Organizzare un viaggio attraverso la memoria, mediante il supporto della musica, non è un esercizio semplice, bisogna avere lucidità e onestà con se stessi. Una buona parte del paese “Italia”, la si può descrivere grazie all’avventura della discografia e quel momento di mutamenti, iniziato all’inizio dei “settanta”.
Edoardo Bennato appartiene a quel momento di innovazione, di nuovi linguaggi, dello sberleffo a potenti e poteri, con l’aiuto della parola.
Chitarra, armonica, kazoo, tamburello e la sua voce, pronti a graffiare, scalfire sull’onda emotiva, provocata dal ruolo di “One Man Band”.
Anni di album acustici, semplici, seguiti da altri più elettrici per trovare la scansione dei milioni di copie venduti da “Burattino senza Fili”, ai due dischi contemporaneamente numeri uno in classifica, “Sono Solo Canzonette” e “Uffà Uffà”.
Dopo il tour per festeggiare i quaranta anni dall’uscita di “Burattino”, l’architetto partenopeo ritorna sulla via dei teatri italiani con “Pinocchio&Co.”, visitando anche Catania il prossimo 6 dicembre al Teatro Metropolitan.
I sold out della scorsa stagione ti hanno indotto a riprendere i live nei teatri…
Il teatro permette di avere un rapporto ovattato e oserei dire intimo con il pubblico, atmosfera che uno stadio o qualsiasi grande spazio non può offrire…
Sei stato sempre un’osservatore della società, che momento stiamo attraversando…
Una fase delicata, di transizione, dove le poche certezze di qualche anno fà, ammesso ce ne fossero, sono crollate. Un discorso particolare merita il nostro paese, sia per le sue anomalie anche geografiche, rispetto all’Europa continentale, cui nolenti o volenti, facciamo parte…
La globalizzazione che ruolo ha avuto nello sviluppo di queste anomalie…
Il fenomeno può porgere delle opportunità e tali devono rimanere, il limite della globalizzazione consiste nello sviluppo che tende a restringere i “diritti” delle masse come in alcuni casi odierni…
Ironia e sarcasmo, hanno campeggiato nelle tue canzoni………sono ancora chiavi di lettura attuali?
Fin da gli inizi ho trattato con ironia le mie composizioni, scrissi una canzone, “Cantautore”, dove deridevo me stesso….ritengo l’ironia l’unico modo con cui discutere anche di argomenti drammatici senza cadere nella retorica o peggio nella morale..
Le sensazioni che raccogli davanti al tuo pubblico quaranta anni dopo “Burattino senza fili”…
Ho risuonato le canzoni di “Burattino”, perchè più che ieri, siamo circondati da gatti, volpi, grilli parlanti, mangiafuoco….una menzione per “La Fata”, metafora dove narro della condizione femminile, che a tutt’oggi non ha risolto i suoi problemi…
Politici, media, opinionisti, da sempre impegnati a dare un ruolo ai giovani. Quando si tratterà seriamente l’argomento giovani?…
Nel nome del progresso, il dibattito sia aperto, parleranno tutti quanti, “Dotti, Medici e Sapienti”……..sembra scritta oggi!…
Sei un’artista plurigenerazionale, in Italia esiste ancora la discografia?…
Discografia?….Stati Uniti, Inghilterra e Francia ancora!
Viaggiatore per varie latitudini geografiche, la tua scansione naturale rimane Napoli. La dimensione attuale della tua città..
Vivo a Napoli con tutti i paradossi e pericoli possibili,…..rimane la città più bella del mondo…almeno per me.