Giovanni Ciacci boccia gli influencer e si racconta al Centro Sicilia: «Io odio i social»

Di Simone Russo / 24 Giugno 2019

CATANIA – Giovanni Ciacci è stato protagonista al “Centro Sicilia” di Catania con il “Detto Fatto” Tour. Lo “Gio Gio” nazionale, il simpatico stylist della trasmissione di Raidue, è uno dei volti noti del piccolo schermo più amato dalle donne. In tantissime, infatti, seguono i suoi consigli di bellezza per essere sempre al passo con la moda e con l’essere glamour. Ciacci, infatti, in questi anni ha svelato dei piccoli trucchi per far sì che qualsiasi donna, nel prendersi cura di sè e nel truccarsi possa sentirsi come una vera e propria diva, anche solo per un giorno. Ciacci, che è stato accolto dal pubblico delle grandi occasioni, dopo aver esaminato il look di diverse partecipanti, è stato un giudice del concorso “L’influencer è di serie” promosso dal “Centro Sicilia”.

«Io detesto i social – ha detto Ciacci – li odio. Se non fossero motivi di lavoro, non li seguirei neanche. Trovo che i social siano un ricettacolo di leoni da tastiera. Fosse per me, non ne avrei neanche uno. Adoro la scelta fatta da Lapo Elkann di chiudere con il mondo social. Dobbiamo far capire che non tutti possono parlare. Non tutti devono dire la loro».

Secondo lei, perché alcuni influencer hanno un successo mondiale?

«Sono contrario a tutto quello che è dettato dagli influencer. Perché uno deve fare l’influencer? Cosa devi influenzare? Stare con il culo di fuori o fare il bagno con lo champagne? Comprarsi le borse costosissime? Cos’è l’influenza? Perché? Cosa influenzi ad una ragazzina della provincia, che non ci arriverà mai a comprarsi una borsa da 8mila euro. Stiamo fuori di cervello? Cominciamo ad influenzare con i libri e le buone notizie. Iniziamo ad influenzare con i documentari seri».

Se le dicessi Gianluca Vacchi e Chiara Ferragni. Cosa mi risponde?

«Gianluca Vacchi non rappresenta un cappero. Chiara Ferragni viene dalla moda? Ha lavorato nella moda? Ha fatto scuole di moda? Nulla di tutto ciò, quindi è una bravissima testimonial che viene pagata per pubblicizzare un brand. Punto. Non puoi influenzare i ragazzini con delle cose che non si potranno mai permettere. Questi ragazzi dei social, fanno una vita irreale. Non si vive tra le Maldive, Sharm El Sheik o le Seychelles. Loro lo fanno perché ci vanno gratis. Ma chi se lo può permettere di stare una settimana lì? È un messaggio diseducativo che danno ai ragazzi».

Intanto hanno milioni di follower…

«Si comprano i follower. Anche tu domani puoi averli. Hai un budget? Hai 50mila euro? Se si, domani ne hai più di Gianluca Vacchi. Non è un mondo reale. C’è qualcosa che non funziona. Non puoi influenzare con delle cose che puoi comprare. Non voglio dire che Vacchi o la Ferragni hanno i follower comprati, certo è che tutti lo possono fare. È sempre una questione di business. Oggi molti ragazzi sono convinti di fare 300mila visualizzazioni solo se tirano fuori le tette o se mettono in mostra gli addominali. Questa non è educazione. Sinceramente preferisco leggere la Fallaci».

Recentemente è stato protagonista nel salotto televisivo di “Live – Non è la D’Urso” su Canale 5. Anche lì abbiamo visto degli influencer. Perché c’è andato? In quel salotto hanno “messo in vetrina” anche un ragazzino che è diventato influencer per il suo ciuffo e la sua bellezza. Come mai ha scelto di esserci?

«Io non vado a fare l’influencer. Io vado a fare il mio lavoro. Sono una persona che si è fatta trent’anni dietro le quinte della televisione. Ho fatto quindici anni di moda lavorando con tutti i più grandi stilisti del mondo. Ho lavorato con Sofia Loren. Ieri sono uscito dalla casa della Lollobrigida. Dopodomani sarò a casa di Amanda Lear. Stiamo lavorando e stiamo facendo dei progetti. Ho un background vero. A me la televisione, ed in questo caso Barbara, mi “usa” per il mio lavoro. Nel caso di Pamela Prati sono stato chiamato perché ho lavorato otto anni al “Bagaglino”. Conosco quel teatro e conosco Pamela dal 1994. Forse qualcosa potevo dare al racconto. Sicuramente c’è anche tutto questo mondo di giovani. Trovo che Dennis fa ridere, fa simpatia, fa show. Chi fa show è un’altra cosa. Qual è il contenuto? Gli fai fare una cosa divertente per un programma giusto del pomeriggio. Va benissimo così. Io, a “Detto Fatto” ho contrastato gli influencer da sempre».

Ah proposito di “Detto Fatto”. È ormai ufficiale il suo abbandono. Cosa le ha lasciato questa esperienza?

«Amaro. Un grande amaro in bocca. Fondamentalmente, forse, non mi ha lasciato nulla dentro di me. Sicuramente mi ha lasciato il grande affetto del grande pubblico, però, poi il grande pubblico l’ho trovato a “Ballando con le stelle”. “Detto Fatto” è stata una buona scuola ed una buona vetrina».

Lei è stato il “guru” per molte telespettatrici. I suoi consigli sul look e sulla moda sono stati di grande aiuto per molte donne. Cosa ci dobbiamo aspettare per la moda estiva?

«Chiedetelo a Guillermo Mariotto, non sono la persona più indicata per dirvi questo».

