CINEMA
Emma Dante, cinque volte brava
Il film "Le sorelle Macaluso" conquista 5 Nastri d'Argento. La regista palermitana: "Sono felice, ma aspetto di portare i miei spettacoli in scena a Catania e a Messina"
Un dispiacere: che Catania, città in cui è cresciuta e ha fatto il liceo, non attenzioni il suo lavoro, che i suoi spettacoli non siamo nei cartelloni neanche di Messina. Emma Dante però è felicissima del successo ai Nastri d’argento del suo film “Le sorelle Macaluso” che sbanca un’edizione dove in primo piano ci sono donne. Cinque i premi fra cui miglior migliore regia e miglior produzione al film della regista siciliana ambientato in una terrazza di Palermo dove riparano le colombe e vivono le cinque sorelle Macaluso. Maria danza, Pinuccia ama, Lia legge, Katia dispone, Antonella osserva. Attorno ad Antonella, la più piccina, ruota il mondo delle sorelle maggiori. Un bagno al Charleston di Mondello, un errore fatale. Cinque attrici bravissime, da Donatella Finocchiaro a Viola Pusatieri, Eleonora De Luca, Simona Malato, Susanna Piraino, Serena Barone, Maria Rosaria Alati per una produzione indipendente.
«E’ andata molto bene, il film ha suscitato interesse per la sua sincerità – dice la regista palermitana – per il forte legame d’amore fra le sorelle, per il senso della famiglia». Girato nel 2019 poco prima della pandemia, prodotto da Maria Stocchi per Rosamont, Minimum Fax e Rai Cinema, “Le sorelle Macaluso” è l’adattamento cinematografico della pièce teatrale del 2014 della stessa Dante ed è stato presentato in concorso alla 77ª Mostra di Venezia. E’ uscito nelle sale il 10 settembre 2020 prima che i cinema fossero nuovamente chiusi. E’ rimasto impresso come uno dei film più emozionanti della stagione passata.
Produzione in economia sì ma «il cinema non si può fare con pochissimi soldi, è sempre una macchina impegnativa che richiede apparecchiature adeguate. Ma per un artista non è importante lavorare sul lowcost ma raggiungere i propri obiettivi. Non ho pensato all’aspetto economico nel girare “Le sorelle Macaluso ” ma sono riuscita alla fine a non rinunciare a niente, a fare il film che volevo fare». Al momento la regista e drammaturga sta scrivendo sempre con Giorgio Vasta ed Elena Stancanelli una sceneggiatura tratta dallo spettacolo “Misericordia”, produzione del Piccolo Teatro di Milano assieme al Biondo di Palermo dove non è arrivato ad andare in scena per via delle chiusure: storia di Anna, Nuzza e Bettina che lavorano a maglia di giorno e si vendono la notte e del povero orfano menomato che vive con loro.
Con “Misericordia” e con “Pupo di zucchero” che debutta l’8 luglio al Teatro Grande di Pompei nell’ambito di Pompei Theatrum Mundi, direzione artistica di Roberto Andò a cura del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, la regista parteciperà al prossimo Festival di Avignone. “Pupo di zucchero. La festa dei morti” è liberamente ispirato a “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile, testo e regia Emma Dante. Fra gli interpreti Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Sandro Maria Campagna, Martina Caracappa, Carmine Maringola. Produzione Sud Costa Occidentale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Scène National Châteauvallon-Liberté / ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur / Teatro Biondo di Palermo / La Criée Théâtre National de Marseille / Festival d’Avignon / Anthéa Antipolis Théâtre d’Antibes / Carnezzeria. La Dante torna a Pompei dopo il successo della sua rilettura dell’“Eracle” di Euripide, presentata nel 2018. “Pupo di zucchero” racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena i defunti della famiglia. Nella notte fra l’uno e il due novembre, lascia le porte aperte per farli entrare.
Le storie di Emma Dante sono tutte del Sud. «Sud sì ma specialmente di Palermo, non andiamo quasi mai a Messina e Catania. Palermo è la città che mi ispira per la lingua, i modi di vivere e di parlare della gente. Il Teatro Biondo produce quasi tutti i miei spettacoli e un altro lavoro farò a Palermo quest’anno col Teatro Massimo». La regista palermitana inaugurerà anche la stagione lirica del S. Carlo di Napoli fissata per il 12 ottobre con il nuovo allestimento della “Bohème” di Puccini, diretta da Juraj Valcuha. «Napoli è molto importante per me. Mi accade spesso di scrivere in napoletano. Napoli è la sorella più sfacciata di Palermo. Resta che mi piacerebbe andare in scena a Catania». Un appello da raccogliere. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA