione non raggiungerebbe questi livelli economici. Fatto sta che secondo tante voci, tutte molto concrete, la cordata c’è, Lo Monaco pure.

Se sia la stessa che fa riferimento ai messicani non è chiaro, anche perché, appunto, nessuno ha voglia, né ritiene giustamente utile, mettersi in mostra in questa fase di grande confusione. Si tratta di capire se ci sono stati altri approcci, se continua l’interesse del gruppo che starebbe valutando l’ipotesi di impegnarsi in attività legate al calcio italiano, valutando non soltanto la serie da cui partire, l’interesse maggiore sarebbe ovviamente per qualche club di A, ma anche la piazza e le sue potenzialità.

RISPUNTA ANCHE GAUCCI

C’è un terzo personaggio che si sta muovendo intorno al Catania, e la storia, se confermata, avrebbe del clamoroso. Perché anche Riccardo Gaucci ha chiesto notizie allo studio legale Abramo e vorrebbe incontrare i legali della società rossazzurra per avere un quadro della situazione e capire se ci siano i margini per trattare l’acquisto. Gaucci è stato il protagonista del ritorno del Catania in B, poi cedette proprio a Pulvirenti la società, nel momento in cui, tra l’altro, cominciavano quei rovesci che avrebbero messo in poco tempo in grave crisi l’impero di Luciano Gaucci, trascinando anche i figli in quella deriva.

Oggi Riccardo, che ha ancora parecchi amici a Catania, pare voglia mettere insieme un gruppo di imprenditori e capire se ci sia un percorso per rientrare. Clamoroso, appunto. Ma a questo punto è possibile tutto, ed esattamente anche il suo contrario. I tifosi vorrebbero solo certezze, ma oggi questo è il quadro. E, prima di tutto, c’è una salvezza della Lega Pro da centrare.

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