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A New York tanti applausi per Carmen Consoli: il suo “Eco di Sirene” conquista la Grande Mela

Di Alessandra Baldini |

NEW YORK – In scaletta 20 brani, da «Sulle Rive di Morfeo» a «Confusa e felice» passando per «L’Ultimo Bacio» e «Amore di Plastica»: Carmen Consoli ha conquistato New York in una ex sinagoga del Lower East Side, terza tappa del suo nuovo World Tour «Eco di Sirene» che dall’Avana e Santiago del Cile la porterà fino alla California.

Sala gremita, pubblico entusiasta e a tratti trascinato nel «sing along» delle canzoni più iconiche. Sul palcoscenico neogotico della Angel Orensanz Foundation, accompagnano le due chitarre acustiche della «cantantessa» catanese il violino di Emilia Belfiore e il violoncello di Claudia della Gatta: tre donne che declinano il titolo dello spettacolo prodotto e organizzato da Francesco Barbaro per OTR e, come «sirene», simboleggiano la forza originaria della Madre Terra il cui canto affascina e seduce.

«Ma attenzione», spiega Carmen: «Le sirene non sono solo le bellissime creature che ammaliano e tentano Ulisse: sono anche l’allarme per un pericolo imminente. Quando ho scritto quella canzone, nel 1998, pensavo al conflitto in Afghanistan: adesso è ovunque, dalla Siria all’Ucraina. E poi è allarme per la demonizzazione dell’immigrato percepito come male, per l’uomo che distrugge il pianeta danneggiando i bioritmi dell’ambiente, per la solitudine in un’isola digitale dove perdi la tua anima con un tweet».

«Eco di Sirene» è anche il titolo del terzo album dal vivo della cantante: un doppio cd contenente alcuni tra i più grandi successi registrati durante il tour 2017, più due inediti, «Uomini topo» e «Tano». Carmen canta fatti di vita reale, senza finzioni o giri di parole. Come in «Mio zio», sulle molestie, che a Torino nove anni fa la vide in duetto con Patti Smith. Ambasciatrice di buona volontà di Unicef, la Consoli dedica l’ultimo bis al figlio Carlo, nato nel 2013: «Quando lo prendo in braccio vedo quella bellezza che salverà il mondo».

La prima artista italiana a calcare il palco dell’Olimpico di Roma e l’unica italiana a partecipare in Etiopia alle celebrazioni dell’anniversario della scomparsa di Bob Marley, Carmen a New York è di casa: ha cantato a Central Park e nei club, dal Poisson Rouge a Joès Pub e City Winery sempre col tutto esaurito. Quella della Angel Orensanz Foundation è stata la terza tappa del World Tour partito la scorsa settimana da Cuba: al Teatro deTeatro América del’Avana, 2000 persone hanno applaudito la cantante e un accompagnamento di eccezione: la Camerata Romeu, prima orchestra di musica da camera tutta al femminile in America Latina. Domani «Eco di Sirene» si sposterà a Boston, per passare poi a Miami, Los Angeles e il 19 novembre a San Francisco.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA