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«È il momento di correre per risolvere i problemi»
Dalla burocrazia al Pnrr, Confcommercio Sicilia mette sul piatto le questioni aperte e invoca risposte dal governo regionale
«Ci sono momenti in cui si può pensare al futuro con una certa tranquillità, altri in cui bisogna correre. Bene, quello attuale è uno di questi ultimi momenti. Le emergenze si accavallano ogni giorno di più. Ed è necessario fornire delle risposte. Perché più passano i giorni, più il sistema delle imprese dei servizi di mercato, fulcro dell’economia isolana, vede deprimersi ancora di più le prospettive future, arrotolandosi su se stesso e valutando come sempre più difficoltà l’uscita dal tunnel». E’ quanto sottolinea il presidente regionale di Conf-commercio Sicilia, Gianluca Manenti, nell’analisi di una fase economica destinata a diventare sempre più complessa.
«Prendiamo la questione del caro carburante – afferma Manenti – non è mai esistita speculazione da parte dei venditori, piuttosto abbiamo avuto la conferma del problema di lungo corso del carico fiscale sugli stessi carburanti. A gennaio, accise e iva hanno rappresentato il 58,2% del prezzo alla pompa della benzina e il 51,2% di quello del gasolio: i più alti tra i Paesi di tutta l’Unione europea. Un pesante gap competitivo che penalizza l’intero sistema economico regionale e in particolare gli operatori del trasporto. Che cosa sta facendo la Regione per cercare di trovare soluzioni che attenuino questo divario? Abbiamo richiamato le principali sfide che attendono questo settore, la prima delle quali è quella di valorizzare e rafforzare il collegamento del sistema dei trasporti e della logistica con il terziario di mercato sia dal punto di vista operativo che da quello della rappresentanza associativa. Occorre sforzarsi di promuovere la mobilità sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico oltre che sociale. Confcommercio rappresenta oltre 40mila imprese in Sicilia e vogliamo fornire suggerimenti su come potere realizzare questo percorso. Si era detto di un apporto specifico con la costruzione di un asse tra Regione e Governo nazionale nella formazione di ricadute positive per il nostro territorio. Bene, siamo ancora in attesa. Anche perché sappiamo bene che rafforzare la produttività complessiva del sistema regionale significa anche semplificare regole e procedure. La Pubblica amministrazione, e lo diciamo a chiare lettere al Governo regionale, deve essere un alleato di chi vuole fare impresa. Oggi, poi, lo snellimento delle procedure burocratiche è uno degli obiettivi per l’attuazione del Pnrr. Sostenere la libertà di impresa vuol dire anche velocizzare i processi amministrativi e necessari. Ma a proposito della ipotizzata liberalizzazione delle variazioni delle destinazioni d’uso urbanisticamente rilevanti, vogliamo evidenziare che la deroga alle previsioni urbanistiche comunali e la compressione del ruolo della Regione potrebbero avere impatti enormemente negativi sulle stesse politiche per il commercio e per la mentalità del modello siciliano di pluralismo distributivo».
Il presidente provinciale Confcommercio Catania, Piero Agen, mette ancora di più il dito sull’attuale piaga. «I rapporti con il Governo siciliano, purtroppo – dice – sono latitanti. Sorprende, per certi versi, che la Regione non stia ascoltando il mondo delle imprese. Il Pnrr è una grande opportunità che rischia di esser sprecata se non nasce da una stretta intesa con il mondo imprenditoriale. L’economia che deve essere rilanciata dal Pnrr la fanno le imprese. E in questo momento è proprio l’interlocuzione con questo mondo, al di là di qualche gradevole eccezione, a mancare. Abbiamo detto che era comprensibile, nonostante il numero delle emergenze con cui confrontarsi, qualche momento di ambientamento, di assestamento. Comprendiamo meno, però, a distanza di mesi, che il presidente della Regione non abbia ancora ritenuto opportuno convocare il tavolo delle associazioni di categoria, partendo dalle più grandi e rappresentative. Ci chiediamo quale sia la ragione di tutto questo indugiare». E Agen prosegue: «Il caro energia? Richiede una risposta sistemica. Con il gas è quasi risolta, sull’energia elettrica va un po’ meno bene. Non vedo quell’accelerazione in tutte le altre risposte che si renderebbero necessarie. A cominciare da un intervento sistemico finalizzato alla ristrutturazione degli edifici, parlo delle civili abitazioni, per evitare la dispersione termica. L’altra grande questione riguarda le comunità energetiche: prospettive interessanti ma anche qui molte cose da chiarire e di fatto succede che le stesse non decollino. Occorrerebbe decidere solo alcuni piccoli aspetti».
«Altro nodo da sciogliere – prosegue ancora Agen – riguarda le infrastrutture. Da mettersi a piangere, ogni volta che andiamo da Catania a Palermo, Messina, Agrigento o Siracusa. Lo stato delle strade cosiddette veloci è a dir poco disastrato. Poi, non si parla più del collegamento Agrigento-Trapani. E, inoltre, registriamo l’assenza totale di un piano ferroviario. Insomma, scontiamo un gap atavico e non si è fatto nulla, in questi anni, per cercare di ridurlo. Vorremmo dunque sapere a che punto sono le proposte risolutive per tutti questi grandi temi. Un’ultima considerazione la vorrei fare dicendo che mi aspetto sempre, da chi vince le elezioni, un progetto di breve, medio e lungo periodo. Bene, ancora non abbiamo visto niente. Anche progettare può essere una risposta. Ma ancora nessuna indicazione in questo senso. Faccio un esempio: la baia di Augusta, indubbiamente la più bella area portuale della nostra isola. Avrebbe potuto usufruire di un investimento del Pnrr. Qualcuno ci ha pensato? Magari cinque anni non basterebbero, ma si potrebbe ottenere una proroga con l’Europa. Però, tutto questo non succederà se non si avvia un serio percorso progettuale che ci porti a superare le fasi di impasse con cui, fino ad ora, ci confrontiamo».
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