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Siracusa, i cumuli di rifiuti dei “furbetti” della differenziata

Di Seby Spicuglia |

SIRACUSA – «Cosa è cambiato? Direi non molto…». Canticchiando Lucio Battisti nel suo “Ho un anno di più”, si potrebbe riassumere l’umore dei siracusani a qualche giorno dal cambio di gestione dei rifiuti in città col passaggio dall’Igm – che ha svolto la mansione per 70 anni – alla Tekra, la nuova azienda che da subito è scesa in campo col vecchio personale riassorbito ma con mezzi nuovi di zecca, e la voglia di fare la differenza.

Ma la differenza è questione anche di percezione, e il cambiamento guardato senza romanticismi da alcune zone di Siracusa sembrerebbe non aver portato all’attesa rivoluzione. La Borgata – con la festa in onore della patrona Santa Lucia in fieri, sembra restare terra di nessuno, in prossimità della piazza omonima della martire, dove la deprecabile abitudine di abbandonare sacchi della spazzatura dove capita prima non è terminata, così come nelle vie che dalla Borgata si estendono fino a raggiungere prima viale Cadorna e poi Corso Gelone.

E’ vero che fin dal primo giorno, funestato dalla decisione del Tar di Catania che ha gettato scompiglio sul tavolo del servizio di raccolta rifiuti e rimescolato le carte, la Tekra ha teso a mostrare da subito i muscoli, schierando in strada ogni mezzo possibile e sguinzagliando il personale acquisito a caccia di lordure e immondizia indisciplinata, e che i mezzi hanno fatto ritorno alla sede di viale Ermocrate con le pance piene.

Ed è vero anche che gli stessi operatori ecologici hanno fatto di tutto per inaugurare il primo giorno con la nuova azienda impegnandosi al massimo, in una sorta di iperattivismo che ha soddisfatto i cittadini che fin dal primo mattino si sono imbattuti nei nuovi mezzi bianchi e verdi, indubbiamente meno vetusti dal punto di vista estetico di quelli cui l’Igm aveva abituato la città. Ma restano ancora sacche di recrudescenza di quell’abbandono indiscriminato che concorrono ad ovattare la possibile qualità del nuovo servizio e che suscitano nei passanti e nei residenti rabbia e indignazione. Campioni di questo triste primato sono i quartieri marinari, tutta la lunga striscia di frazioni estive come fontane Bianche, l’Arenella e circondario che non smettono di essere prese di mira dagli “sporcaccioni in trasferta”. Questi ultimi sono taluni siracusani – ma non solo – che ormai conoscono a menadito gli orari in cui è difficile imbattersi nei controlli dei Vigili Urbani o della Polizia Ambientale, e che per questo caricano l’immondizia accumulata in casa per poi scaricarla nei cassoni disposti nelle strade dei quartieri marinari. Da qui composizioni di sacchi dell’immondizia in equilibrio precario che si aggiungono a quelli correttamente depositati dei residenti, accalcandosi fino a costituire vere e proprie montagne di rifiuti pronte ad essere dilaniate dalle fauci dei cani randagi affamati o ad attirare nugoli di insetti di ogni genere, quando non addirittura roditori famelici.

La Polizia Ambientale sottolinea che comunque la loro presenza – coadiuvata da una vera e propria task-force di Forze dell’Ordine – costituisce un deterrente sempre più robusto, e che i numeri di questo genere di reato sarebbero in decrescita, ma allo stesso tempo ammette che la cattiva abitudine degli “abbandonatori” seriali è difficile da estirpare.

Tra i cittadini cresce invece il malumore per un cambio appalto che proprio per le sue implicazioni legate al Tar rischia di apparire confuso e comunque partito col freno a mano tirato, almeno a livello di percezione psicologica: da questo punto di vista l’affidamento del servizio alla Tekra fino al 31 gennaio rafforzerebbe la sensazione di una situazione precaria e quindi mutabile. Ottimale, pensa qualcuno, per continuare a fregarsene delle regole e gettare l’immondizia dove capita prima. Un’occasione mancata per mostrarsi cittadini consapevoli e responsabili a prescindere da chi, in definitiva, otterrà alla fine dei giochi l’appalto di igiene urbana a Siracusa.

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