Carolina approda in Sicilia con “Un Natale favoloso… a Teatro”. La star più amata dai bambini sarà a Catania il 5 gennaio al Teatro Metropolitan, a Palermo il 6 gennaio al Teatro al Massimo e a Marsala il 7 gennaio al Teatro Impero. Inizio alle ore 18. Un sogno che, nel periodo più magico dell’anno, diventerà realtà! Un imperdibile appuntamento live per uno show musicale che racchiuderà i più grandi successi di Carolina e dei suoi simpatici amici elfi, che trasporteranno grandi e piccini in una entusiasmante storia natalizia. Divertimento, stupore, meraviglia, negli occhi dei bambini, che potranno vivere le magiche atmosfere del natale con la loro star e i suoi compagni, in un viaggio magico. «È una storia per bambini – dice Carolina – ci saranno degli elfi che ne combineranno di cotte e di crude e bisognerà risolvere una situazione che inceppa la macchina dei regali natalizi. Con il gioco di squadra e con Babbo Natale riusciremo a risolvere tutta la vicenda. Con me sul palco ci saranno quattro elfi che hanno delle caratteristiche molto particolari. Saranno i risolutori dell’intera situazione».
Tre appuntamenti siciliani, grazie ad una organizzazione di Agave Spettacoli di Andrea Randazzo. Uno show di Stefano Francioni Produzioni, Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci. I testi sono di Carolina Benvenga, le coreografie di Fiorella Nolis e la regia di Morena D’Onofrio.
Qual è il tuo rapporto con la nostra isola?
«Il mio compagno per metà è siciliano. Mio suocero è catanese ed ho una serie di amici proprio a Catania. Con la Sicilia ho un rapporto speciale e sono molto contenta di venire ogni anno con i miei spettacoli, tra l’altro in un momento così particolare come lo è il periodo di Natale. Venire in Sicilia, in pieno inverno, vuol dire anche stare al caldo. Riesco a godermi un inverno più caldo, rispetto a Milano. Per metà sono pugliese, quindi sono molto legata al sud. Ogni volta che vengo mi sento proprio a casa».
Cosa rappresenta il Natale nella tua vita?
«Sono sempre molto felice quando arriva il Natale. È un periodo che mi piace tantissimo, a Natale mi diverto tantissimo. Con il tour è un po’ complicato poter organizzare tutto nei minimi dettagli, ma sono molto tradizionalista. Cascasse il mondo, l’8 dicembre è il giorno dedicato alla realizzazione dell’albero e del Presepe. Da due anni, nel periodo natalizio, sono in giro per l’Italia e vedo casa una volta a settimana. Quella volta la dedico a fare lavatrici e asciugatrici. In più ho una figlia da sei mesi ed è tutto leggermente più complicato, ma deve esserci sempre lo spirito natalizio in casa».
Che mamma sei?
«Sono una mamma poco incline alle routine. Ci sono giornate in cui sono a casa con mia figlia e settimane dove siamo itinerante, in giro per l’Italia. Cerco di farla stare più serena possibile. Ad esempio questo weekend, insieme, abbiamo fatto Firenze, San Benedetto del Tronto e Ancona. Li ho testato la resistenza di mia figlia ed è stata bravissima. Lei con me e il mio compagno era felice e rideva. Stava con tutti, rideva e mangiava. Ha fatto tutto quello che doveva fare, senza nessun tipo di problema. Anche se eravamo itineranti. Sicuramente non sono una mamma generale, perché non le posso dare delle regole ferree. Non ce le ho neanche io. Creiamo le nostre dinamiche personali. La vedo una bambina serena e stiamo andando bene».
Da più di dieci anni, tantissimi bambini sono cresciuti con te ed i tuoi programmi. Tra te e loro non c’è un semplice rapporto di fan, siete proprio una famiglia che si vuole bene. È sicuramente una bella emozione.
«Siamo una gigantesca famiglia, ne sono estremamente felice. Sono felice anche per il fatto che siamo una famiglia anche con i genitori, non solo con i bambini. I genitori mi hanno accettata e approvata all’interno delle loro famiglie. Sono molto contenta di questo».
Oggi sei un volto affermato ed apprezzato dal grande pubblico, alle spalle hai tanta gavetta. Cosa ricordi di quei momenti?
«Ho cominciato a lavorare ad 8 anni, ho fatto tantissima gavetta. Sono felice di averla fatta, perché la gavetta e il lavoro poi si vedono sul campo. Ad esempio, nei giorni scorsi ho condotto “Lo Zecchino d’oro” in diretta, senza nessun tipo di prova. Io e Andrea Dianetti siamo andati in onda senza aver mai provato. Non è stata colpa di qualcuno ma fisicamente avevamo tutti dei tempi diversi per poterci incastrare. Siamo arrivati il giorno prima e abbiamo fatto una riunione durata un’ora di orologio per andare in diretta per ben due ore. Abbiamo portato “a casa” un bel risultato, almeno spero, ed è stato merito della gavetta. In diretta poteva succedere qualsiasi cosa ma, anche senza prove, eravamo sicuri di arrivare al risultato finale. Questo, comunque, è anche uno di quei momenti in cui mi metto alla prova per capire se posso essere in grado. Momenti come questi, poi, mi fanno capire che è servito tutto quello che ho fatto dal primo giorno ad oggi. Tutti i live, gli eventi, le esperienze. Nella vita serve tutto».
Sei protagonista dal teatro alla tv, passando per il cinema ed il mondo della musica. Qual è il tuo “habitat naturale”?
«Sono una tutta fare. È difficile incasellarmi in un singolo ruolo, mi stuferei. Non posso fare la stessa cosa in eterno. Sicuramente la cosa che più è affine al mio carattere è la conduzione. Mi piace parlare con il pubblico, mettere il mio carattere davanti a tutti ed espormi. Mi piace chiacchierare ed avere un contenitore tutto mio. È anche vero che stare vent’anni a fare la stessa cosa non ci riuscirei o per lo meno in maniera parallela dovrei fare altri progetti. Ho bisogno di crescere con linfa nuova».
Sta per concludersi il 2023, per l’anno prossimo cosa chiedi nella letterina a Babbo Natale?
«Di riposare, un po’. Di dormire, un po’. (Ride, ndr). In realtà a Babbo Natale non voglio chiedere niente, sembrerà una frase fatta ma realmente è così. Vorrei chiedere a Babbo Natale di occuparsi di chi realmente ha più bisogno di me. Per me va bene così, alla fine me la cavo sempre. Non si deve preoccupare di me, se mi regala un po’ di sonno, però, sono contenta. Sono molto contenta di quello che sto costruendo. La mia quotidianità l’ho trovata, anche all’interno del lavoro. Sicuramente è un lavoro particolare, oggi c’è e domani bho, ma sicuramente ci si può lavorare sopra. Ogni giorno sto imparando per fare sempre meglio».