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Palazzo Vermexio, bilancio ok, maggioranza ko il sindaco perde pezzi nel Pd

Di Massimo Leotta |

Richiesta che è stata bocciata anche con i voti di alcuni esponenti del Pd. A quel punto altro non ha potuto fare che lasciare l’Aula a quarto piano di palazzo Vermexio. Con lui anche consigliere di peso. Tanino Firenze, Stefania Salvo e Alfredo Foti, fino a qualche settimana addietro assessore ai Lavori pubblici della giunta Garozzo.

«L’ho fatto in piena solidarietà con il capogruppo Pappalardo – ha detto Foti – che aveva chiesto una breve sospensione per esaminare la posizione del gruppo riguardo agli emendamenti che erano stati presentati».

E Foti imputa le responsabilità direttamente al sindaco. «Nel corso della seduta ha avuto una posizione di rigidità e questa cosa ci ha lasciati perplessi tanto più che erano emendamenti che come gruppo consigliare del Pd abbiamo sempre presentato anche nei passati bilanci, anche quando eravamo all’opposizione». Insomma sintetizza Foti, prima questi emendamenti andavano bene al sindaco adesso no. « E non capiasco – dice – anche perché si tratta di emendamenti per favorire le cure oncologiche per gli ammalati di cancro, per le mense degli indigenti, per i centri anziani e contributi per i cenaco. Tutte materie in cui il sindaco, quando era all’opposizione, mostrava grande sensibilità».

E, fa capire l’ex assessore ai lavori pubblici, la vicenda non pare destinata a finire qua. «La cosa che più sorprendente è viene sancita una rottura tra il partito e il sindaco che adesso governa con maggioranze diverse. E’ evidente che c’è stato uno strappo con gruppo consiliare del Pd e chi ha determinato questo strappo se ne assumerà le responsabilità politiche. Voglio sottolineare poi che anche consiglieri vicini al sindaco hanno ritenuto di votare la sospensione. Credo che Armaro e Castelluccio, ad esempio, abbiano agito con buon senso approvando la proposta del capogruppo e dimostrando saggezza politica. C’è chi invece sarà chiamato ad assumersi responsabilità precise per una spaccatura che non potrà non avere conseguenze nel gruppo consiliare».

Imbestialito, per usare le due parole, il capogruppo Francesco Pappalardo che si dice pronto a rimettere il mandato: «Quello che trovo particolarmente fastidioso – ha detto – è che non solo alcuni esponenti della maggioranza avevano detto sì alla sospensione e poi hanno votato no, ma che questo sia accaduto anche nel mio stesso gruppo che il percorso aveva nel suo insieme deciso il percorso da seguire. Nei primi giorni della prossima settimana incontrerò i vertici cittadini per relazione su quanto accaduto».

Amareggiata Stefania Salvo: «Ai miei colleghi ho detto che abbiamo un ruolo importante e che non possiamo votare assecondando un cenno del sindaco. Proprio no».

Sugli scudi, ovviamente, l’opposizione. «Non solo si procede all’approvazione del bilancio di previsione per il 2016 quando siamo ormai quasi alla fine dell’anno – protestano i consiglieri Vinci e Sorbello -, ma la stessa procedura seguita appare nebulosa e pasticciata. Abbiamo addirittura assistito, caso senza precedenti nella storia siracusana, ad una votazione in cui il presidente, che ne aveva proclamato l’esito in maniera quantomeno affrettata, è stato poi clamorosamente smentito dal risultato effettivo. Non solo, ma di fronte ad alcuna certezza neppure sullo stesso numero esatto degli emendamenti da esaminare e sul rispetto dei tempi previsti per la loro presentazione, ci siamo trovati, ancora una volta, a dover costatare il mancato rispetto delle regole. Come sempre, ci siamo rifiutati di avallare questo andazzo ed abbiamo lasciato ad una maggioranza raccogliticcia l’approvazione di un bilancio che nulla di buono porterà ai cittadini siracusani».

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