Cinque anni senza B. B. King: l’intervista inedita e il ricordo di Edoardo Bennato

Di Salvo Pistoia / 13 Maggio 2020

«Sono così abituato a stare in albergo, che anche quando sono a casa, chiudo la camera a chiave come fossi in hotel». Leggerle e ascoltarle queste righe, inducono allo stato d’animo, al fascino diffuso dall’uomo, artista e musicista B. B. King.

Oggi ricorre il quinto anno dalla scomparsa di una luce limpida, purissima, una leggenda blues, che ha prevaricato la legge del tempo, delle generazioni, punto di riferimento per la contemporaneità.

Ha suonato in qualsiasi dove possibile, calcando platee prestigiose, arricchendo il sentimento della sua anima a quella di tanti celeberrimi protagonisti del nostro tempo, uscendone felice e vincitore.

Questa è una intervista inedita, mai lavorata o canalizzata, realizzata da chi scrive nel luglio del 2003, legata al presente dalle parole di Edoardo Bennato, che ebbe il piacere di averlo sul palco nel 1990 al Pistoia Blues, per una jam di “Signor Censore”, insieme a Jeff Healey e Andy J.Forest, rimasta negli annali.

D. Una vita per il blues?

B.B. Sono nato alla foce del fiume Mississippi, ascoltando fin da piccolo blues e jazz, a tutt’oggi di questo mi nutro

D. La sua vita umana ed artistica si è sviluppata sull’arte dell’incontro, l’esperienza con John Landis?

B.B. Ho incrociato la mia chitarra, la mia musica con tanti musicisti di livello, Landis, al di là del ritrovarsi per la colonna sonora di “Tutto in una notte”, lo trovo uomo dotato di enorme sensibilità e arguta persona di cinema, vorrei ritrovarlo per una prossima collaborazione.

D. Duetti, partecipazioni, qual è l’artista che ha lasciato qualcosa di indebile?

B.B. Desidero esprimere un pensiero a tutti quanti hanno attraversato il mio percorso, la mia vita, sperando che il futuro sia prodigo di ospitate per diffondere al meglio quanto so fare sul palco

D. L’incontro con Bono Vox?

B.B. Ammiro quella persona, colta, intelligente e dotata di spessore interiore

D. Se potesse dare una guida al suo futuro…

B.B. Musica, musica e tanta musica, la luce della mia vita

Edoardo Bennato, 30 anni dopo

D. Cinque anni senza B.B.King, al Pistoia Blues Festival, edizione 1990 l’incontro con una leggenda…

E.B. Quel giorno accadde qualcosa di irripetibile, il mio amico Massimo Tassi, nonché compagno di brigata, ebbe l’idea durante il sound check, di bussare alla porta del camerino di B.B. King, proponendo un’ospitata durante la mia esibizione, il maestro davanti a tale invito rispose “Chi fossi io”, la mia storia, il mio bagaglio musicale. A tale richiesta il mio amico con savoir faire, puntualizzò che ero l’autore ed interprete della sigla legata ai mondiali di calcio “Italia 90”.La morale di questa vicenda, consiste che fù possibile realizzare quella jam, con la presenza anche di Jeff Healey ed Andy J. Forest, grazie ad “Un’estate Italiana”.

D. La sofferenza è ancora una componente essenziale nello scrivere canzoni

E.B. Per quanto mi riguarda, il comporre dipende dagli stati d’animo, più che la sofferenza, l’insofferenza verso i luoghi comuni, verso il potere

D. Dopo “Le città di mare”, ritrovi tuo fratello Eugenio

E.B. Eugenio è una sorte di alter ego, escludendo le canzoni che abbiamo cantato, i suoi suggerimenti sono stati preziosi e vincenti, soprattutto nella parte letteraria

D. “La realtà non può essere questa”, è una sofferenza o una traccia dell’anima?

E.B. La canzone è una esortazione, non solo relativa all’attuale emergenza sanitaria, ma all’intero sistema che abbiamo creato, non più sostenibile, urge trovare “L’isola che non c’è”

D. Sei un architetto, alla luce di questa emergenza, sotto quali auspici prevedi il ritorno ai concerti, dovendo bilanciare distanze sociali e luoghi che ospiteranno i live

E.B. Per definizione la musica è aggregazione, non riesco ad immaginare qualcosa di diverso, bisogna avere pazienza, aspettare l’arrivo di un vaccino che ci immunizzi, ritrovando la gioia dello stare insieme, nel frattempo le istituzioni si devono far garanti, affinché nessuno venga lasciato solo e senza protezione economica……..ripeto, “nessuno deve restare indietro”.

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Redazione
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