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la festa di Sant'Agata

«La distanza ci aiuta all’amore vero»

Mariella Gennarino del Comitato organizzatore: «In questo momento pensiamo alla gioia di  quando riabbracceremo Agata» 

Di Sonia Distefano |

Libero arbitrio e amore sono temi strettamente legati tra di loro, inscritti all’interno della storia di Agata e sempre attuali, soprattutto in un momento in cui troppe donne ancora rimangono vittime di un amore criminale, e in un momento in cui sembra non essere chiaro il limite tra l’esercizio delle libertà individuali. Ne parliamo con la prima presidente donna del comitato della festa di S. Agata, Mariella Gennarino, recentemente nominata dal sindaco Salvo Pogliese e da S.E. Mons. Salvatore Gristina, arcivescovo uscente della diocesi di Catania, alla guida dell’organizzazione dell’edizione 2022 della Festa di S. Agata, ancora a distanza.  «Anche se con il distanziamento – dice Mariella Gennarino – anche se il sacro busto reliquiario non potrà essere abbracciato dal popolo dei devoti, non vuol dire che dobbiamo essere distanti. È vero che il tema dell’amore è strettamente legato a S. Agata, e chi nella propria vita ha sperimentato l’amore vero, sa bene che l’amore vince, supera ogni distanza fisica. Lo sanno bene le tante persone che per varie ragioni  sono costrette ad amare a distanza, che è un grande sacrificio». «In questo momento pensiamo alla gioia che proveremo quando potremmo riabbracciare Agata e in ogni nostro gesto, in ogni parola, lasciamoci ispirare dal suo amore. Diffondiamo amore. Questo sarà il nostro abbraccio ad Agata nella speranza di poterla riabbracciare presto in presenza».  Se parliamo di amore, se parliamo di Agata non possiamo dimenticare le tante donne offese, umiliate e anche uccise da chi promette loro di amarle.  «Qual è il suo pensiero per le donne vittime di violenza?  «La distanza che stiamo vivendo è certamente una prova difficile, è un grosso prezzo che ci è stato chiesto, ma possiamo trasformarla in un’occasione per educarci ad amare come veri testimoni di Agata e di Cristo. Chi ama desidera proteggere la persona amata ed è giusto che lo faccia, ma non può nemmeno stringerla troppo, perché rischierebbe di soffocarla. Educarci ad amare dunque non presuppone il possesso, ma il rispetto dell’altro».  Lei è impegnata nell’arte. L’arte nel corso dei secoli ha anche avuto un valore educativo, pensa che possa educare all’amore vero? Ha già in mente qualche idea, qualche iniziativa?  «L’arte ha un grande potere: un po’ come la fede, arriva dove non riesce la ragione che deve fare i conti con l’egoismo. L’arte arriva dritta al cuore utilizzando il canale delle emozioni e per questo, a volte, è più potente di un sillogismo. Ho in mente diverse idee che possiamo realizzare tutti insieme in nome di Agata. I tempi tra la mia nomina e la festa quest’anno sono stati troppo stretti, ma penso alle candelore, la nostra arte in movimento, simbolo di luce. Possiamo diventare esempio per le nuove generazioni di comportamenti nuovi, capaci di educare all’amore, al rispetto, che ci insegna Agata, in modo da essere per la città autentica luce che porta a Cristo, coinvolgendo strade, vicoli, quartieri. Dove c’è luce, c’è bellezza, ci sono prospettive nuove, c’è l’evoluzione di un popolo che non spegne le proprie tradizioni, ma le alimenta di energie nuove. Mi piacerebbe partire da qui per fare di Catania la città di Agata tutto l’anno, coinvolgendo tante tipologie di artisti per una street art dedicata alla nostra patrona che invada tutta Catania».   

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