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Festival del Cinema di Shanghai: anche l’Italia presente con “La seconda vita” di Vito Palmieri

Il più grande evento cinematografico in Asia e il più longevo in Cina, non ha premiato nessun film italiano, ma ha offerto una piattaforma significativa per il cinema italiano contemporaneo.

Di Ambra Schillirò |

C’è stata un po’ di Sicilia alla ventiseiesima edizione del Festival del Cinema di Shanghai. Giovanni Anzaldo, attore di origini siciliane, ha rappresentato l’Italia con il film “La seconda vita”, diretto da Vito Palmieri, nella competizione principale del festival. E c’è una parte di Sicilia anche nel montaggio del film con Corrado Luvara, di Noto, che era stato anche il montatore di “See you in Texas”, altra pellicola di Palmieri che aveva vinto il premio della giuria al Festival di Shanghai nel 2016. “La seconda vita”, che ha fatto il suo debutto internazionale proprio al SIFF, è ispirato al romanzo omonimo di Michele Santeramo e racconta la storia di Anna, una donna di 33 anni che ha scontato 15 anni in carcere per l’omicidio della sorella gemella.

Il festival, il più grande evento cinematografico in Asia e il più longevo in Cina, non ha premiato nessun film italiano, ma ha offerto una piattaforma significativa per il cinema italiano contemporaneo. La sezione “Focus Italy”, in collaborazione con Cinecittà, ha incluso titoli come “100 PRELUDI” di Alessandra Pescetta, “ADAGIO” di Stefano Sollima e la prima mondiale di “GLORY HOLE” di Romano Montesarchio. Anche altre sezioni del festival hanno visto la partecipazione italiana, con “PERSONA NON GRATA” di Antonin Svoboda nella Belt and Road Film Week e “L’EXPÉRIENCE ZOLA” di Gianluca Matarrese nella sezione Documentari.

Non è la prima volta che il festival vede la presenza di siciliani sul palco. Per anni, Maria Grazia Cucinotta è stata di casa al festival, e Marco Muller, di origini palermitane e recentemente nominato direttore artistico del Taormina Film Festival, è stato giurato del SIFF. Anche quest’anno, Muller è stato presente sul red carpet all’apertura del festival.

“Un film che può essere spiegato e compreso in poche parole è un film che piace.” ha detto Giovanni Anzaldo. “Essere qui è un’esperienza bellissima e l’ho goduta appieno. Inoltre, abbiamo avuto la fortuna di trovarci bene tra noi del cast, e fare un viaggio dall’altra parte del mondo con persone con cui ti trovi bene è fantastico. Professionalmente, penso che sia molto importante. Per me, è un traguardo aver preso parte ad un film grazie al quale mi trovo qui. È una gratificazione per la scelta che ho fatto nella mia vita di essere un attore.”

Parlando della ricezione del film da parte di un pubblico culturalmente distante, Anzaldo ha condiviso: “Non ne ho idea, e non potrei dirlo nemmeno per il pubblico italiano, anche se conosco meglio quella cultura. Ogni individuo risponde in modo personale a un messaggio. Ciò che mi interessa di più nei film o nelle opere d’arte è che suscitino delle domande. Se un film fa porre delle domande, allora funziona. Ogni volta che guardo un film, mi pongo una domanda. In questo caso specifico, mi sono chiesto: al posto di Antonio, avrei davvero il coraggio di stare con una persona del genere? Ogni giorno la mia risposta cambia. Se un film mi fa porre delle domande, indipendentemente dalla cultura, significa che c’è un’umanità che ci unisce tutti.”

Il SIFF ha dimostrato ancora una volta di essere un punto di riferimento per il cinema mondiale, ponendo particolare attenzione alla diversità culturale e alla qualità delle produzioni presentate. Con 450.000 biglietti venduti per 1624 proiezioni di 461 film, il festival ha registrato un successo straordinario, confermando il suo ruolo centrale nel panorama cinematografico internazionale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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