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Rifiuti, troppa differenziata e Siracusa va in tilt

Di Giuseppe Bianca |

Palermo – «Certo un motivo ci sarà se le leggi che escono dalla quinta commissione vengono approvate e le altre no». Sfreccia così nei corridoi di Palazzo dei Normanni l’opinione sibillina di uno dei deputati del Pd, che non ne fa una questione di bandiera (tanto più che ora il presidente Luca Sammartino è transitato a Italia Viva), quanto una constatazione di fatto del lavoro svolto in passato tra governo e opposizione. Gli indizi e gli auspici servono però poco. Al momento le diplomazie, tra maggioranza e opposizione tacciono. Sulla legge di riordino della governance dei rifiuti infatti, il presidente della Regione, Nello Musumeci, non ha cambiato idea. Il governo non tornerà in aula se non verrà abolito il voto segreto. Una premessa di metodo a cui Palazzo d’Orleans non vuole rinunciare a partire propria dalla norma su cui maggioranza e opposizione sono chiamati a «metterci la faccia».

E così oggi, l’Aula potrebbe occuparsi d’altro facendo scorrere l’ordine del giorno rinviando la discussione sul ddl rifiuti. Gli ufficiali di collegamento, in verità, non hanno avuto gioco facile nella fase d’esordio, poco felice, della legge. E nel centrodestra non manca chi, per esempio individua nel capogruppo di DiventeràBellissima, Alessandro Aricò, un tessitore di ricuciture da mandare in avanscoperta, a supporto dell’attività tecnica di sintesi che il presidente della commissione Ambiente Giusi Savarino ha fin qui assicurato. Ma sul ddl rifiuti la questione rischia di non essere legata solo ai nomi, quanto ai contenuti e soluzioni che ancora possono essere trovate. Il cammino interrotto con il voto segreto che ha impallinato la legge al primo articolo, oltre a sancire i limiti numerici della coalizione, ha messo nudo evidenze di confronto senza esiti su diversi punti.

Le questioni del pallottoliere faranno compagnia al centrodestra per l’intera legislatura, ma le soluzioni su cui mediare rimangono da trovare, punto per punto. E se il ritorno in commissione di una parte dei punti critici sul ddl rifiuti era per Musumeci il migliore viatico possibile da percorrere, sono rimaste senza una idea da sviluppare, per esempio, le questioni sollevate dai dem sulle gare già assegnate in metà Sicilia (171 fino al 2025 in assenza di rescissioni di contratti) dalle attuali società di gestione con una percentuale che arriva invece al 38% delle gare ancora da affidare. Nella legge tocca gli articoli 36 e 37 per esempio risolvere la questione creando un meccanismo di regolamentazione che non vada a interferire con quanto già stabilito. È altrettanto vero però che i nodi rimangono anche altri e coinvolgono i territori, anche oltre la norma in questione.

A tal proposito nei giorni scorsi non è mancato l’ennesimo carteggio tra Viale Campania, sede del dipartimento Acqua e rifiuti e i Comuni siciliani su alcune problematiche relative alla raccolta del vetro. A Siracusa infatti l’aumento della raccolta differenziata ha portato a specifici problemi tra conferimento e smaltimento, al punto che lo stesso assessore Alberto Pierobon, in una nota ha ricordato come fosse «certamente prevedibile l’aumento della raccolta differenziata» e che «era necessario predisporre ogni atto utile all’incremento della capacità di stoccaggio del vetro». Nella stessa nota l’assessore ha anche citato l’accordo sottoscritto con il Consorzio nazionale imballaggi (febbraio 2019), lasciando intendere che ogni ritardo sul potenziamento dell’impiantistica nei comuni, rischia di avere effetti esponenzialmente negativi. Ieri, infine, la giunta convocata per la tarda serata, tra i punti all’ordine del giorno prevedeva oltre a un intervento di prevenzione ambientale sulla discarica di Bellolampo di Palermo, un protocollo d’intesa sperimentale con Sicindustria sulle bonifiche nel territorio della regione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA