Gli anelli dell’Etna tra i 14 scatti top del 2024 di Nature. Il fotografo Fabrizio Villa: «Col vulcano un rapporto interiore»

Di Ombretta Grasso / 19 Dicembre 2024

Dalla magia delle stelle cadenti su Stonehenge allo spettacolo di milioni di farfalle monarca addormentate che recuperano le forze dopo la migrazione di migliaia di chilometri da Canada e Stati Uniti al Messico, da virus che sembrano fiori colorati al tuffo di 15 metri compiuto dai pulcini di pinguino imperatore, in Antartide, ai rari anelli di fumo emessi dall’Etna: l’autorevole rivista “Nature” ha selezionato anche quest’anno le più belle immagini scientifiche, 14 scatti che raccontano il 2024 da un insolito punto di vista.

Tra le 14 foto c’è anche quella del fotografo e giornalista catanese Fabrizio Villa, autore di numerose mostre e libri fotografici. Un suo scatto racconta un mondo, regala emozioni, scava un nuovo punto di vista. «La foto è stata scattata lo scorso 4 aprile in un periodo in cui l’Etna stava facendo queste manifestazioni straordinarie, anelli di fumo che si creano quando il gas fuoriesce da crateri appena formati – racconta Fabrizio – In questo caso ho scattato dalla Mareneve, si vedono il cratere di Sud Est e gli anelli che salgono in cielo. Nel 2022, a quota 3300, avevo già fotografato gli anelli che uscivano dalla Voragine, è stato molto emozionante vederseli passare davanti».

Con il vulcano c’è un rapporto «intimo, interiore, necessario», sottolinea da catanese doc. «E’ tra i primi soggetti che ho fotografato. E’ un punto di riferimento, un faro, lo sento molto vicino. Se devo scattare un’immagine identificativa di Catania, della provincia, il vulcano ci deve essere. Ho tre punti fermi: l’Etna, Sant’Agata, Bellini».

Orgoglio

Alla Muntagna ha dedicato il volume “Etna colonna del cielo” (De Agostini) con i testi del giornalista Alfio Di Marco. Il riconoscimento di Nature arriva «inaspettato, mi inorgoglisce e ha per me una valenza maggiore perché l’Etna è il territorio che amo, dove vivo – spiega – e in un momento in cui il mondo editoriale non riconosce il valore della fotografia, mi sembra un modo di valorizzare il lavoro, la capacità del fotografo professionista di raccontare con una immagine».

Fabrizio Villa ha iniziato a fotografare a 17 anni, fin da giovanissimo ha collaborato con questo quotidiano, fotografando per numerosi settori, dalla cronaca nera agli spettacoli, occupandosi esclusivamente di fotogiornalismo. «Mi interessa la notizia, la cronaca, testimoniare quello che accade». Le sue foto cercano spesso uno sguardo dall’alto: da un elicottero, da un terrazzo sui tetti, dal palco di un teatro. Foto aeree. Per la Guardia costiera ha realizzato tre calendari fotografici, uno con i testi del giornalista Filippo Arriva. «Ho sorvolato tutta l’Italia in elicottero, fotografando tutte le coste. Una bellissima collaborazione».

Vincitore di premi, tra cui quello dedicato a Maria Grazia Cutuli, Fabrizio Villa tiene una rubrica di fotografia sul Corriere della sera e La lettura. Ha lavorato con le agenzie Associated Press, France Presse e Contrasto. Da molti anni è un fotografo della Getty. «L’agenzia mi ha dato la possibilità di far arrivare le mie foto anche ai giornali stranieri», sottolinea. La sua strepitosa foto dei cuochi al Teatro Massimo Bellini, nel 2019, intitolata “Chef all’opera”. è stata tra le immagini dell’anno del New York Times.

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo