Giornata del digiuno tecnologico
In gita senza il telefonino? Si può fare. Ecco l’esempio di alcuni studenti catanesi a Siracusa
All'iniziativa hanno partecipato tanti ragazzi di diversi istituti di Catania e provincia
Alle 8 in punto, come ogni giorno, all’Iis “F. Redi”, sede di Belpasso, suona la campanella che segna l’inizio della giornata scolastica. Alcune aule, però, sono vuote. Le classi del triennio del Liceo scientifico e dell’Industriale sono infatti in pullman verso Siracusa per la “Giornata del digiuno tecnologico”, un’iniziativa pensata tre anni fa – in riferimento al Safer Internet Day che ogni anno, a febbraio, propone a livello nazionale attività per promuovere la sicurezza in rete e far riflettere gli studenti sull’uso consapevole degli strumenti tecnologici – da un gruppo di docenti dell’Istituto di Belpasso e subito accolta dalla dirigente Giuseppa Morsellino.
Il percorso di Santa Panagia
Ancora assonnati, i ragazzi e le ragazze arrivano – accompagnanti dalle docenti Maria Rita Catalano e Angela Barbagallo, organizzatrici dell’iniziativa, e Giovanna Flego e Naomi Patanè – al Litorale di Santa Panagia, dove insieme agli studenti dell’Iis “Marconi” e dell’Iis “Gemmellaro” di Catania , del Liceo scientifico “Einaudi” di Siracusa, dell’Iis “Medi” di Randazzo, iniziano un percorso di circa 5 chilometri che li porta alla tonnara di Santa Panagia. All’iniziativa hanno preso parte anche il Liceo scientifico e linguistico “Amari” di Linguaglossa , l’Istituto comprensivo “Calì” di Linguaglossa e l’Istituto comprensivo “De Amicis” di Randazzo, che con il supporto della protezione civile hanno percorso le vie storiche del paese fino all’acquedotto di Linguaglossa e il Sentiero “La Trainara”.
Il divieto
Tante le raccomandazioni – «mettete la crema solare, usate il cappellino, bevete tanta acqua» – un unico divieto: non si usano i cellulari. Qualche smorfia di disapprovazione, per poi scoprire quanto sia bella la vita off line. Pranzo a sacco in un’oasi incontaminata e tante attività di socializzazione in cui ogni scuola ha portato un contributo tecnico-storico. Ai ragazzi del “Redi” è toccato il compito di spiegare agli altri la lingua Braille attraverso tre cartelloni dove hanno inciso alcune frasi di Archimede, che i coetanei delle altre scuole hanno “studiato” e tradotto, restando affascinati da quei punti che sembravano essere collocati su quel foglio per caso e che invece nascondevano dei messaggi ben precisi.
Il Braille come forma di comunicazione
«Il nostro obiettivo è far capire ai ragazzi che è possibile comunicare anche senza utilizzare i social e i cellulari e promuovere momenti in cui possono socializzare senza avere uno schermo davanti. Anche, perché no, sfruttando forme diverse di comunicazione, come il Braille, per provare a mettersi nei panni degli altri, in questo caso dei non vedenti, che utilizzano un linguaggio diverso da quello a cui sono abituati», spiegano le docenti, che aggiungono: «I ragazzi hanno anche scritto un diario di bordo raccontando le loro sensazioni ed emozioni e realizzeranno un video con le immagini più significative della giornata, che sarà pubblicato sul sito e sui canali della scuola e condiviso con gli altri Istituti che hanno partecipato, in un’ottica di scambio e di rete sempre più proficua».
Una giornata speciale
La prima edizione della Giornata del Digiuno tecnologico, di cui l’IIS Redi è capofila, si è svolta al Parco dell’Etna, mentre la seconda alla playa di Catania. Quest’anno la scelta è ricaduta su Siracusa, dove molti degli studenti partecipanti – 120, di cui 55 del Redi – non erano mai stati. «Il paesaggio era bellissimo, direi mozzafiato – dice Francesco, che ammette di aver utilizzato il telefono, ma solo per fare qualche fotografia – Ho disattivato Internet e devo dire che è stata una liberazione. Solitamente utilizzo i social per stare su Instagram, WhatsApp e YouTube, dove guardo perlopiù vlog americani, interviste e contenuti multimediali in lingua inglese. Ma anche per lo studio. Questa giornata è stata speciale perché ci ha dato l’opportunità di chiacchierare tanto tra di noi e alla fine ci siamo fatti pure un tuffo in acqua».
Neanche la sua compagna di classe, Marialuisa, ha resistito alla tentazione di tirar fuori dallo zaino il telefono per qualche scatto da postare sui social. «Uso troppo il cellulare e in generale tutti i social, soprattutto Instagram, WhatsApp e TikTok. Mi piacciono perché mi aiutano a trasferire un’immagine positiva di me attraverso le foto e i video che pubblico. La giornata “di dieta” dalla tecnologia – aggiunge – è stata una boccata d’aria fresca, perché ormai viviamo tutti costantemente attaccati al telefono, invece abbiamo vissuto una giornata avventurosa, siamo stati in mezzo agli scogli, sembrava di stare al parco avventura. E, soprattutto, ci siamo accorti quanto dialogare con gli altri serva a costruirci come persone».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA