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A ciascuno la sua suocera: la festa mondiale (quotidiana solo per pochi…)

Tra detti e luoghi comuni, la Giornata internazionale si celebra ogni anno la quarta domenica di ottobre

Di Carmelo Di Mauro |

«Sono appena tornato da un viaggio di piacere: ho accompagnato mia suocera all’aeroporto». È una celebre frase di Henny Youngman, comico e musicista americano, evidentemente in rotta di collisione con la madre di sua moglie. Una presenza a volte ingombrante di una parente acquisita che per antomasia ama infiltrarsi negli equilibri di coppia, e in genere è poco soddisfatta dal genero o della nuora, in base al sesso del proprio figlio. Una figura a cui la letteratura e il cinema dedicano da sempre la massima attenzione perché molto semplice da moltiplicare in situazioni paradossali e dal grande potenziale comico.Forse pochi sanno che domani ricorre la “Giornata internazionale della Suocera”, fissata ogni anno la quarta domenica di ottobre. Un’occasione per le nuore di celebrare la mamma dei loro mariti, se il rapporto è di quelli idilliaci, per appianare le divergenze se, come a volte accade, ce ne sono.La prima celebrazione della Giornata della Suocera fu il 5 marzo 1934, in Texas, e ad inventarla è stata Gene Howe, direttrice di un quotidiano locale di Amarillo. Durante la prima edizione gli americani avevano persino composto una giuria per premiare la “Regina delle Suocere” che fu una contadina sessantenne che riuscì ad accasare felicemente ben otto figlie e che vive in perfetto accordo con tutti i suoi otto generi.Gelosia e orgoglio sembrano essere i sentimenti principali quando si parla del rapporto con la suocera. Il commediografo latino Publio Terenzio Afro non lasciava speranze: «Tutte le suocere in pieno accordo odiano le nuore», sentenziò nella commedia “La suocera” nel II secolo a.C. Ancora più caustico, quattro secoli dopo, l’appello lanciato dallo scrittore Giovenale: «Rinuncia alla pace familiare finché tua suocera è viva» (Satire, VI 231-235). E Giovanni Verga nel romanzo “I Malavoglia” (1881) rafforzava il concetto lamentandosi che «fra suocera e nuora si sta in malora».Sono solo tre esempi dei fiumi di inchiostro dedicati a uno degli stereotipi culturali occidentali più radicati, quello della suocera arpia e ficcanaso, in eterna lotta con le vittime preferite delle sue angherie: genero e nuora. Un’immagine replicata in romanzi, commedie, fumetti, persino barzellette (“Mia suocera è un angelo” dice uno e l’altro: “Beato te: la mia è ancora viva!”). E proverbi (“Una suocera è buona e lodata quando è morta e sotterrata”).Nel ‘700 fece scalpore il braccio di ferro tra il giovane marchese Cesare Beccaria (1738-1794) e il padre Saverio, così convinto che il suo matrimonio con la sedicenne Teresa De Blasco fosse economicamente svantaggioso, da ottenere dall’Amministrazione di Milano che il figlio fosse messo agli arresti domiciliari. E, non pago, gli tolse anche i diritti di primogenitura. Ma i due si sposarono lo stesso.Anni dopo, fu Giulia Beccaria (figlia di Cesare e Teresa), madre di Alessandro Manzoni, a odiare la nuora trentasettenne Teresa Borri. Manzoni l’aveva sposata contro la volontà della madre, che si lamentava a sua volta pubblicamente della pigrizia della nuora: «Mentre Alessandro si sveglia presto al mattino per lavorare lei non lascia il suo letto prima di mezzogiorno».Che le ostilità siano indipendenti dallo status sociale familiare è dimostrato dall’elenco di teste coronate, personaggi illustri e leader mondiali a cui la suocera troppo possessiva ha dato filo da torcere.Basta pensare alla vita difficile che condusse Sissi, da quando a soli 16 anni divenne imperatrice sposando l’altrettanto giovane Francesco Giuseppe d’Austria. Il suo carattere ribelle e anticonformista diventò un problema per la suocera, l’arciduchessa Sofia, che pretendeva dalla nuora il rispetto della rigida etichetta che vigeva da sempre alla corte di Vienna.In Sicilia sono i “proverbi” a… festeggiare la giornata della suocera. Quelli che riguardano mogli, mariti e suocere, delle vere e proprie perle di folklore siciliano. A Valverde la Pro Loco, targata Angelo Strano, ha organizzato un incontro a tema con la partecipazione di autori che hanno pubblicato libri su detti e proverbi in Sicilia, come il “locale” Matteo Donato, storiografo e cultore delle tradizioni popolari.La cara, vecchia, saggezza popolare della Sicilia sa sempre cosa dire; quindi, ha saputo trovare innumerevoli consigli per fare in modo che tutto vada per il verso giusto. Prendiamo ad esempio, un proverbio frutto di una argutissima riflessione sul rapporto tra suocera e nuora: “Pàrrimi sòggira e ascùtimi nora” (Parla suocera e ascolta nuora). Questa espressione si utilizza quando si vuole fare arrivare un messaggio a una terza persona, senza dirglielo direttamente.Ma anche il palato trarrà giovamento da questa festa. Pasticcerie e biscottifici di tutta l’Isola non faranno mancare un prodotto tipico, la “lingua di suocera”, biscotto lungo e sottile, friabile, ricoperto di cioccolato fuso fondente, che prende questo nome perchè si dice che le suocere abbiano una lingua molto lunga proprio come questo biscotto.A prendere le difese della suocera ci pensa Papa Francesco intervenendo sul rapporto familiare più difficile in assoluto, quello tra suocere e generi o nuore: «La suocera è un personaggio mitico, ma è la mamma di tuo marito, di tua moglie – spiega Bergoglio, in un estremo tentativo di riabilitarne un’immagine “rovinata” da una lunga sequela di esempi in letteratura e nel cinema – È madre, è anziana, è nonna… ti hanno dato la maternità del coniuge, almeno falle felici».

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