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Nel Siracusano

Stop al depuratore di Priolo, 4.500 posti a rischio

Riesame conferma decisione gip Siracusa. Ministro Urso: "Gravissimo"

Di Alfredo Percoraro |

Mentre Cgil e Uil radunavano i lavoratori per lo sciopero contro il piano dell’Eni di chiudere l’impianto di cracking di Versalis con 530 lavoratori, tra diretti e indotto, a temere per il posto di lavoro, una tegola ancora più pesante s’è abbattuta sull’area industriale di Priolo (Siracusa). Con costi sociali che sarebbero ben più alti, in pericolo ci sarebbero oltre 4.500 lavoratori dell’intero comprensorio siracusano.

La vicenda riguarda il depuratore Ias Spa. Il Tribunale del Riesame di Roma ha confermato il divieto di prosecuzione dell’attività di conferimento all’impianto da parte delle industrie locali, disposto dal gip di Siracusa. A lanciare l’allarme è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che appresa la notizia ha subito fatto un’informativa al Consiglio dei ministri e, d’intesa con il ministero dell’Ambiente e la Regione Siciliana, ha convocato per giovedì 21 novembre a Palazzo Piacentini un tavolo con tutte le forze produttive e sindacali. del territorio e gli enti locali sul futuro dell’area industriale di Priolo Gargallo.«Ancora una volta la decisione di un Tribunale rischia di vanificare l’azione di governo a tutela dell’interesse generale. Stavolta ad essere colpito è proprio il diritto al lavoro di migliaia di persone in una zona strategica della Sicilia. Per colpire il governo colpiscono il Paese», la reazione a caldo di Urso. Che parla di «decisione gravissima che mina la stabilità e il futuro dell’intera area industriale, compromettendo il destino di migliaia e migliaia di lavoratori, delle loro famiglie e le possibilità di sviluppo dell’intera Sicilia».

Il decreto-legge 187/2022 aveva attribuito al Tribunale di Roma la competenza per l’appello sui sequestri riguardanti aziende di interesse strategico nazionale, tra cui, appunto, l’Isab di Priolo. Quest’ultima, insieme ad altri operatori, convoglia i propri reflui industriali al depuratore di Priolo Gargallo sotto sequestro giudiziario. Poiché il sequestro rischiava di interrompere l’attività produttiva, il governo era intervenuto con il decreto stabilendo un percorso per riportare gradualmente i parametri emissivi entro i limiti previsti, indicando un termine di 36 mesi. Tuttavia, il gip di Siracusa ha rifiutato di applicare il decreto e ha recentemente disposto il divieto al conferimento dei reflui. In risposta, l’Avvocatura dello Stato aveva presentato appello al Riesame. Il Tribunale, anziché entrare nel merito, ha rimesso alla Corte costituzionale la questione della competenza territoriale, senza sospendere l’efficacia del provvedimento del Gip di Siracusa. L’ordinanza è attualmente in fase di pubblicazione in Gazzetta ufficiale e la pronuncia della Corte costituzionale potrebbe non arrivare prima di sei mesi.

«Con lo stop al depuratore – continua Urso – si compromettono le operazioni di aziende di primaria importanza come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol, con un impatto devastante per il tessuto economico e sociale della zona», aggiunge il ministro, che a breve convocherà un tavolo «con tutte le forze produttive e sindacali del territorio e gli enti locali». «Chiederò inoltre agli organi competenti aggiornamenti sui dati emissivi del depuratore, cosicché se, come ritengo, la situazione ambientale sta progressivamente migliorando, si possa proporre, nelle forme e nei modi opportuni, alla luce delle sopravvenienze, un nuovo pronunciamento del gip», è la posizione del ministro. A fare asse col governo nazionale anche la giunta regionale di Renato Schifani. «”La Regione siciliana, in piena sinergia con il governo nazionale continuerà a fare tutto ciò che è nelle proprie competenze per tutelare i lavoratori, le loro famiglie e il tessuto produttivo del territorio. Il nostro obiettivo – afferma Schifani – è garantire non solo la tenuta occupazionale, ma anche il rispetto di una transizione ambientale che salvaguardi il diritto al lavoro e lo sviluppo sostenibile della Sicilia». Perché, riflette il governatore, «questa crisi non può essere affrontata con estreme rigidità procedurali che ignorano il merito della questione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA