C'è uno Spiderman di origine siciliana che regala sorrisi ai bambini malati negli ospedali e conquista il cuore del pubblico. Uno Spiderman che ha fatto emozionare e piangere nella quarta puntata di "Tu si que vales", lo scorso ottobre su Canale 5, e che nella finale di ieri ha ottenuto Il premio Tim vision di 30 mila euro.
Mattia Villardita, 28 anni, nato a Savona, impiegato in una piattaforma portuale a Vado ligure, ha il papà Salvatore messinese di Reitano, sposato con mamma Carmela. La sua è una storia forte e commovente, nata nelle corsie degli ospedali pediatrici. Perché dietro la maschera dell'Uomo ragno c'è la vita del piccolo Mattia. "Quando ero bambino e fino a 19 anni sono stato un paziente del Gaslini di Genova. Lì ho conosciuto il dolore, ma soprattutto l'amore della mia famiglia e dei miei amici che mi sono stati vicini in uno dei momenti più brutti della mia vita – racconta in tv – Le giornate erano lunghe e la sofferenza davvero tanta. Guardando fuori dalla finestra immaginavo Spiderman, il mio supereroe preferito, arrivare anche solo per un saluto. Purtroppo non è mai successo. Così è nata l'idea: perché non diventare io stesso lo Spiderman di questi bambini che giornalmente combattono le loro battaglie? Così comprai un costume, mi ci misi dentro, e il resto lo fece il cuore. Passo del tempo con loro, dono loro un sorriso, una speranza. Perché sono per me i veri supereroi insieme ai loro familiari".
Da un grande potere derivano grandi responsabilità, è il suo mantra. Quella frase che lo zio Ben disse a Peter Parker, l'Uomo ragno dei fumetti. Mattia ha creato i Supereroi in corsia e gira per ospedali pediatrici della Liguria. Per fare sorridere i piccoli malati sbuca dalle finestre, a volte facendosi aiutare dai vigili del fuoco, e spesso va trovarli anche a casa.
"Questo premio è per la mia famiglia che mi ha portato fin qui – ha detto ieri Mattia – lo dedico a tutti i miei amici che mi hanno supportato dopo una lunga sofferenza".
Mattarella nel 2020 lo ha nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana "per l’altruismo e le fantasiose iniziative con cui contribuisce ad alleviare le sofferenze dei più giovani pazienti ospedalieri" e anche il Papa lo ha incontrato. "Gli ho regalato una maschera che non uso più. Lui ha sorriso e mi ha stretto fortissimo la mano".
In tv ha salutato così: "Sono qui per ricordarvi, se possibile, di non arrendervi mai perché prima o poi tutti cadremo, il bello sarà avere la forza di alzarci. E poi non dimentichiamo mai di essere umani e di aiutare il prossimo. A volte siamo presi dalla vita, dai nostri impegni, ma basta veramente un piccolo gesto di gentilezza per cambiare la giornata di una persona".