Treni, Catania e Siracusa più lontane. I pendolari: «Addio coincidenze»

Di Daniele Ditta / 14 Maggio 2021

Palermo – Dal 13 giugno al 31 luglio stop ai treni fra Catania e Siracusa per lavori di ammodernamento e velocizzazione della linea ferroviaria. Per collegare le due città Trenitalia attiverà un servizio di bus sostitutivi con fermate in tutte le stazioni, che impiegheranno la bellezza di 2 ore e 18 minuti per coprire appena 51 chilometri. Un’infinità se consideriamo che, normalmente, il percorso in treno dura non più di un’ora e 15 minuti.

Tanto basta per far scattare la protesta dei pendolari, che tra l’altro hanno appreso la notizia casualmente, simulando l’acquisto dei biglietti sul sito di Trenitalia. «Né i territori interessati né i viaggiatori-pendolari a tutt’oggi sono stati informati di questa chiusura già programmata e dei relativi disagi che comporterà. Quando pensa Ferrovie di avvisare l’utenza?», domanda Giosuè Malaponti, presidente del Comitato pendolari siciliani-Ciufer, in una lettera inviata all’assessorato regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiedendo il rispetto del contratto di servizio.

«Nel contratto di servizio – spiega Malaponti – è esplicitamente scritto all’articolo 10 che bisogna assicurare condizioni di viaggio quantitativamente e qualitativamente paragonabili all’offerta base. E invece, per come è stato strutturato il servizio di bus sostitutivi, siamo fermamente convinti che nessuno dei pendolari abbonati potrà e vorrà viaggiare con questi tempi di percorrenza».

Tempi insostenibili: per il collegamento Messina-Siracusa, addirittura, Trenitalia stima fino a 4 ore e 20 minuti di viaggio. Come se non bastasse, per chi rientra da Siracusa salterebbero pure le coincidenze coi treni che da Catania vanno in direzione Messina. Un esempio? Chi da Siracusa prenderà il bus sostitutivo delle 19,25 arriverà a Catania alle 21,43 e non potrà prendere la coincidenza per Messina, programmato con l’orario estivo alle 21,09. Impossibile quindi per chi abita in un Comune della costa jonica poter tornare la sera a casa.

Malaponti pone pure il problema dei costi per chi viaggerà in bus. Il conto della serva è presto fatto: 7,60 euro a fronte dei 4 euro di un pullman diretto di una qualsiasi azienda di trasporto sulla Catania-Siracusa. Che tra l’altro impiega quasi la metà del tempo di uno dei bus sostitutivi di Trenitalia. «Qual è la convenienza e l’utilità del viaggiatore-pendolare a fare un abbonamento da Messina a Siracusa o da Catania a Siracusa, visti i costi del biglietto e i lunghissimi tempi di percorrenza in questo periodo di chiusura?». Dal quesito, Malaponti passa subito alla proposta. Secondo il Ciufer, per cercare di ridurre al minimo i disagi, bisogna «diversificare quantitativamente e qualitativamente le corse dei bus sostitutivi». Ovvero un bus lungo la direttrice Catania-Priolo-Melilli-Siracusa e un altro tra Catania e Augusta, con fermate all’aeroporto Fontanarossa, Bicocca, Lentini e Augusta.

«Siamo pronti a discuterne – dice l’assessore ai Trasporti, Marco Falcone – e a breve programmeremo un incontro con Trenitalia per verificare la praticabilità della proposta del Comitato pendolari. A Trenitalia chiederemo comunque il rispetto del contratto di servizio. Per giovedì prossimo abbiamo fissato una riunione dell’Osservatorio dei servizi ferroviari, che avrà un focus dedicato sulle problematiche relative alla Catania-Siracusa, alla luce dei lavori previsti».

I lavori riguardano la velocizzazione del tratto Bicocca-Augusta e sono stati pianificati da Rfi nel 2004 e dopo un complesso iter burocratico sono stati parzialmente eseguiti nell’estate del 2016 e del 2017. Ora, dopo quattro anni, è prevista la ripartenza.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: autobus bus catania fermate pendolari protesta siracusa stazioni treni