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Siracusa, l’abbraccio di Santa Lucia alla Madonnina e poi il rientro in Cattedrale

Di Massimo Leotta |

SIRACUSA – Occhi lucidi e il desiderio impossibile di non chiudere quella nicchia. Santa Lucia ha salutato i suoi devoti dopo una settimana di festeggiamenti in suo onore. Il simulacro della patrona di Siracusa ha fatto ritorno in cattedrale al termine della processione iniziata nel pomeriggio da piazza Santa Lucia. Una processione, come sempre, caratterizzata da momenti altamente simbolici. Uno, un po’ più pagano e che ha acceso le polemiche è stato immediato: quando agli sportivi siracusani sono stati consegnati i ceri che poi hanno condotto in processione. Gli altri momenti sono stati l’incontro con i degenti dell’ospedale Umberto I, il tratto di processione in cui i vigili del fuoco hanno trasportato il simulacro, i fuochi d’artificio all’ingresso in Ortigia, ma prima ancora “l’incontro” con la Madonnina delle Lacrime. Dentro l’area del santuario sono stati i dipendenti a trasportare il simulacro. Poi l’incontro con il quadretto di gesso che ha versato lacrime umane. Un momento di grande commozione e intensità. Reso tale anche dalle parole del rettore del santuario padre Alerelio Russo.

«L’incontro simbolico, ma eterno in paradiso, tra Santa Lucia e la Madonna delle Lacrime, permette di specchiarci nella loro bellezza e di attingere alla loro santità – ha detto-. La Madonna, che è Madre di Dio e Madre nostra, ci ricorda con le sue Lacrime quanto siamo preziosi al suo Cuore di Mamma. Lei, che si è presa cura di Gesù Bambino dal concepimento fino alla morte in Croce, si preoccupa anche di ciascuno di noi e con il suo pianto ci addita la via della giustizia e della pace». E sono stati rilanciati i temi del discorso del 13 dicembre dell’arcivescovo Pappalardo sul degrado morale di Siracusa.

«La violenza e la prepotenza dei figli addolora il suo cuore Immacolato. Ella piange tutte le volte che non ci rispettiamo, che ci facciamo del male. Certamente la Madonna piange di fronte ai fatti criminali che ultimamente hanno colpito la nostra città, ferendola e umiliandola. Il nostro arcivescovo, nel suo discorso del 13 dicembre scorso, ha espresso il “Grande disappunto per il degrado morale che in quest’ultimi mesi si è manifestato anche con atti di terrorismo di stampo mafioso”. Questi atti criminali addolorano Santa Lucia e feriscono il cuore della Madonna. A loro chiediamo che liberino Siracusa dalla peste della violenza, che suscitino guide illuminate ed educatori sapienti che insegnino alle nuove generazioni una consapevole presa di responsabilità del bene e del bello. Diciamo no alla Violenza. Diciamo no alla superficialità di chi imbratta i muri con volgarità che insultano i nostri valori civili e religiosi. Noi sappiamo che non si può dire cristiano chi agisce con violenza, chi non rispetta i diritti degli altri, chi oltraggia le donne, chi non rispetta i fanciulli e gli anziani. Gesù è presente nell’altro e ci ricorda: tutto quello che avrete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto. Gesù ci ha insegnato la via della mitezza e dell’umiltà. La pagina di Caino e Abele è stata soppiantata dalla Croce di Gesù che è morto per la nostra salvezza. Chi compie il male, non lo fa solo all’altro, ma fa male a tutta la società e quindi a se stesso».

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