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“Io capitano” ritorna dove tutto ebbe origine

Il film diretto da Matteo Garrone ospite del festival “Libero cinema in libera terra”. Appuntamento lunedì 15 alle 21.30 al porto di Catania

Di Pinella Leocata |

Io capitano” ritorna sul luogo dove la storia è cominciata, al porto di Catania, dove il film di Matteo Garrone sarà proiettato lunedì 15, alle 21,30, al molo di levante. E’ una delle undici tappe italiane del festival “Libero cinema in libera terra” che, promosso dalla fondazione Cinemovel e da Libera, è giunto alla diciannovesima edizione proponendo film sui diritti umani e contro le mafie e la corruzione. Due le tappe siciliane, a Messina, a Mili Marina su un bene confiscato alla mafia, e a Catania, al porto, luogo simbolo di una delle più grandi tragedie del nostro tempo: lo sbarco dei migranti che attraversano il mare, rischiando la vita, per fuggire a guerre, fame, soprusi, torture.

Libera e l’impegno per il ricordo delle vittime della traversata

Già il 21 marzo del 2019, giorno in ricordo delle vittime di mafia, il corteo di Libera si era concluso al porto dove i nomi dei migranti morti nella traversata sono stati letti indossando i giubbotti di salvataggio. «Per noi parenti di vittime della mafia è stato un modo per dire che ci facciamo carico anche della memoria di chi si è perso in mare, dei tantissimi di cui non si conosce il nome che sono scomparsi nell’immenso cimitero che è diventato il Mediterraneo», spiega Dario Montana che sottolinea come solo se si conosce il nome di chi non ce l’ha fatta se ne può ricostruire la storia. «Con Elisabetta Antonioni, presidente di Cinemovel, abbiamo scelto di proiettare il film “Io capitano” perché racconta una storia simbolica, una storia molto catanese in cui tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e non, hanno fatto la propria parte. La Marina militare, di cui siamo orgogliosi, ha salvato la barca approdata ad Augusta con 150 migranti, poi distribuiti a Catania. Tra loro c’era anche l’allora sedicenne Fofana Amara la cui storia ha ispirato Matteo Garrone. Il ragazzo è stato accolto dalla cooperativa Propettiva che l’ha seguito nel suo percorso di studi al Nautico, dove si è diplomato. Inoltre, il giovane ha preso parte alle tante attività sociali della Lega Navale, di cui è presidente Giuseppe Di Cataldo, portando in barca a vela i ragazzi e le persone disabili. Ed è riuscito a diventare skipper. Una storia esemplare che mostra come tutti i soggetti coinvolti hanno fatto bene la propria parte. Questo significa che se si riconoscono le persone e le loro storie Catania è in grado di accoglierle e seguirle. E va detto che il cinema è uno strumento formidabile perché ci permette la costruzione di una memoria collettiva attraverso le immagini e la loro sublimazione con il racconto poetico».

La storia nata grazie alla coop “Prospettiva” di Catania

Quello che ha fatto Matteo Garrone. Il regista è venuto a conoscenza della storia che ha ispirato il suo premiatissimo film “Io capitano” proprio alla cooperativa Prospettiva di San Giovanni Galermo. Voleva capire come trascorrono le loro giornate i minori non accompagnati inseriti in comunità e a Roma gliene hanno indicata una seria, quella gestita da Glauco Lamartina. Qui, cinque anni fa, ha trascorso un’intera giornata nel corso della quale ha incontrato la storia vera di Fofane Amara che, imbarcato in Libia dove aveva subito torture, dopo la fuga degli scafisti, con coraggio e determinazione guida la barca per due giorni e due notti e porta in salvo tutti i naufraghi. Al suo arrivo ad Augusta grida a tutti, con orgoglio, “Io capitano”, “Io capitano”, perché è lui che ha salvato tutti, 150 persone. Lo arrestano come scafista e lo portano in un carcere per adulti da dove poi uscirà, in quanto minorenne, per approdare alla cooperativa Prospettiva che lo segue nel suo percorso di crescita. Garrone s’innamora della storia, ma per anni non riesce a fare il film. Poi trova i finanziamenti e si rivolge a Glauco Lamartina per chiedere la sua collaborazione. «Mi ha detto che voleva raccontare questa storia dalla parte dei ragazzi e che, dunque, aveva bisogno di conoscere le loro storie, i loro sentimenti, le loro idee. Mi ha dato una telecamera chiedendomi di registrare il racconto delle loro vite, fatto nella loro lingua, e poi tradotto. Aveva stanziato 100 euro per ogni ragazzo. C’era la coda per farsi intervistare. Ne è venuto fuori uno spaccato e un film molto bello perché Garrone – che è una persona molto sensibile, tanto che i due ragazzi protagonisti del film adesso vivono con lui – non ha puntato sulla disperazione, ma sul diritto al viaggio. I minori che arrivano sulle nostre coste sono ragazzi come i nostri, anche loro hanno diritto al viaggio. Se li blocchiamo, se non diamo loro i documenti, saranno clandestini, vittime di ogni abuso».

Per tutto questo – per parlare dei diritti umani – “Io capitano” sarà proiettato al porto grazie all’Autorità portuale che ha dato lo spazio e al Comune che ha messo a disposizione le sedie. Un’occasione per costruire la nostra memoria collettiva che, in quanto tale, è sempre frutto di scelte, di selezione, di trasformazioni. Questo è il racconto, e la possibile memoria, di una Catania che sa essere accogliente ed efficiente, quando vuole, se vuole.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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