Santa Rosalia
Il Festino, un viaggio cominciato 400 anni fa
Nel 1624 il ritrovamento del corpo miracoloso della “Santuzza”, simbolo di rinascita e di speranza. Ricco calendario di eventi
Quest’anno ricorre l’anniversario dei 400 anni dal ritrovamento del corpo miracoloso di Santa Rosalia, la Patrona di Palermo chiamata affettuosamente dai suoi devoti e dai cittadini la “Santuzza”. Quest’anno si celebra un viaggio cominciato nel 1624, all’insegna di storia e tradizioni, folklore e devozione che vivrà il suo momento culminante nelle giornate del Festino: 14 e 15 luglio. Santa Rosalia è simbolo di rinascita e di speranza: a Lei i palermitani si sono sempre rivolti nei momenti più difficili, a Lei affidano le preghiere, a Lei riconoscono la guida spirituale della città. Un ricco calendario di eventi festeggerà la Santuzza: si parte in questi giorni, si proseguirà fino al 2025, animando Palermo e buona parte della provincia. Un calendario che ha visto collaborare il Comune di Palermo e l’Arcidiocesi di Palermo, tra momenti religiosi ed eventi culturali: i festeggiamenti dell’anno rosaliano rappresentato un elemento di forte attrattiva e di grande suggestione per i letterati e gli artisti e, oggi, per i turisti che, in quei giorni, si trovano a visitare Palermo.
«Sarà un Festino diverso da tutte le altre edizioni – dice il sindaco Roberto Lagalla – senza tralasciare il rispetto per la tradizione e l’aspetto religioso. Un Festino che, sono sicuro emozionerà e sorprenderà il pubblico con un corteo inedito che animerà contemporaneamente tutto il cassaro con due Carri e quattro sante co-protagoniste della Festa. Tutto ciò porta la firma di Marco Balich, direttore artistico di fama internazionale, che è rimasto incuriosito e affascinato dall’idea di raccontare Santa Rosalia e credo che questo sia un aspetto che può renderci orgogliosi e permetterà di amplificare il racconto di Palermo e delle sue tradizioni oltre la Sicilia. A chiudere il corteo del 14 sera ci sarà, poi, uno spettacolo di giochi d’artificio al Foro Italico che illuminerà Palermo per una intera ora. Inoltre, abbiamo immaginato una marcia di avvicinamento alla serata del 14 luglio, sia i palermitani che i turisti potranno assistere a tre spettacoli che si ripeteranno tra mercoledì 10, giovedì 11 e sabato 13 luglio tra i Quattro canti e la chiesa di Santa Maria della Pietà. Rappresentazioni che celebrano ovviamente la Santuzza, anche queste a cura della direzione artistica di Balich».
Il culmine dei festeggiamenti si ha nei giorni 14 e 15 luglio. La maggior attrazione del 14 è rappresentata dal Carro Trionfale, una gigantesca macchina scenica realizzata per la prima volta nel 1686, alla cui sommità troneggia la statua di Santa Rosalia, coronata di rose, il quale percorre il Cassaro, ovvero via Vittorio Emanuele, fino a Porta Felice, accompagnato da musici e cantori, la giornata si chiude con gli spettacolari giochi pirotecnici a mare. Il 15, invece, è dedicato alla festività religiosa con la processione dell’urna argentea, contenente le reliquie della Santuzza, lungo le vie del centro storico. La devozione palermitana per Rosalia è profonda e contraddittoria come tutte le cose di casa nostra. Profonda perché il palermitano non si accontenta di celebrarla una volta sola. Ha bisogno di due date: il 15 luglio e il 4 settembre. A metà luglio, è la Santa a scendere in città circondata dall’amore e dalla devozione di migliaia di persone; il 4 settembre (giorno della nascita della Santa), sono i palermitani che ricambiano la visita, quando fanno l’acchianata, cioè vanno a piedi lungo l’antica strada che dalle falde porta alla grotta sul Monte Pellegrino. Il luogo deputato dell’incontro tra la Santa e la cittadinanza, nel Festino di luglio, è il Foro Italico che, per l’occasione si riempie di bancarelle dove si replica un rito gastronomico legato all’evento. Ci sono i mulunari con le angurie che galleggiano nelle vasche di acqua ghiacciata, i venditori di fichi d’india, i venditori di calia e simenza, ovvero ceci tostati e semi di zucca, ma, dove si possono anche gustare i luppini, le fave secche tostate, i cruzziteddri (castagne secche), la cubbaita (dolce di zucchero), la mandorlata e la nocciolata, ma il Festino è, soprattutto, il trionfo dei babbaluci.
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