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Monk Jazz Club, torna il “Jazz in vigna” con inedito live Luca Barbarossa-Paolo Fresu

Dal 16 giugno la quarta rassegna estiva open air ospitata dalla Tenuta San Michele di Santa Venerina

Di Redazione |

Mentre la stagione principale al chiuso del Monk Jazz Club inizia gli ultimi due mesi di attività della stagione 2022-2023, il jazz club catanese è già proiettato verso la quarta stagione estiva open air “Jazz in vigna 2023”, come ogni anno ospitata dalla Tenuta San Michele di Santa Venerina, in zona etnea. Quest’anno “Jazz in vigna” sarà molto ricco di eventi musicali, e non solo, e potrà vantare alcune prime nazionali di grande spessore. Il pianista e trombettista Dino Rubino, direttore artistico del club: «La stagione estiva per noi è fondamentale perché il Monk è un posto piccolo per cui abbiamo sempre tante richieste che non riusciamo ad accogliere. “Jazz in vigna”, inoltre, permette al Monk di avere un pubblico esteso. La Tenuta San Michele di Santa Venerina è un posto bello e capiente, e permette un pubblico di 400 persone».

Anche quest’anno non si esclude che se la richiesta per alcuni concerti sarà forte, si bisserà nella stessa serata. Come potrebbe accadere per l’evento di apertura, quello di venerdì 16 giugno, una prima assoluta per l’inedita formazione che vede il trio del trombettista sardo Paolo Fresu, con Dino Rubino al pianoforte e Marco Bardoscia al contrabbasso, confrontarsi con un big della canzone d’autore, ovvero Luca Barbarossa, negli ultimi anni seguitissimo anche come conduttore radiofonico con il suo “Radio 2 Social Club”. «E’ stata proprio un’idea di Luca – racconta Rubino -. Tempo fa era venuto all’Auditorium di Roma a sentirci in “Tempo di Chet”, il nostro omaggio a Chet Baker, e dopo il concerto ci disse che gli sarebbe piaciuto fare una cosa con noi. Quella sera certamente spazieremo tra cose nostre, cose sue, standard e cover di canzoni d’autore. Luca ha poi scritto un testo, in italiano, sul mio brano “The silence of your heart”, inserito nell’album “Tempo di Chet”, brano che gli è piaciuto molto, e in questa versione cantata sarà eseguita per la prima volta il 16 giugno».

La rassegna prosegue il 23 giugno con Nerovivo il trio della batterista e cantante lombarda Evita Polidoro condiviso con i chitarristi Nicolò Faraglia e Davide Strangi. Rubino: «Evita è un talento pazzesco, ha al suo attivo collaborazioni con nomi del calibro di Dee Dee Bridgewater e Enrico Rava. Io l’ho ascoltata la prima volta lo scorso anno al Time in Jazz, il festival che Fresu organizza in Sardegna nella sua Berchidda, e siamo rimasti stregati. Paolo l’ha voluta nella sua etichetta, io nel nostro festival estivo di Santa Venerina».Per il “Jazz in vigna” 2023, quest’anno il Monk ha avviato una collaborazione con il Conservatorio Bellini di Catania e due formazioni di allievi avranno l’opportunità di suonare. Si comincia il 30 giugno con lo Spam Jazz Trio formato da Francesco Cerra alla chitarra, Tony Pinzon al basso elettrico e Francesco Spina alla batteria, evento di apertura alla serata dedicata a Carmelo Venuto, dai più conosciuto come bassista ma qui come chitarrista, che presenterà in prima nazionale l’album “Orizzonte” che uscirà in estate, progetto condiviso, sia in studio che dal vivo, con Rosario Di Leo al pianoforte, Peppe Tringali alla batteria e Riccardo Grosso al contrabbasso.

Il 21 luglio la cantante Virginia Gangemi con il chitarrista Vittorio Carini, il contrabbassista Alessio Tirrò e il batterista Alfio Liberto apriranno la serata che vedrà protagonista il sassofonista romano Stefano Di Battista in quartetto con Andrea Rea al pianoforte, Carmelo Venuto al contrabbasso e Peppe Tringali alla batteria. Rubino: «Stefano è un amico da tanti anni. E si è dichiarato da subito un fan del nostro socio Giuseppe Asero, sassofonista anch’egli».Il 7 luglio musica e immagini andranno di pari passo con il concerto del contrabbassista Nello Toscano (tra i soci del Monk), che presenterà il disco “Inside” dello scorso anno e lo farà in quartetto con Alessandro Presti alla tromba, Seby Burgio al pianoforte e Peppe Tringali alla batteria, i musicisti che hanno suonato nell’album. Alle spalle della band saranno proiettati i video realizzati per l’album dal regista Nello Calabrò. Toscano: «In parte suoneremo brani nuovi e in parte riprendiamo “Inside”, disco nato durante la pandemia dove oltre al contrabbasso suono anche un’elettronica discreta. Nello Calabrò ha creato una sorta di film sui cinque brani iniziali dell’album perché sono sempre più convinto che la musica ormai sia anche da guardare. E da qui che mi è nata l’idea del Monk Film Festival».

Il live del quartetto di Nello Toscano, infatti, darà il la alla prima edizione del Monk Film Festival in calendario il giorno dopo, l’8 luglio. Il festival, dedicato al rapporto tra musica e immagini, è rivolto ai cineasti che vogliono creare immagini su musiche preesistenti. I cineasti iscritti dovranno “comporre” le immagini per accompagnare uno dei 10 brani musicali proposti dal festival, brani scaricabili dal link https://drive.google.com/drive/folders/1Ps7pRzA90Syu_7ZIGKog2f2GRW-ibL0z?usp=share_link.

Tutti i partecipanti sono tenuti a compilare un modulo di registrazione disponibile sulla piattaforma online Film-freeway (https://filmfreeway.com/Monkjazzfestivalcatania). Un link alla piattaforma è presente sulla home del sito del Monk www.monkjazzclub.it. Le iscrizioni e l’invio dei materiali sono possibili fino al 15 giugno. Ogni partecipante può partecipare inviando un massimo di 2 filmati con composizioni musicali diverse. L’iscrizione al festival è gratuita. Il vincitore della 1° edizione del Monk Film Festival sarà decretato da una giuria composta da esperti del settore e riceverà un premio in denaro di € 1.000.Il 14 luglio torna la Monk Jazz Orchestra, che aveva debuttato lo scorso anno, diretta come sempre da Giuseppe Privitera, musicista, didatta e ricercatore, anch’egli tra i soci del Monk. Privitera: «Il progetto nasce dal desiderio di coniugare suoni appartenenti alla musica popolare con il patrimonio jazzistico dell’Isola sfruttando le sonorità degli strumenti etnici/ tradizionali attraverso la creazione di nuove composizioni originali e arrangiamenti composti da musicisti di provata esperienza nell’ambito del jazz come Nello Toscano, Dino Rubino, Alessandro Presti».Jazz in vigna 2023 si chiude il 28 luglio con un’altra chicca in prima nazionale, il confronto del cantautore Mario Venuti con Dino Rubino al pianoforte e flicorno e con Peppe Tringali alle percussioni. «Non sarà un vero concerto jazz – annuncia Rubino -, certamente l’anima pop di Venuti si unirà alla nostra anima jazz e non mancherà la musica brasiliana da Mario molto amata».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA