Omicidio
Scieri, tre degli imputati chiedono il rito abbreviato
Tra loro anche l’allora comandante della Folgore, generale Enrico Celentano
Tre dei cinque imputati, pur con capi di imputazione diversi tra loro, nel processo per la morte di Emanuele Scieri, il parà di 26 anni morto nella caserma "Gamerra" di Pisa il 13 agosto 1999, hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato mentre gli altri due saranno processati con il rito ordinario. Hanno chiesto l’abbreviato il sottufficiale dell’Esercito Andrea Antico, l’unico tuttora in servizio, accusato di omicidio volontario in concorso con Alessandro Panella e Luigi Zabara; Salvatore Romondia, ex aiutante maggiore, e l’allora comandante della Folgore, generale Enrico Celentano. Romondia e Celentano sono accusati di favoreggiamento, Il gup Pietro Murano ha già fissato il calendario delle prossime udienze.
Il 24 settembre sarà il giorno della requisitoria del pm Sisto Restuccia, che si esprimerà sui riti abbreviati e sulle richieste di rinvio a giudizio per gli ex caporali Panella e Zabara i quali hanno invece scelto di essere giudicati con rito ordinario. Il 27 settembre discuteranno le parti civili. L'udienza conclusiva con i pronunciamenti del tribunale è fissata per l’11 ottobre.
Il sottufficiale dell’Esercito Andrea Antico nel corso dell’udienza preliminare odierna ha fatto spontanee dichiarazioni leggendo una memoria difensiva con la quale ha ribadito la sua innocenza e che è stata depositata agli atti del processo. Antico, hanno riferito i suoi difensori Fiorenzo e Alberto Alessi, «ha spiegato che lui partì il 12 agosto per una licenza terminato il servizio e che non era a Pisa quando Scieri fu ucciso e neppure tre giorni dopo quando fu ritrovato il cadavere». Il sottufficiale ha inoltre ricordato, sempre secondo quanto hanno riferito i suoi legali, «che questa vicenda l’ha sottoposto a sofferenze e disagi economici avendo speso soldi anche per un investigatore privato nel tentativo di trovare pezze d’appoggio tra movimenti bancari e biglietti dei treni ed altro per dimostrare la sua assenza da Pisa in quel periodo, anche se il troppo tempo trascorso non ha permesso di trovare alcunché di significativo».
Romondia, invece, ha chiesto ed ottenuto di essere interrogato per chiarire alcune circostanze su quei giorni, ha spiegato invece l’avvocato Barbara Druda che lo difende, «alla luce di documenti già depositati dal pubblico ministero: lui era ufficiale d’ispezione quando fu trovato il corpo di Scieri e il tempo trascorso non ha consentito in sede di esame di far affiorare ricordi certi sulle attività che svolse relativamente a comunicazioni e annotazioni dell’accaduto». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA