Siracusa
Seggio conteso Ars, Gip si oppone a richiesta archiviazione
PALERMO – «Il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Roberto Riggio, si è opposto alla richiesta di archiviazione sul caso riguardante le elezioni bis in nove sezioni della provincia di Siracusa che hanno tolto il seggio conquistato alle regionali del 2012 a Pippo Gianni per assegnarlo a Giuseppe Gennuso». Lo dice l’ex deputato Pippo Gianni.
L’anno scorso la Corte di Cassazione aveva messo fine alla querelle per un seggio all’Ars nella circoscrizione della provincia di Siracusa. I giudici della Suprema Corte hanno ritenuto inammissibile il ricorso presentato dall’ex deputato all’Ars, Pippo Gianni, contro l’elezione all’Assemblea regionale Siciliana Pippo Gennuso, quest’ultimo eletto in una mini tornata elettorale il 5 ottobre del 2014, dopo la ripetizione del voto in nove sezioni della provincia di Siracusa per presunti brogli.
«Le ipotesi di accusa – prosegue Gianni – che rimangono in piedi in vista dell’udienza fissata per il prossimo 7 aprile sono quelle di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, in concorso. Tra le persone coinvolte nell’inchiesta ci sono gli attuali deputati regionali Giuseppe Gennuso e Roberto Di Mauro, l’ex presidente della regione Raffaele Lombardo e il parlamentare nazionale Saverio Romano. Ho contestato la tornata elettorale bis perché espressamente vietata dalla legge regionale 29 del 1951 che prevede in casi di errori e di situazioni non chiare in una sezione, che questa non viene conteggiata».
«E’ evidente – continua Gianni – come su questa vicenda c’è un responsabile politico e istituzionale che è il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, il quale non avrebbe dovuto far passare questo atto di ritorno parziale alle elezioni in un provincia quando la legge non lo consente. Ma ci sono tante cose che ancora non ho capito, come la storia delle schede che prima erano danneggiate, poi sono scomparse e finite in discarica e poi riemerse parzialmente. Ancora oggi risulta pendente il procedimento contro il dipendente del Tribunale coinvolto in tale vicenda». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA