Siracusa
Villaggio Miano, stop allagamenti
In ritardo di 40 anni su un’infrastruttura fondamentale per lo smaltimento di acque bianche e pluviali, (il completamento del canale di gronda), forse la città è finalmente a un svolta (anzi due). E ciò dopo almeno 4 decenni di immobilismo, durante cui si è pure permesso che il territorio perdesse aree vergini che assorbissero l’acqua. Ossia, le amministrazioni che si sono succedute hanno continuato a elargire concessioni edilizie e condoni che hanno finito per impermeabilizzare i terreni e causato allagamenti sempre più gravi a ogni pioggia (villaggio Miano, ma alle ultime piogge anche il sottostante cimitero, e non era mai accaduto). Ecco, dopo tutto ciò, due fatti nuovi negli ultimi dieci giorni lasciano ben sperare per il futuro.
Il primo è l’inserimento dell’opera principale nel patto per il Sud, che serve a realizzare la conduttura mancante di una grande opera monca da sempre (da Pizzuta a canale Pantanelli e dunque fino al mare del Porto Grande). Sono 6milioni di euro che la Protezione civile regionale ricaverà dai ribassi di gara. Tempi di realizzazione 5-6 anni. Mancava il progetto esecutivo? No problem. Mercoledì il Comune ha avviato l’iter per la stesura dello strumento necessario ad accedere al finanziamento.
Il secondo riguarda la realizzazione di un’opera tampone che il consiglio comunale ha inserito nel piano delle Opere pubbliche ma bisognerà reperire nel bilancio di previsione 120mila euro (anche se l’ing. capo del Comune, Natale Borgione, dice che ce ne vorranno almeno 200mila). Quest’ultima servirà, in questi 5-6 anni di attesa, a non far affogare villaggio Miano a ogni pioggia. Tutto s’è sbloccato dopo l’ultima emergenza piogge di fine settembre.
Ecco come sono andate le cose. Il sindaco Giancarlo Garozzo è corso a Palermo con l’obiettivo di convincere la Regione che il viadotto di Targia non sia prioritario, vista la bretella di recente realizzazione. E che quel finanziamento di 5,8milioni di euro fosse, dunque, più utile alla realizzazione dell’infrastruttura per lo smaltimento delle acque pluviali senza cui Siracusa è esposta a gravi rischi a ogni pioggia. «Se permettete è il sindaco di una città che si esprime su cosa sia prioritario nel suo territorio – ha argomentato Garozzo – invece non sono mai stato ascoltato». Richiesta con polemica che s’è consumata in sede di commissione Territorio e ambiente il 5 ottobre, tra Garozzo e il capo della Protezione civile regionale, Calogero Foti. E ha avuto anche momenti tragicomici quando Foti, per “difendere” la scelta del suo dipartimento di finanziare il viadotto di Targia ha dovuto sottolineare la necessità, per un’area sismica, di avere un ponte per «l’arrivo di una colonna mobile». Brusii palesi e scongiuri nascosti hanno sottolineato il passaggio: «Vi potete toccare quanto volete – ha ribadito Foti – questa è la realtà». Ma, di seguito, quello che sembrava un ineluttabile muro contro muro, s’è sciolto in una decisione che, forse, Foti aveva già preso d’accordo con l’assessore regionale Maurizio Croce: «Si possono finanziare entrambe le opere», ha detto. Ecco come: «La soluzione è nell’ambito stesso del Patto per la Sicilia» ha spiegato il capo della Protezione civile regionale. «I soldi – ha proseguito – saranno ricavati dalle economie e dai ribassi di gara». Non ci sarà bisogno, dunque, di scegliere tra terremoto e alluvione, di sancire una priorità riguardo all’eventualità di un evento calamitoso.
E così il comune s’è messo subito a lavorare a questa soluzione. Perché quello che mancava e ancora manca è lo strumento fondamentale per accedere ai finanziamenti: il progetto esecutivo. Cosa di cui Foti ha fatto una colpa al comune di Siracusa. «Noi abbiamo solo un progetto preliminare – si è giustificato Garozzo – perché stilare un progetto esecutivo costa alle casse di un ente. Per questo avevamo deciso di richiedere il finanziamento altrove. Abbiamo predisposto un progetto preliminare inviato nel mese di febbraio 2016 al ministero dell’Ambiente perché c’era un asse di finanziamento da sfruttare. Chiedevano un progetto preliminare perché il legislatore sa bene che per i Comuni è uno sforzo economico non indifferente stilare un progetto esecutivo. Una volta approvato, infatti, danno uno spazio di tempo per trasformarlo in progetto esecutivo». Un progetto preliminare, dunque, esiste. Su quello adesso il comune sta lavorando per renderlo esecutivo. La prova che Palazzo Vermexio si sia messo a lavorare in questa direzione è che a metà settimana una riunione, presente l’ing. capo Borgione, ha sancito definitivamente l’avvio di questa strada.
