Cinema
Femminicidio, la storia di Omayma, uccisa a Messina, diventa un film
La mediatrice culturale tunisina, immigrata in Italia e mamma di quattro figlie, fu brutalmente uccisa dal marito Faouzi Dridi, nel settembre 2015 all’età di appena 34 anni
"Quando mi chiederanno se la mia vita ha avuto un senso, io risponderò che solo l’aver messo al mondo una parte di me ha dato senso alla mia vita": sono le parole di Omayma Benghaloum, mediatrice culturale tunisina, immigrata in Italia e mamma di quattro figlie, brutalmente uccisa dal marito Faouzi Dridi nel settembre 2015 a Messina, all’età di appena 34 anni.
Un fatto di cronaca che unisce in modo significativo e profondo i temi del femminicidio e dell’immigrazione ma che non ha destato lo scalpore mediatico che meritava: adesso sarà lo strumento del cinema a riaccendere i riflettori su una storia drammatica che deve invitare tutti noi a riflettere sulle politiche da attuare per evitare il ripetersi di queste tragedie. Sono iniziate ieri le riprese del cortometraggio "Omayma – Orme del tempo" scritto da Paolo Pintacuda e Fabio Schifilliti, che cura la regia, e sarà girato a Messina, tra il lago di Ganzirri e il porto e nella suggestiva medina di Mazara del Vallo, nel Trapanese. Ad interpretare la protagonista sarà la nota attrice tunisina Mariam Al Ferjani. Nel cast anche Hossein Taheri, attore teatrale, televisivo e cinematografico tunisino che ha girato parecchi film e lavorato anche in Italia per Checco Zalone nel ruolo di Faouzi; M'Barka Ben Taleb sarà Fatma; Sara Abbes sarà Rania e Giulia Migliardi nella parte di Esra, una delle figlie. La produzione è dell’associazione Arknoah, guidata da Francesco Torre.