Spettacoli
Cannes: Tom Hanks, non ho avuto paura di essere cattivo
La star Austin Butler, ossessionato da anima Elvis oltre icona
CANNES, 26 MAG – Sovrappeso, con una vocina suadente e lo sguardo mefistofelico. Si fa fatica lì per lì a riconoscere TOM HANKS dietro il pingue famigerato colonnello Tom Parker, che è stato l’impresario di Elvis Presley, gestendo quasi tutta la sua carriera con una provvigione del ben 50% (vendette tra l’altro tutta la musica alla Rca, ricavandone 2,6 milioni di dollari), responsabile secondo alcuni anche della sua fine. La sua prova in ELVIS di BAZ LUHRMANN, presentato fuori concorso al Festival di Cannes con 12 minuti di applausi in prima mondiale e molta emozione in sala, è camaleontica. “Non ho mai avuto paura del personaggio, è il mio mestiere di attore mettersi nei panni di qualcun altro. Quello che ho fatto è stato non giudicarlo, ma interpretarlo, anche nelle sue sfumature, nel confine tra bene e male che pure gli apparteneva”, ha spiegato Hanks, due Oscar e una carriera costellata di personaggi per lo più gentili, positivi come in Forrest Gump o The Terminal per citarne due tra i tantissimi. Il regista Baz Luhrmann lo ha definito “coraggioso” e lo ha scelto come figura centrale del film ELVIS, raccontando la sua scoperta, nel 1955, di questo sconosciuto ragazzino bianco con la voce da nero che stava facendo impazzire il Mississippi, affidando a lui la narrazione della sua nuova opera già lanciata verso gli Oscar. AUSTIN BUTLER, 30 anni, attore, cantante, musicista, modello (fidanzato con la modella Kaia Gerber che a Cannes si è commossa agli applausi) diventerà la nuova stella di Hollywood dopo questa prova di Elvis? La vedova Priscilla gli ha pronosticato la statuetta, lui qui al festival da ‘debuttante’ è quasi frastornato. “Ho speso due anni della mia vita per prepararmi a questo ruolo, cercando di imparare tutto ciò che si poteva su di lui, ho lavorato sulla somiglianza, sui capelli, sullo stile, sullo sguardo e naturalmente sui movimenti in cui Elvis è stato davvero unico, ma quel che più di tutto volevo era far emergere la sua anima speciale”.