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Tradizioni pasquali

I Misteri Pasquali di Enna

Un'Immersione sensoriale nella settimana santa ennese tra antiche confraternite e moderna esperienza museale

Di Redazione |

I misteri pasquali a Enna vengono vissuti in raccoglimento e con un sentimento profondo di devozione per le sofferenze di Cristo e della madre addolorata.

Nella Settimana santa ennese si entra con il ritmo sordo di un tamburo che nel silenzio parte segnando il ritmo, il passo. Tutta la città partecipa ai misteri pasquali. La Passione di Cristo a Enna parla, suona e canta per tutti, per credenti e non credenti. Sono 3mila i confrati che sfilano silenziosamente per la città ancora oggi.

Le confraternite ennesi furono fondate nel XVI e nel XVII secolo, sotto la dominazione spagnola. In origine erano associazioni corporative di arti e mestieri, con ampi poteri e partecipavano attivamente all’amministrazione dei beni pubblici con specifici compiti e determinati privilegi. Quasi tutte operavano nelle carceri, negli ospedali e nei ricoveri, prestando opere di misericordia.

Enna ne custodisce ancora 16: Santissimo Salvatore, fondata nel 1261 e certificata come una delle più antiche di Sicilia, Maria Santissima La Nuova del 1531, San Giuseppe del 1580, Anime sante del Purgatorio del 1615, Santissima Passione, del 1660, Santissimo Sacramento del 1687, Maria Santissima Immacolata del 1754, Maria Santissima del Rosario del 1785, Maria Santissima di Valverde del 1799, Spirito Santo del 1800, Maria Santissima delle Grazie del 1835, Sacro Cuore di Gesù del 1839, Maria Santissima Addolorata del 1857, Maria Santissima della Visitazione del 1874, Santissimo Crocifisso di Pergusa del 1973 e Sant’Anna del 2011.

Tutte le confraternite riuniscono i loro rappresentanti, i rettori, all’interno del Collegio, organo istituito nel 1714 dal viceré di Sicilia, poi soppresso nel 1783 e ricostituito nel 1944. Dotato di uno statuto, è supportato dalla figura dell’assistente ecclesiastico.

Da domenica delle Palme a mercoledì santo ogni confraternita, a turno e in processione, si reca al Duomo per un’ora di adorazione eucaristica.

Venerdì santo c’è il grande corteo sacro che vede protagonisti 3mila confrati di tutte le congreghe che partecipano sfilando silenziosamente, dalla più giovane alla più anziana.

Gli incappucciati sfilano con le bianche visiere abbassate, nella penombra delle strade illuminate solo dalle fiaccole.

A chiudere il corteo c’è la reliquia della Spina santa della corona di spine del Salvatore assieme a un pezzettino della sua croce appesa sul Golgota. E ci sono le vare, il Cristo morto e l’Addolorata. I portatori procedono al passo, mentre banda e Coro Passio Hennensis eseguono marce e lamentanze, recuperando brani storici e popolari, anche in siciliano.

La lunga processione prevede una pausa sola, davanti all’ex convento dei Cappuccini (che portarono la reliquia a Enna secoli fa), dove viene impartita una solenne benedizione al popolo da un rappresentante del clero con in mano la Spina santa.

Il sabato santo è la giornata del silenzio e del buio. Domenica di Pasqua, nel pomeriggio, attorno al perimetro della chiesa madre avviene l’incontro festoso e concitato tra la Madonna e il Salvatore risorto.

La settimana successiva, domenica in Albis, è la volta della Spartenza, quando i simulacri del Cristo e di Maria di separano e viene celebrata dal clero la benedizione dei campi.

Da marzo 2023 ha aperto le porte a Enna il Museo multimediale delle confraternite, una realtà unica nel suo genere che riesce a immergere completamente il visitatore nelle suggestive e commoventi atmosfere della Settimana santa ennese attraverso un viaggio sensoriale sperimentabile tutto l’anno.

Protagonisti sono i 5 sensi: i riti pasquali infatti aprono lo sguardo al dolore della morte delle vittime innocenti rappresentate dalle statue del Cristo martoriato e senza più vita dallo strazio di sua madre, hanno un suono unico (quello delle marce della banda di Enna, accompagnata negli ultimi anni dalle voci del coro Passio Hennensis), vanno toccati con mano per sperimentare la bellezza delle stoffe e dei ricami delle vesti indossate dai confrati (ognuna con un colore di appartenenza, un tessuto originale, una manifattura tramandata da generazioni), profumano intensamente di incenso diffuso dal turibolo nelle liturgie sacre e nelle processioni e hanno il sapore delle “cannatedde”, un biscotto tipico della tradizione pasquale ennese.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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