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Ovazione da stadio per l’Edipo re firmato da Carsen

 Il regista canadese ha scelto la strada più rigorosa ed esigente, una tragedia pubblica con un coro immenso mosso da magnifiche coreografie e uno straordinario protagonista, Giuseppe Sartori

Di Redazione |

Dall’alto della scalinata bianca compare Edipo. Adesso sa chi è, è arrivato alla verità ed è nudo, solo, come qualunque uomo che è sceso negli inferi della sua coscienza. Eschilo più volte ha nominato quel celebre Tempio di Apollo sul cui frontespizio c'era scritto «Conosci te stesso». E’ da lì che Socrate prende l’incipit della sua filosofia. Conoscere se stessi è sempre un percorso doloroso, audace, sconnesso, e ora che Edipo ha raggiunto la sua meta è nudo, cieco, insanguinato. Ora è il momento della pietà. Edipo viene coperto con l’abito di Giocasta, la madre e moglie che si è tolta la vita. E’ il momento più emozionante dello spettacolo di ieri sera al Teatro Greco di Siracusa. Più di 5.000 spettatori, 1.800 gli studenti, che alla fine hanno fatto sentire la loro voce, con un entusiasmo da stadio. 

 Robert Carsen, il regista canadese, per la sua prima volta a Siracusa ha scelto la strada più rigorosa ed esigente: Edipo non è solo una tragedia familiare, ma una tragedia pubblica, vissuta davanti e con la città, 80 attori per un coro immenso, mosso con magnifiche coreografie da Marco Berriel, geometriche, un inno alla razionalità tanto amata da Edipo. Nulla è stato concesso allo spettacolo. Sofocle, la sua parola, è l’unico vero protagonista. Tutto il resto è silenzio. Lo spettatore non ha nessuna distrazione. I tamburi accompagnano i momenti più emozionanti e oltre all’elegante essenzialità della scala disegnata da Radu Boruzescu solo la parola di Sofocle riempie la scena. La scalinata è speculare alla cavea e non è solo l'impervia salita del potere, ma anche la metafora dello sforzo sofferto che l’uomo compie in discesa verso l’inconscio. 

 Bellissima traduzione di Francesco Morosi che consente a Edipo di chiamare i cittadini di Tebe, figli. La forza dello spettacolo è dunque nella straordinaria recitazione di Giuseppe Sartori, nessuna declamazione, ma una naturalezza coinvolgente, Edipo uomo e re pietoso, onesto, che prega e fa spandere incenso per la sua città in ginocchio. La peste dilaga e da quella sofferenza nasce il percorso di conoscenza. Edipo è la grande metafora del destino, è molto di più della celebre utilizzazione operata da Freud. Sartori acquista una assoluta sincerità nel suo restituire la lotta per evitare quel destino che gli era stato predetto. Tutti fanno in modo che il destino non si compia, persino i pastori, ma in realtà stanno facendo il gioco del destino. Maddalena Crippa è una serena e dolente Giocasta, tenera madre che rassicura il marito. Graziano Piazza è Tiresia a cui sono state messe lenti a contatto bianche e veramente non vede nulla, entra in trans quando ricorda i fatti che svelano la verità e strappa un applauso assordante a scena aperta. Tutto il cast è di prim'ordine, e anche il capo coro, Rosario Tedesco. Un successo unanime, e non era scontato.   Si replica fino al 4 giugno, ma il 24 giugno un ultimo atto del destino attende Edipo: Agon- Processo a Edipo con il primo presidente e il procuratore generale della Corte Suprema di Cassazione, Maria Masi lo difenderà. Giocasta sarà chiamata a testimoniare. Una simulazione processuale da non perdere. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA