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L'INTERVISTA

Luigi Strangis arriva a Catania e Palermo dopo la vittoria ad “Amici”: «Non vedo l’ora di riabbracciare il calore del Sud»

A tu per tu con il cantante che arriva in Sicilia per presentare il suo EP: primo appuntamento domenica 19 giugno alle ore 17 al CC “Katanè” di Gravina

Di Simone Russo |

C’è grandissima attesa per l’arrivo in Sicilia di Luigi, il neo vincitore dell’edizione 2022 di Amici. Da pochi giorni è in vetta a tutte le classifiche di vendita con il suo Ep “Strangis”. Adesso è pronto ad incontrare il suo pubblico siciliano. Due gli appuntamenti: domenica 19 giugno alle ore 17 al CC “Katanè” di Gravina e lunedi 20 giugno alle ore 18.30 nella Libreria Flaccovio a Palermo. All’interno dei questo Ep trovano spazio i brani che Luigi ha presentato durante le puntate del talent show di Canale 5 a partire dal nuovo singolo “Tienimi stanotte”. «E’ un pezzo che a me da tanto – dice Luigi – ogni volta che lo canto sento una emozione unica. Emozioni che percepisco anche da chi lo ascolta. È un brano dal sapore diverso e volevo proprio che aprisse l’Ep».

Luigi tra poche ore sarai protagonista nella nostra isola, qual è il rapporto con la nostra Sicilia?

«In Sicilia ci sono stato diverse volte. A me il Sud piace tutto. Sono del Sud ed ogni volta è un ritornare a casa. Non vedo l’ora di riabbracciare il calore del Sud, dopo tanta reclusione all’interno di Amici. Ovviamente una reclusione ripagata ma è arrivato il momento di godermi anche un po’ di mare».

Come nasce il tuo Ep “Strangis”?

«E’ il frutto di un lungo percorso, esattamente durato otto mesi. Un viaggio in cui c’è stata una crescita. Sono sempre me stesso e questo progetto parla di me, racconta il mio modo di affrontare le cose. Il filo conduttore è la libertà. Una parola chiave che guida le mie giornate ed anche l’Ep. La libertà, sempre, è scegliere chi essere. Un giorno mi sveglio e scelgo di fare rock, il giorno dopo mi sveglio e decido di fare pop. Il giorno seguente decido di fare altro. Questa è la libertà. All’interno del mondo della musica, posso avere anche la libertà di non immergermi in uno stile solo. La libertà di scelta e di essere sempre quello che vuoi essere. La cosa fondamentale è sempre quella di stare bene con se stessi. Fondamentale».

Le maggiori major discografiche ti hanno “corteggiato”. Avevano fatto una proposta per pubblicare il tuo primo Ep con la loro etichetta ma quando Mamo Giovenco, responsabile musicale di Amici, ti ha prospettato la possibilità di rimanere a lavorare con il team di Amici hai scelto di continuare “in famiglia”. Non è stato un rischio?

«Non penso sia un rischio. Semplicemente stavo già lavorando bene con loro, volevo continuare questo percorso. Nella vita sono importanti le persone. Sono stato onorato di tutte le altre proposte, non tolgo nulla a nessuno. Semplicemente continuo a lavorare “in famiglia” con persone con cui mi sono trovato bene e a cui tengo molto. Continuo a camminare lungo un percorso iniziato diversi mesi fa. Ho pensato che rimanere con 21co sarebbe stata per me la scelta migliore. Sono sicuro che continueranno a capirmi come hanno fatto dal primo giorno, spronandomi a lavorare a testa bassa per costruirmi un futuro nel mondo della musica. So che 21co può non avere la stessa forza di grandi major, abituate a lavorare negli anni con giovani usciti da talent show come Amici e non solo, ma spero e credo che proprio per questo possa concentrarsi al meglio su di me e il mio percorso superando, come purtroppo ho visto accadere a molti, lo scoglio delle mere leggi di mercato che ci vogliono sempre di successo disco dopo disco altrimenti vieni subito messo da parte, e io dall’altra parte ce la metterò tutta per realizzare i miei sogni.».

È già trascorso un mese dalla tua vittoria ad “Amici”. Questa esperienza, oltre la vittoria, cosa ti ha lasciato?

«E’ un percorso che mi ha dato tanto, sia musicalmente che umanamente. Sul piano artistico, all’interno della scuola di “Amici” ho studiato mattina, pomeriggio e sera. Sempre. Sul piano umano, invece, vivi delle determinate cose che fuori magari non ci avresti fatto caso. Fuori puoi vivere determinate emozioni ma non le potrai mai percepire come all’interno di Amici. Questo mi è servito a guardare e a capire anche le piccole cose. Ora guardo tutto con attenzione e sto anche bene con me stesso».

Col senno di poi, c’è qualcosa che non rifaresti?

«Rifarei tutto nello stesso modo. Ragiono così. Oggi sono qui per come sono e per come sto bene. Il percorso era quello giusto. Tutto quello che c’è stato è servito per arrivare fino a qui».

Perché il pubblico italiano ti ha fatto vincere? Qual è stata la parte di te che è piaciuta alla gente?

«Questo è veramente difficile. Non so dirtelo, spero che sia arrivata la mia sincerità e la mia semplicità. Cos’è arrivato realmente non lo so. Cosa mi ha portato alla vittoria non lo so. Però spero che sia arrivata, appunto, la mia libertà».

Quando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?

«Fin da bambino mio padre mi faceva ascoltare Clapton e Pino Daniele. Artisti in cui si sentiva tantissimo il suono della chitarra e me ne sono innamorato. Mi piaceva tantissimo. A sei anni ho chiesto a mio padre di farmi prendere delle lezioni di chitarra e da lì è nata questa passione sfegata per la chitarra. In realtà nasco come musicista e poi dopo mi sono avvicinato al canto».

All’interno del tuo Ep “Strangis” hai voluto omaggiare anche Raffaella Carrà. Hai inserito il brano live “Rumore”. Cosa ha rappresentato Raffaella nella tua vita?

«Un modo per onorare un’artista così grande. Non riesco neanche a descriverla a parole. Raffaella è una icona. Da sempre. Me la faceva ascoltare sempre mia madre. Fin da piccolino traevo ispirazione da lei. Arrivo da quel mondo musicale degli anni ’70 in poi. È il mio mondo. È quello che ascolto».

In queste ore, sul web è data come certa la tua partecipazione al prossimo festival di Sanremo. Ti piacerebbe calcare quel palco?

« Sarebbe un onore partecipare sul palco del Festival, ma devo arrivarci con il pezzo giusto. Deve essere una cosa che sento. A prescindere da come può andare, deve essere un pezzo che mi faccia stare bene con me stesso».

In un momento storico in cui la musica è “fluida”, ha ancora un senso quel palco?

«Certo che si. Ho sempre visto Sanremo. Negli ultimi tre anni, Amadeus ha fatto un lavoro incredibile. Ha riportato i grandi artisti su quel palco. Il Festival di Sanremo ha un grande valore. Inoltre è un festival italiano e dobbiamo andare fieri della nostra Italia».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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