Vogliamo trasformare la casa in un luogo che accoglie, cura e sostiene la “Persona fragile”. È questo, in sintesi, il messaggio emerso a chiare lettere in seno al IV Meeting “Salute e Comfort negli Ambienti di Vita Confinati”, a cura della Fondazione “habitat umano”, con il contributo della Regione Siciliana, Assessorato della Salute, e con l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, inaugurato con il saluto Solenne, dall’Arcivescovo di Catania, S. E. Monsignor Luigi Renna, cui ha fatto seguito una ricca e partecipata presenza di interventi istituzionali.
Il Meeting, con un approccio interdisciplinare, chiamando alla collaborazione architetti, urbanisti, medici e ricercatori, ha promosso l’importanza del comfort psicofisico per i soggetti svantaggiati e la Persona fragile in relazione al loro “Ambiente di Vita”. Cardine dell’intensa giornata di studio il motto della Fondazione: “Vivere la disabilità, non essere la disabilità”. Da “Casa come fabbrica di ossigeno e medicina dell’habitat”, a “Città come risorsa per la Persona a 360 gradi”, fino a “Progetto individuale partecipato e Human Habitat Design”, di grande interesse i temi approfonditi dagli illustri relatori: Rita Baraldi, Bettina Bolten, Sebastiano Percolla, Francesca Castagneto, Antonio Marano, Giuseppe Mussumeci, Iginio Rossi, Alberto De Capua, Wittfrida Mitterer, Fiammetta Pilozzi, Serena Tomasi.
Per l’occasione, sono stati presentati (da Ferrara insieme a Sergio Amico – Psicoterapeuta e Portavoce CTS Fondazione habitat umano) studi, criticità e risultati relativi al primo biennio di sperimentazione (2022-2024) del progetto lacasachecura.it avviato dalla Fondazione. «È stata forte la solidarietà delle istituzioni presenti a proseguire l’esperienza in termini di sperimentazione.
Centrale, quindi, per la Fondazione abitat umano, è la missione del progetto che, dopo il primo biennio, riprende, con nuove e rinnovate speranza e fiducia, al fine di portare a compimento la realizzazione dei due pilastri fondamentali, “progetto di vita e ambiente di vita”, di cui ampiamente si è disquisito in termini tecnici e sociali, al fine di costruire una “nuova infrastruttura umana”, anche di ordine sociale, che affianchi l’infrastruttura fisica, priva di barriere, accessibile, con principi di salubrità», dichiara Francesco Ferrara (Presidente Fondazione “habitat umano”)
Altresì hanno destato interesse: l’intervento ispirazionale a cura del prof. Pica Ciamarra (direttore di Le Carré Bleu, foglio internazionale di architettura, Parigi), che ha illustrato il “Codice Europeo della Qualità degli Ambienti di Vita”; le video interviste Beate Radzey e LANDaufwärts; le Testimonianze (Distretto Socio Sanitario 19 Catania, Sportello Disabilità e la storia di Graziella Anesi, Carmela Palumbo, Nicola Scomparin).
Ha chiuso il Meeting la sessione dedicata allo Human Habitat Award 2024 cha ha mostrato come relazioni umane, arte e comunicazione sono strumenti fondamentali per promuovere inclusione, prevenzione e cura. Il primo premio è andato all’associazione Volontari Ospedalieri Italiani di Catania, diretta da Dina Castronovo (per la capacità di suscitare empatia, coinvolgimento e solidarietà sociale con un grande bacino di attivisti che donano incessante assistenza ospedaliera: un modello di esperienza cui “habitat umano” si ispirerà per trasferirla a quella domiciliare). Secondo premio, ex equo, a Paola Tricomi (per la sua missione e la sua autorevolezza in difesa dei diritti delle persone con disabilità) e Marta Russo (per la promozione e ideazione, anche mediante proposte di legge, di una nuova cultura delle disabilità).