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Carmen Consoli festeggia il compleanno stasera in concerto a Taormina

"Porterò lo spettacolo con la band al completo. Dopo questi anni che ci hanno visti segregati in casa, senza sapere cosa sarebbe stato di noi e dei nostri abbracci,  porto la mia "famiglia" sul palco"

Di Redazione |

Carmen Consoli festeggia il suo compleanno oggi  in concerto stasera al Teatro antico di Taormina. La cantantessa, dopo aver inanellato un sold out dopo l’altro con la sua ultima tournée teatrale che aveva affascinato il pubblico per la sua originale divisione in 3 atti – tipici proprio del teatro -, ora arricchisce ciascuno di essi e lo trasforma in un concerto a sé, con nuove atmosfere e nuovi suoni, tra rock, acustico ed elettronica. Il concerto di stasera, al via alle 21.30, tappa del “Volevo fare la rockstar Tour” rientra nella programmazione di Sotto il vulcano Fest 2022, con la direzione artistica di Nuccio La Ferlita.

"Questa estate ho voluto preparare tre tour diversi, l'idea è passare da un concerto all'altro con una spinta nuova – spiega Carmen –  A Taormina porterò lo spettacolo con la band al completo. Dopo questi anni che ci hanno visti segregati in casa, senza sapere cosa sarebbe stato di noi e dei nostri abbracci, oggi porto la mia "famiglia" sul palco. È uno spettacolo strutturato in modo particolare: iniziamo dai brani dell`ultimo disco e poi tocchiamo le hit. Ci sono degli strumenti classici come il violino, il clarinetto, chitarra, batteria, basso, batteria, tastiere hammond e suoni recuperati dagli anni Ottanta. Tutto è stato studiato con grande cura, anche la scelta degli strumenti. Alla batteria ci sarà Antonio Marra, che viene dal mio incontro con la taranta. Al basso c’è Marco Siniscalco, che aveva già suonato con me ai tempi di In bianco e nero. Alle chitarre il fedele Massimo Roccaforte. Alla tastiere Ellie Guerriero. Mentre Adriano Murania al violino rappresenta alla perfezione il mio pensiero sul rock. E cioè: non c’è niente di più rock degli archi. E niente di più sinfonico delle chitarre elettriche. La mia vena rock è sempre viva. Per questo tour abbiamo provato il concerto per due settimane proprio in Sicilia, sulle pendici dell’Etna.

Nell'intervista a Monica Cartia pubblicata da "La Sicilia"  a Ferragosto, la cantantessa si raccontava. Eccone uno stralcio:

Lo scorso mese per la seconda volta ha vinto il premio “Amnesty International Italia” con “L’uomo nero”. Il brano denuncia le narrative sovraniste. Cosa ci dice con le elezioni alle porte? «Tutto può diventare “dittatura”. Lo abbiamo visto nel corso della Storia. Francesco Bacone diceva: “Il dominio dell’uomo consiste solo nella conoscenza: l’uomo tanto può quanto sa”. Il problema è che c’è poca conoscenza. Abbiamo mortificato la cultura negli ultimi trent’anni per cui un popolo che si ferma all’apparenza senza approfondire può trovarsi in una “dittatura”. La destra che abbiamo è una deriva populista che si colora di citazioni del ventennio. Prendono le distanze da quel periodo ma si cibano delle citazioni di allora. Mi auguro che il dibattito democratico (in senso etimologico: il dibattito che nasce in seno al governo del popolo) al quale partecipano – credo e spero – molte donne, sia al governo che nelle opposizioni, riesca a tirarci fuori dal pantano dei luoghi comuni e degli slogan a basso costo». 

Quasi sette anni dall’ultimo disco. Com’è cambiata la sua scrittura negli anni? «Credo sia cresciuta con me. È un altro organo vitale, non tangibile ma che funziona e che devo nutrire attraverso cibi non tangibili quindi attraverso l’incontro con le persone, lo studio, il viaggio, la riflessione, la meditazione. E questa corsa, questo tempo che deve essere sempre ridotto altrimento nuoce al profitto per me è una cosa brutta. Sono fuori moda».

In questo ultimo album ci sono i ricordi, la famiglia, le radici. «Se non si ha ben in mente quali sono le radici non si ha il fondamento d’identità. Come dice Franco Battiato siamo “neoprimitivi”, senza coscienza del passato. Le radici se sono salde possono crescere ovunque, non è detto che ci debba essere per forza l’ideale dell’ostrica». 

“Volevo fare la rockstar”, quando lo ha capito? «Da sempre. Però per me da piccola rockstar voleva dire suonare su un palco con le luci. Non pensavo di arrivare a tanto, mi sento superprivilegiata perché so che sono stata fortunata. “Uno su mille ce la fa”, come dice il mio amico Gianni Morandi. Sono partita dalla Sicilia e ne sono orgogliosa e quando suono a “casa” la mia gioia è immensa».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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