Spettacoli
Enzo Decaro a Palermo, “Non è vero ma ci credo”
L’attore napoletano Enzo Decaro sarà in scena al Teatro “Al Massimo” di Palermo con la commedia di Peppino De Filippo “Non è vero ma ci credo”, in programma dal 24 gennaio al 2 febbraio prossimo. La regia è di Leo Muscato, le scene sono curate da Luigi Ferrigno, i costumi da Chicca Ruocco, le luci da Pietro Sperduti. Gli altri attori sono Giuseppe Brunetti, Francesca Ciardiello, Luciana De Falco Carlo Di Maio, Giorgio Pinto Ciro Ruoppo, Massimo Pagano, Fabiana Russo, Gina Perna.“Il protagonista di questa storia – spiega Enzo Decaro- assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava tanto. Protagonista è la iettatura, una vera e propria ossessione che condiziona la vita di un avarissimo imprenditore, Gervasio Savastano, che vive nel perenne incubo di essere vittima della sfortuna “. La sua vita è diventata un vero e proprio inferno perché vede segni funesti ovunque: nella gente che incontra, nella corrispondenza che trova sulla scrivania, nei sogni che fa di notte. Forse teme che qualcuno o qualcosa possa minacciare l’impero economico che è riuscito a mettere in piedi con tanti sacrifici. Qualunque cosa, anche la più banale, lo manda in crisi.“Chi gli sta accanto – ribadisce Decaro – non sa più come approcciarlo, la moglie e la figlia sono sull’orlo di una crisi di nervi; non possono uscire di casa perché lui glielo impedisce, anche i suoi dipendenti sono stanchi di tollerare quelle assurde manie ossessive”. Ad un certo punto le sue fisime oltrepassano la soglia del ridicolo: licenzia il suo dipendente Malvurio solo perché è convinto che porti sfortuna, l’ uomo minaccia di denunciarlo, portarlo in tribunale e intentare una causa per calunnia. Sembra il preambolo di una tragedia, quando sulla soglia del suo ufficio appare un giovane intraprendente e intelligente con una grande qualità: la gobba. Da qui una serie di eventi paradossali ed esilaranti.“La storia – conclude Enzo Decaro – si sviluppa in una Napoli anni 80, un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona, rispettando i canoni della tradizione del teatro napoletano, abbiamo cercato di darle delle connotazioni contemporanee”. Una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte, uno spettacolo divertente che pone l’accento sui condizionamenti della nostra esistenza dovuti a quella mala sorte alla quale spesso ci aggrappiamo per giustificarne le delusioni.Una commedia che fa ridere ma anche riflettere, una espressione teatrale che ci riporta a quelle atmosfere che soltanto Luigi De Filippo sapeva creare.