Siracusa
Tra elettori al mare e “civici” ecco il flusso dei voti in Sicilia
Cosa c’è dietro i ribaltoni dei sindaci “civici” eletti in Sicilia? Un interessante spunto di riflessione arriva da uno studio dell’Istituto Cattaneo. Che, in un report sui flussi elettorali cerca di rispondere a due quesiti. Dove vanno i voti dei cinquestelle? C’è una convergenza “legastellata”? Le due città analizzate sono Siracusa e Ragusa.
«A Siracusa ha vinto un candidato di un centrosinistra dalla conformazione particolare, di carattere “civico”. Qui notiamo una nuova emorragia di voti dal centrodestra verso l’astensione (ben il 9% del corpo elettorale). Gli elettori dei cinquestelle sono risultati ininfluenti sull’esito del ballottaggio (quasi all’unanimità hanno scelto di non andare alle urne). Il candidato “civico” di centrosinistra ha saputo attrarre invece la maggior parte dei voti degli altri, numerosi, candidati “civici”». Così l’Istituto Cattaneo di fatto smentisce uno scenario attestato dai retroscena. E cioè che dietro la vittoria di Francesco Italia ci sia stato il voto grillino. La conferma arriva dall’approfondimento sul comportamento dell’elettorato del M5S: il 93,9% si sarebbe astenuto, mentre il 6,1% avrebbe votato addirittura per il centrodestra di Reale. Che, invece, è stato tradito dal massiccio astensionismo degli elettori del centrodestra: quasi uno su due, dopo il sostegno al primo turno, è andato a mare. E non solo. Perché il vincitore Italia, oltre a godere del voto dei tre sconfitti nominati in giunta (Giovanni Randazzo, Fabio Granata e Fabio Moschella), ha pescato un 10% dal bacino dello sfidante Reale, oltre a essere riuscito a convincere chi il 10 giugno s’era astenuto.
A Ragusa, invece, «il centrodestra, a differenza delle altre città del Sud esaminate, non ha avuto grosse perdite verso l’astensione ed è inoltre riuscito ad attrarre un certo numero di elettori che al primo turno avevano scelto M5S (oltre che di quelli che avevano scelto i candidati “minori” o si erano astenuti). Tra centrodestra e cinquestelle, gli elettori di centrosinistra – scrive l’Istituto – preferiscono questi ultimi». Va notato che la dizione “centrodestra” non è la più calzante per Peppe Cassì (sostenuto da civiche, con FdI unico partito), ma in questo contesto il ragionamento che conta è un altro. L’analisi dei flussi in uscita mostra un dato indicativo: ogni 100 elettori che al primo turno avevano votato Antonio Tringali, 18 hanno cambiato idea scegliendo Cassì per il quale (contrariamente alle indicazione dei big di partito) avrebbe votato anche uno su due del centrosinistra e addirittura il 92,3% di chi al primo turno aveva scelto il centrodestra.
Su Ragusa, però, arriva un’analisi ancor più specifica dal Cise (Centro italiano studi elettorali) della Luiss. L’analisi parta dal confronto con il ballottaggio del 2013, che vide il grillino Federico Piccitto (15,8 al primo turno), protagonista di una remuntada. Tringali, stavolta in leggero vantaggio col 22,8%, non ha confermato la capacità del M5S acchiappavoti al ballottaggio. «La straordinaria capacità del M5S di raccogliere le seconde preferenze di quanti non avevano al ballottaggio il proprio candidato preferito consentì a Piccitto lo straordinario ribaltamento degli equilibri, passando da meno di 5.000 voti a oltre 20.0000. Quest’anno non è andata così. Tringali ha aumentato i propri quasi 8.000 voti “solo” del 50% circa, mentre lo sfidante di destra (Cassì) è riuscito quasi a raddoppiarli, scavalcandolo abbastanza nettamente (oltre 6 punti)».
Quali sono i movimenti stimati dal Cise? «Innanzitutto, si nota la non massiccia riconferma degli elettori del M5S, con il 10% che si è astenuto, e addirittura 1/8 che ha votato Cassì. Quest’ultimo non ha subito alcun passaggio diretto al rivale, e ha ceduto meno del rivale al non voto (7%)». Il Cise analizza anche il comportamento degli sconfitti al ballottaggio: gli elettori dei candidati appoggiati da Pd e Fi (Calabrese e Tumino) hanno preferito Tringali: poco meno della metà, con meno del 10% verso Cassì. Al contrario, però, il candidato del M5S è stato sconfitto nell’elettorato dei candidati civici Migliore e Ialacqua e, sorprendentemente, in quello del candidato di sinistra (Massari). Questo ultimo flusso vale oltre un elettore ragusano su 30, e da qui proviene un sesto dei voti di Cassì al ballottaggio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA