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L’Infernu nell’Alcantara

Di Ombretta Grasso |

In 34 minuti alcuni dei personaggi più celebri dell’Inferno di Dante, come Paolo e Francesca, Caronte, Ulisse e Farinata degli Uberti, trasposti in siciliano, saranno recitati sulle sponde e nelle acque del fiume, alla luce delle fiaccole, in uno spettacolo realizzato con attori, artisti del fuoco, mimi e danzatori.

«Gli spettacoli dal vivo sono uno dei motori del turismo siciliano – commenta l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, Anthony Barbagallo – i turisti apprezzano uno spettacolo che si svolge in un luogo dalla bellezza così unica. Una rappresentazione di richiamo che può ancora di più valorizzare le Gole, con i giochi di luci e di fuoco a creare nuove suggestioni. E che può essere rappresentato anche nelle miniere di Realmonte o sulle rive del lago di Pergusa».

La regia è di Berta Ceglie – attrice a lungo impegnata allo Stabile di Catania – che interpreta anche il ruolo di Alighieri. «Il mio Dante è una donna ma non è una provocazione – spiega – non si tratta della differenza tra uomini o donne, né di un corpo, è una chiave di lettura: Dante rappresenta un percorso. È un Dante al femminile perché volevo rileggere questa figura con il mio essere madre, con tenerezza e accoglienza. E’ la Sicilia, è la Divina Commedia nella mia terra».

La forza dello spettacolo (che ha un precedente nel 2008 con l’allestimento dell’Inferno di Dante firmato da Guglielmo Ferro) è anche nell’energia potentissima delle Gole, nella roccia scavata dal fiume. «Un luogo davvero unico – prosegue la Ceglie – è uno spettacolo intenso che vive di suggestioni, di visioni: gli artisti di Anima ignis, ad esempio, vanno fisicamente a fuoco. Le figure dell’oltretomba gli vanno incontro per narrare una storia, per consegnargli una profezia o un avvertimento».

Gli spettatori seguiranno dalla riva, attori, mimi e danzatori saranno nella lingua di terra che si allunga sul fiume, mentre sulla riva opposta ci saranno i dannati e i diavoli. Tre repliche ogni sera a partire dalle 20.45 a distanza di circa 15 minuti (lo spettacolo è promosso da Centro cultura mediterranea e prodotto con il contributo dell’Assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo, Comune di Motta Camastra, Parco fluviale dell’Alcantara, Associazione albergatori di Taormina e Video Bank partner tecnologico) con in scena accanto alla Ceglie gli attori Camillo Sanguedolce (Caronte e Brunetto Latini), Tecla Guzzardi (Francesca), Elmo Ler (Farinata), Antonio Marino (Ulisse), Sebastiano Mancuso (Ugolino), mentre Virgilio sarà reso dal mimo Rosario Vasile con la voce fuori campo di Giovanni Anzalone. Con loro la compagnia City Ballet e i manipolatori del fuoco Anima ignis, costumi di Gabriella Ferrera, movimenti scenici di Sergio Platania.

La traduzione di Tommaso Cannizzaro è la prima in siciliano scritta nel 1904. «Ce ne sono otto in tutto – spiega il professore Salvatore Riolo – a inizio secolo l’italiano era ancora lingua parlata da pochissimi e ancor meno erano quelli che sapevano leggere. Per questo era normale una traduzione in dialetto che permetteva di conoscere Dante e di impararlo e trasmetterlo oralmente». Quella di Cannizzaro, aggiunge, è una traduzione «fedele ma non stucchevole. Oggi il dialetto viene rivalutato come un veicolo di tradizione, riproporre questa traduzione ha un senso». Il testo è stato adattato da Antonio Luca Cuddè. «Una sfida riportare un testo poetico a un pubblico sempre meno abituato alla prosa e all’ascolto che comunica con la rapidità dei social. Attraversiamo il percorso di Dante incontrando alcuni dei personaggi più noti». Che tornano in vita, tra fuoco e gelide acque, in un luogo dell’immaginario.

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