Secondo me, lei è una persona molto esperta…

«No, chiedetelo a Guillermo Mariotto. Lui è più preparato di me, in queste cose».

Ma è vero che sarà sostituto da lui?

«Sembra che prenderà il mio posto a “Detto Fatto”, chiedetelo a lui. Io sono già in volo per nuovi orizzonti e nuovi cieli».

Qualche giorno fa, ho letto una sua intervista in cui si diceva che aveva chiuso qualsiasi tipo di rapporto con tutto lo staff di “Ballando con le stelle”. Oggi, però, prima di venire al “Centro Sicilia” è stato a pranzo con Raimondo Todaro. Come mai?

«Con Raimondo non è un rapporto lavorativo. È amicizia. Con gli altri c’è un rapporto di lavoro. Ho fatto altre scelte e tra poco vi verranno comunicate, verranno rese pubbliche a tutti. Ovunque leggo che chiunque sta dicendo o pensando ai programmi più assurdi. Ognuno sta dicendo la sua, io sto in silenzio. Li faccio parlare. Quando sarà il momento, sarà la rete per la quale andrò a lavorare che farà la comunicazione ufficiale. Adesso è l’ora di spiccare il volo, mi è capitato l’occasione e l’ho presa al volo».

In queste ore se ne stanno dicendo tante. Molte anche contro di lei. Ma non le danno fastidio tutte queste voci inopportune?

«Nella vita mi danno fastidio altre cose. Mi danno fastidio le zanzare. Faccio un lavoro pubblico e li faccio parlare. Non trovo corretto il fatto di essere stato crocifisso, dicendomi di aver lasciato “Detto Fatto”, se non sanno cosa vado a fare. Dove vado a fare. E perché ho lasciato. Magari vado a fare la prima serata della mia vita. Chi lo sa. Come si può giudicare, come si può sapere se prima non si conosce. Questa cosa mi dà fastidio. Della televisione devono parlare gli addetti ai lavori, le interviste le fanno i giornalisti. Io non voglio seguire quello che si dice sui social. È anche vero che sono amante di tutto quello che è notizia sul web. Tutto ciò che è fake news o per sentito dire, non mi diverte. Non mi piace».

Facciamo un passo indietro, cosa ne pensa di tutta la vicenda legata a Pamela Prati?

«Su Pamela Prati sono partito che avevo un’opinione. Poi, nel corso delle 14 puntate, ho sviluppato una mia idea personale. Che è completamente diversa da quella iniziale. All’inizio pensavo che fosse una vittima e sono uscito da “Live – Non è la D’Urso” pensando che sia carnefice. Questo è un mio pensiero».

Ma anche lei è stato vittima di una brutta situazione sul web.

«E’ una situazione diversa. Sono stato contattato per fare del sesso in carcere. Questa persona voleva riprendermi con una telecamera. Io sono andato al commissariato ed ho fatto la denuncia. Non era un carcere italiano ma austriaco. La denuncia l’ho fatta a Milano e credo che le autorità italiane abbiano contatto le autorità austriache. Non so come sia andata a finire questa vicenda, perché non mi ha più contattato nessuno».

Parliamo di cose positive ed emozionanti. Qualche mese fa, è uscito il suo ultimo libro “La Contessa – La scandalosa vita di Giò Stajano”. Adesso ci sono importanti novità nella versione tascabile.

«Finalmente ho messo dentro i capitolo focosi. Quelli hard. Quelli che volevo fin dall’inizio. Sono molto contento, perché alla versione tascabile non c’ero mai arrivato. Con la testa, però, sto già al prossimo libro».

Può anticiparci qualcosa?

«Il 30 ottobre uscirà “Le Favole di Arcobaleno”, miti e leggende di persone che hanno fatto grande la storia della libertà. Ho scelto 52 personaggi, come le settimane dell’anno, che si sono spese attivamente per la libertà sessuale ed individuale. Persone che hanno impegnato la loro vita per la libertà morale per il nostro paese e per il mondo. Racconto Pier Paolo Pasolini e tanti altri personaggi che hanno contribuito tanto per la nostra libertà. Racconto di Lady Diana che è stata la prima nella corte reale ad andare a trovare i malati di Aids. Stava tutta la notte con loro. Prima era impensabile solo il fatto di avvicinarsi. Sono 52 personaggi che mi hanno trasmesso molto».

Anche la sua barba blu è sinonimo di libertà?

«Ero a casa della Lollobrigida e Gina mi ha chiesto come mai avessi la barba blu. Le ho detto che era un omaggio a lei e alla sua “Fata Turchina”. Un misto tra la Lollobrigida e Loredana Bertè».

Cosa si augura per il suo futuro?

«Sto molto bene. Sono molto sereno e molto tranquillo. Per me la cosa più importante è la salute. Tutto il resto, non me ne frega nulla. Non mi frega nulla di rimboccarmi le maniche e ricominciare da capo. L’avventura che andrò a fare, sarà sicuramente da rimboccarsi le maniche. Non mi tiro indietro. Ho voglia di fare, ho voglia di cambiare. Ho voglia di rivoluzione. Ho voglia di fare cose nuove, sempre. Ho iniziato a lavorare in un negozio di parrucchiere perché volevo fare la moda. Abitando in provincia non sapevo come farla e come entrarci. Lavavo le teste e stavo alla cassa. Poi sono passato a fare il commesso in un negozio di abbigliamento. Poi sono diventato direttore. Dopo ho iniziato a fare lo stilista del negozio. Poi ho fatto l’ufficio stampa. Subito dopo ho fatto l’assistente a Valeria Marini. Ho fatto il costumista e poi il personaggio televisivo. Secondo te mi dà pensiero fare una cosa nuova?».

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Redazione
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