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Plastica e vetro, le spiagge siciliane ridotte a discariche a cielo aperto

Di Giuseppe Bianca |

Il mare come una grande, incommensurabile, discarica. Dai cotton fioc ai blister delle medicine o delle lenti a contatto, ma anche bottiglie, piatti, sacchetti abbandonati. La Sicilia delle cattivi abitudini non si discosta dal resto del Paese. Dal wc di casa alle spiagge, l’expo triste e desolante di un sistema difficile da correggere, attraverso cui le ferite dell’inquinamento lasciano ampia traccia di sé, si presenta con numeri precisi da cui è difficile scappare senza una presa d’atto consapevole. Un trend impietoso. Secondo l’indagine Beach Litter 2018 condotta da Legambiente, per ogni passo che facciamo su una spiaggia si incontrano quattro rifiuti: plastica, vetro o pezzi di metallo. Che siano rifiuti abbandonati consapevolmente o provenienti dagli scarichi non depurati, cambia poco.

Secondo i dati riportati il panorama è uniforme con picchi che lievitano nel caso di Punta delle Formiche a Pachino dove, su un’area di 1100 metri quadri sono stati rinvenuti 311 rifiuti di cui 273 di plastica (88%) o di Babbaluciara (Agrigento) con 1552 rifiuti di cui 1345 di plastica (87%) su una superficie di 1200 metri quadri. Dietro la lavagna finiscono anche la spiaggia di Maganuco a Modica ( 287 rifiuti di cui 244 di plastica (70%) su un’area di 650 metri quadri, ma anche S. Marco a Calatabiano (Messina) con un report parziale riferito da Legambiente di 89 rifiuti di cui 62 di plastica (70%). Maglia nera nella Sicilia occidentale la spiaggia palermitana di Romagnolo con 4383 rifiuti di cui 2630 di plastica (60%), con una bonifica della zona sempre sussurrata, specie in tempo di elezioni, ma mai veramente tentata.

In particolare i rifiuti derivanti dalla cattiva gestione urbana, per le spiagge siciliane, sono rappresentati da immondizia derivante da abitudini dei fumatori (principalmente mozziconi di sigaretta, ma anche accendini, pacchetti di sigarette e loro imballaggi) e da imballaggi alimentari. Sono considerati anche i materiali da costruzione, le buste di plastica e gli imballaggi non alimentari.

Gli usa e getta rimangono dunque un volume consistente. Considerando la “durata di vita” che hanno i rifiuti registrati dall’indagine Beach Litter di Legambiente, è possibile evidenziare come la maggior parte di essi sia stato creato per avere una vita breve. Se consideriamo le bottiglie di plastica (compresi tappi e anelli), stoviglie usa e getta (bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) e buste in plastica tutti insieme si arriva al 22% di ciò che costituisce un rifiuto sulle spiagge della Sicilia.

Nella legge di bilancio dello Stato è stato inserito un emendamento riguardante proprio i cotton fioc, che a partire dal 2019 dovranno essere biodegradabili e compostabili. Sulla confezione dovranno essere riportate indicazioni riguardo il corretto smaltimento degli stessi. L’Europa invece ha stabilito, in una proposta di direttiva, l’obbligo di utilizzo di materiale sostenibile per stoviglie, cannucce e cotton fioc. Servono, ma ancora incidono poco, campagne di comunicazione mirate, mentre un ruolo attivo andranno a svolgerlo i sindaci (è di ieri la notizia che il sindaco di Lampedusa, Martello, ha vietato la vendita di stoviglie e contenitori monouso). In fondo, abbattere questo muro di scarsa civiltà è alla nostra portata. Basta volerlo, pensandoci al momento giusto.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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