Una rivoluzione nell’agricoltura medievale

Di Redazione / 01 Dicembre 2021

La Royal Flowers, neo-azienda agricola costituita dai due soci fondatori Davide d’Aquino e Guglielmo Fichera, punta alla corretta divulgazione delle informazioni sul consumo del Cbd (cannabidiolo).
 Com’è nata l’azienda?
 «La nostra storia s’inizia quando, avendo constatato i benefici dei prodotti contenenti CBD sin dai primi anni in cui essi venivano commercializzati in Italia, ci siamo subito resi conto che, nonostante i numerosi studi era molta la disinformazione e i pregiudizi che riguardavano l’argomento».

 Cosa avete scoperto sull’utilizzo della canapa?
 «La canapa, nei suoi molteplici utilizzi, ha accompagnato l’evoluzione dell’umanità in numerose aree geografiche sin dal neolitico. In Sicilia arrivò nel Medioevo; furono gli arabi ad importarla assieme ad altre piante come la canna da zucchero, il cotone, lo zafferano, il lino. E già allora la canapa rivoluzionò l’agricoltura medievale con il conseguente trasferimento della coltivazione anche nel resto dell’Italia meridionale. Fin dai primi tempi si intuì che si trattava di una pianta polivalente e funzionale a molteplici utilizzi: come combustibile, fibra tessile, per le produzioni d’artigianato e, in fitoterapia, per le sue proprietà antinfiammatorie, lenitive e rilassanti».
 Cosa è necessario sapere sul prodotto? 
«Non bisogna fare confusione, come spesso accade a causa della somiglianza morfologica della pianta di cannabis, tra THC, il principio attivo che possiede anche effetti psicotropi, e il CBD, non psicotropo e utilizzato come antinfiammatorio, antipsicotico, antidolorifico, antiacne, analgesico, antiemetico».
 Oggi la produzione di cannabis da cosa è regolata?
 «In Italia è soggetta alle norme regolate dalla legge 242 del 2 dicembre 2016, che danno poche, ma chiare indicazioni». 
Oggi si valuta attentamente l’impatto che qualsiasi azione umana produce sull’ambiente, qual è l’impatto della coltivazione della canapa?
«L’attività agricola da noi svolta mira alla riqualificazione del territorio etneo ed è in linea con i principi di un’agricoltura sostenibile. La filiera della canapa rientra nei principi della green economy. Infatti i processi di produzione, trasformazione e smaltimento non solo rispettano le linee guida, ma favoriscono il mantenimento di una buona qualità dell’ambiente. La coltivazione della canapa rappresenta infatti una delle migliori risorse rinnovabili in quanto produce prodotti senza sprechi di risorse e inoltre dal punto di vista colturale la pianta ha potenziale per ridurre l’entità di problemi che affliggono il territorio etneo come l’erosione del suolo e la perdita di biodiversità, previene l’inquinamento derivato dai fitosanitari, ha capacità fitodepurative infatti tollera e assorbe i metalli pesanti, necessita di un’irrigazione più contenuta rispetto ad altri tipi di coltivazioni e infine la coltivazione della canapa è fra quelle a minore emissione di gas a effetto serra per unità di biomassa prodotta».

Condividi
Pubblicato da:
Fabio Russello
Tag: grow shop