Il violinista Baranov apre la stagione dell’Ame

Di Redazione / 13 Ottobre 2021

Si avvicina al mezzo secolo di vita l’Associazione Musicale Etnea, la più longeva e gloriosa tra le istituzioni musicali private catanesi, da sempre attenta al panorama e al paesaggio sonoro contemporaneo. Per questo, il taglio del nastro della nuova stagione, previsto per stasera alle ore 21 nella prestigiosa cornice del Teatro Massimo Bellini, segna l’avvio di una significativa collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali “V. Bellini” di Catania, che ‘occuperà’ l’intero palcoscenico con la sua Orchestra Sinfonica, guidata dalla bacchetta di Epifanio Comis, musicista e didatta di fama internazionale, direttore in carica della scuola di alta formazione musicale etnea. «Un traguardo importante per un progetto ambizioso, che ho coltivato fin dall’inizio del mio mandato, destinato a federare alcuni nostri docenti, nelle prime parti, con l’entusiasmo e le competenze dei nostri migliori allievi», con l’obiettivo di porre l’Istituto – gli fa eco Graziella Seminara, presidente dello stesso – «su un piano di eccellenza, sul piano della ricerca come della formazione musicale».

Una grande orchestra per accogliere un grande solista, Andrey Baranov, che già l’anno scorso era stato ospite dell’Istituto per una masterclass a distanza sul Concerto per violino e orchestra. Vincitore del Concorso “Queen Elisabeth” 2012, oltre che di una ventina di altre competizioni internazionali, fondatore del David Oistrakh String Quartet, il giovane violinista russo è una leggenda vivente, conteso dalle più grandi compagini orchestrali del mondo oltre che come didatta di prestigiose accademie internazionali.

Sontuosa la locandina del concerto, nella quale figura una delle pagine già indagate l’anno passato, il celeberrimo Concerto per violino e orchestra in mi minore, op. 64, di Felix Mendelssohn, composto nel 1845 per il grande violinista Ferdinand David. Autentico banco di prova del concertismo romantico, il componimento sarà accostato alla Terza Sinfonia in mi bemolle maggiore, op. 97, di Robert Schumann, denominata “Renana” perché composta – esattamente alla metà del secolo – a seguito del trasferimento del musicista da Dresda a Düsseldorf. È, forse, la più amata tra le sinfonie del musicista sassone, in cui viene celebrata quella “civiltà del Reno” che diventa elemento unificante di una civiltà, quella romantica tedesca, esaltata nei suoi più nobili valori etici ed estetici.

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Pubblicato da:
Ombretta Grasso
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