Addio a Franco Cerri, grande chitarrista jazz

Di Gioia Giudici / 18 Ottobre 2021

 In piedi, inquadrato a mezzo busto, immerso in una vasca di vetro piena d’acqua fino al collo, divenne famoso come «l'uomo in ammollo» grazie a una celebre pubblicità degli anni Settanta, ma Franco Cerri – mancato a 95 anni a Milano, dove era nato il 29 gennaio 1926 – è stato molto più di questo: chitarrista jazz di fama internazionale, ha lavorato con artisti come Django Reinhardt, Gorni Kramer, Chet Baker, Billie Holiday, Dizzy Gillespie. Il rapporto professionale più longevo, quello con il pianista Enrico Intra, con il quale ha fondato a Milano la «Civica Scuola di Jazz». 

«Ci mancherà, ha sempre riempito le aule della scuola con la sua personalità – ricorda oggi Intra -. Abbiamo suonato insieme per mezzo secolo abitando insieme questo mondo del suono cui mancherà un ottimo docente di chitarra, perché Franco riusciva a comunicare tutta la sua esperienza e personalità d’uomo, era molto comunicativo, disponibile, educato, civile, umano, quelle belle doti che dovrebbero avere tutti quanti, era fortunato chi lo frequentava e quindi anche gli studenti». E dire che lui iniziò a studiare la chitarra da autodidatta, a 17 anni, quando il padre gliene regalò una. Nel frattempo lavorava come muratore e come ascensorista, ma con la sua tecnica riuscì comunque a farsi notare, esibendosi durante la seconda guerra mondiale in spettacoli nei dopolavoro. La svolta professionale arrivò nel 1945, con l’ingresso nell’orchestra di Gorni Kramer, a cui venne presentato dai componenti del Quartetto Cetra, che lo avevano ascoltato dal vivo. Incontrò poi Django Reinhardt, con cui suonò in trio, mentre nel 1950 dall’incontro con il sassofonista Flavio Ambrosetti nacque il primo Franco Cerri Quintet. 

Sono gli anni in cui Cerri si esibisce in tutta Europa, con i grandi nomi del jazz mondiale, da Chet Baker a Lee Konitz fino a Billie Holiday. Dagli anni cinquanta è anche attore e ballerino con Renato Rascel, e conduttore di programmi divulgativi sul jazz per la Rai. Cerri non si limita al jazz, ma lavora anche con Bruno Martino, Renato Carosone, Mina e Roberto Vecchioni, e scrive anche canzoni per spot pubblicitari. Grazie a uno di questi, che pubblicizzava un noto detersivo per il bucato, diventa noto anche al grande pubblico. Guida vari gruppi jazz a suo nome, finché nel 1980 non forma un duo con il pianista Enrico Intra, con il quale fonda la civica scuola di jazz di Milano. In tanti, oggi, lo ricordano sui social: "Buon viaggio, maestro" scrive Saturnino. «Purtroppo – aggiunge Dodi Battaglia – se ne è andato Franco Cerri, uno dei più grandi. Sicuramente il più gentile e disponibile uomo, oltreché musicista che io abbia conosciuto. Un vanto per tutti noi chitarristi italiani. Guidaci da lassù». «Chitarrista jazz di fama internazionale, da Milano – scrive il sindaco Beppe Sala – è entrato nelle case di milioni di italiani grazie alla sua straordinaria bravura e simpatia. Il suo estro e le sue meravigliose note rimarranno sempre con noi».
 

Pubblicato da:
Carmela Marino
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