Nelle sale dovrebbe arrivare a settembre ma siamo già certi che farà discutere. Parliamo di “Iddu”, il nuovo film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza con protagonisti Toni Servillo ed Elio Germano, per la prima volta insieme in un film. Il primo film, prodotto da Indigo, liberamente ispirato a un periodo della vita di Matteo Messina Denaro, che racconta la storia del mondo che gli volteggia spericolatamente intorno e protegge il mistero tragico e farsesco della sua prolungata latitanza. Un mondo nel quale gli azzardi e le crisi esistenziali non danno mai gli esiti sperati.
Il primo film su Matteo Messina Denaro a meno di un anno dal suo arresto, avvenuto lo scorso 16 gennaio, dopo trent’anni di latitanza, nella clinica palermitana “La Maddalena”. Diversi sono i progetti allo studio, tra documentari e serie tv (tra cui quella annunciata per i primi mesi del 2024 dal produttore Pietro Valsecchi). Le riprese, che si sono svolte a Trapani, quasi tutte in interni, in una dimora nel centro storico, e nella provincia, erano iniziate a maggio e si sono concluse qualche giorno fa.
Interpreti del film, accanto a Toni Servillo e Elio Germano, sono Daniela Marra, Barbora Bobulova, Fausto Russo Alesi, Giuseppe Tantillo e con Antonia Truppo, con la partecipazione di Tommaso Ragno. La fotografia è firmata da Luca Bigazzi, il montaggio da Paola Freddi, la scenografia da Gaspare De Pascali, i costumi da Andrea Cavalletto. Le musiche originali saranno composte da Colapesce.
“Nella ricca storia criminale italiana, Matteo Messina Denaro e la sua trentennale latitanza sono un unicum. Quanto emerso nel corso degli anni dalle indagini e dalle cronache – dicono Grassadonia e Piazza – ci ha offerto la possibilità di scavare nella sua enigmatica personalità e fare luce sul variegato sistema di relazioni che la sua invisibile presenza ha nutrito. Nel nostro film, il latitante è il centro di una danza vorticosa di personaggi che nel sonno della ragione rincorrono sogni che finiscono sempre per trasformarsi in incubi. Incubi tragici e ridicoli”.
Secondo alcune agenzie e organi di stampa, il film sarebbe stato prima indicato come “Lettere a Catello”, facendo un possibile riferimento ad Antonio Vaccarino, l’ex sindaco di Castelvetrano morto di Covid nel 2021, che aveva intrapreso col boss un’intensa corrispondenza per conto dei servizi segreti in modo da arrivare alla sua cattura, o per convincerlo a costituirsi. Una vicenda controversa e oscura della lunga latitante del boss.
Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, registi palermitani, hanno già firmato “Sicilian Ghost Story”, il film con cui, nel 2017, hanno raccontato il terribile omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell’acido per ordine proprio di Messina Denaro solo perché “colpevole” di essere figlio del pentito Santino.