«Sono state attivate le procedure» ha confermato l’inge. capo. A tale scopo – ecco i costi – serviranno studi idrogeologici, indagini, introspezioni. «Non è un lavoro da niente – ha proseguito Borgione – non si sa ancora quanto possa costare al Comune con esattezza la redazione del progetto perché adesso bisognerà chiedere tutta una serie di preventivi che verranno formulati sulla scorta di pareri del progettista».
Il progettista è un professionista esterno agli uffici comunali, l’ing. Maurizio Garofalo. «Dal momento in cui si stabiliscono le attività da eseguire, passeranno un paio di mesi per trasmetterlo a Palermo. Se crediamo nel finanziamento della Regione? – ha aggiunto – beh, l’input dal sindaco dopo l’incontro a Palermo è stato questo. In ogni caso restiamo in lizza anche al ministero dell’Ambiente. Chi arriva prima non importa». Questa più o meno la descrizione dell’opera che manca alla città da 40 anni: «Consiste nel traferire le acque del Villaggio Miano dall’attuale punto di consegna che è a confine con l’ala Nord del cimitero, al canale Pantanelli. Fatta questa opera, finanziata appaltata e finita, poi bisognerà realizzare le opere secondarie. È come un pettine – spiega – dove l’opera maggiore è la stecca principale, poi servono tutti i denti. L’amministrazione da sé dovrà fare tutti i dentini che vanno a finire in questa stecca». Anche secondo Borgione questa infrastruttura è la priorità cittadina, e secondo lui se il capo della Protezione civile regionale Foti si è esposto sul finanziamento avrà le sue certezze. Talmente prioritaria da tornare ai soldi destinati al Viadotto di Targia.
«Spendere 6 milioni per il rifacimento del viadotto – dice – sono invece soldi buttati. Ho una strada finita – spiega riferito alla cosiddetta bretella – inalterabile nel tempo, a questo punto sarebbe stato meglio spendere 6 milioni per l’infrastruttura del convoglio delle acque o per sistemare le strade a Siracusa. Il mio – corre a precisare – è un giudizio da tecnico. Non è necessario realizzare il viadotto. L’attuale bretella merita di perdere tale denominazione: non è un’opera provvisoria. È una strada che collega Targia a Scala Greca realizzata per durare nel tempo. Contrariamente dal viadotto che rimane, anche dopo una sua ristrutturazione, un’opera alterabile nel tempo».
Ma tant’è, la Regione ha deciso che ce la farà a far rientrare entrambi i finanziamenti nel Patto per il Sud: è tutto grasso che cola. Il problema, semmai, sono i tempi. Per la città contrastare le emergenze del dissesto idrogeologico è prioritario: nelle ultime piogge s’è visto. L’eccesso di cementificazione di viale Epipoli ha aumentato le quantità di terreno impermeabilizzato e l’acqua piovana ha allagato tutto. Di Villaggio Miano sapevamo già, e in alcune strade è emergenza grave, ma alcune novità sono suonate come un campanello d’allarme. È franato il costone a Sud, dove la pendenza del terreno ha portato le acque. La frana ha intasato il canale che scorre verso Pantanelli e Porto Grande e allagato il cimitero con danni enormi. Mai si era arrivati a tanto. Per cui il Comune, calcolato che per il finanziamento regionale – appalto e realizzazione – passeranno 5-6 anni, ha pensato a un intervento tampone per Villaggio Miano. 120mila euro accantonate a tale scopo nel Piano delle opere pubbliche. L’opera la spiegano ancora i dirigenti di Palazzo Vermexio: «Si tratta di una soluzione tampone: la strada che più è coinvolta dal dissesto idrogeologico, via Madonie, dove è presente un avvallamento, si allaga sotto metri di acqua a ogni pioggia. Quindi stiamo studiando la possibilità di realizzare un collettore che vada da lì fino a un altro collettore realizzato dalla ex Provincia nei pressi dei semafori del villaggio Miano. Quello è il punto in cui va a intersecare l’altro collettore: li colleghiamo tramite un pozzetto di caduta e immettiamo tutto nel canale sottostante che dirigerà le acque verso lo smaltimento». Un’autorizzazione deve ancora arrivare per questa soluzione: il Genio civile deve acconsentire all’arrivo nel canale di smaltimento di 200 litri di acqua al secondo. Questa è infatti la portata prevista.
«In questo modo – proseguono i tecnici – gli allagamenti verranno ridotti drasticamente». Si tratta di lavori che interesseranno un tratto di cento metri, per la realizzazione dei quali il consiglio comunale ha appena approvato il finanziamento di 120mila euro, accolto con soddisfazione del firmatario dell’emendamento, il consigliere Alberto Palestro: «Il deflusso delle acque piovane nelle vie Madonie e Monti Peloritani, tra le più critiche del Villaggio Miano – ha detto – è questione prioritaria. Sembra che siamo sulla buona strada e che finalmente qualcosa si possa vedere alla luce. Una importantissima opera che darebbe una prima risposta ai residenti delle due vie interessate, tra le più “disgraziate” di Epipoli».
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