CATANIA – Il Gup di Messina, Monica Marino, ha rinviato giudizio Giancarlo Longo, l’ex sostituto procuratore di Siracusa coinvolto nell’inchiesta sul «sistema Siracusa», al centro di un’indagine della Guardia di Finanza di Messina. Con lui, davanti alla seconda sezione penale del Tribunale, il 21 novembre prossimo dovranno comparire, come imputati, anche i tecnici Francesco Perricone e Giuseppe Cirasa. I tre si aggiungono al troncone di altri sette indagati, che già erano stati rinviati a giudizio in precedenza. Parte civile nell’udienza il Comune di Siracusa, Legambiente, e l’ Ordine degli avvocati di Siracusa.
Cinque anni di carcere e le dimissioni dalla magistratura dell’ex pm Giancarlo Longo, accusato di corruzione, non sono sembrate una sanzione sufficiente, tre giorni fa, a Gup Tiziana Leanza, che ha respinto la richiesta di patteggiamento a 5 anni, ritenendo la pena incongrua nonostante il parere favore della Procura. Il Gup ha rigettato le richieste di patteggiamento anche per Perricone e Cirasa, disponendo la prosecuzione dell’ udienza preliminare davanti al gup Marino.
Il procedimento nasce da una inchiesta dei pm della città dello Stretto, guidati da Maurizio De Lucia, competenti proprio per il coinvolgimento di Longo che all’epoca delle accuse era in servizio alla Procura di Siracusa. L’inchiesta ha al centro due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore che per anni avrebbero pilotato inchieste e fascicoli al tribunale di Siracusa per avvantaggiare loro clienti di peso come i costruttori siracusani Frontino. Anche per Calafiore, che da mesi con Amara collabora con i pm, il Gup ha respinto il patteggiamento.