Nemmeno 48 ore e il Tar ha sospeso il decreto del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che cercava di sanare il “vulnus” sollevato dal Cga istituendo le due Camere di commercio, quella di Catania e quella a 5 (Siracusa, Ragusa, Agrigento, Caltanissetta e Trapani) e nominando nuovamente i commissari Giuseppe Giuffrida e Massimo Conigliaro.
Ne abbiamo scritto nell’edizione cartacea di oggi, 2 aprile: il ministro Giorgetti, prendendo atto del pronunciamento con il quale il Cga aveva sospeso lo scorso 12 marzo il decreto ministeriale del 19 gennaio di nomina dei commissari delle due nuove Camcom, con decreto del 30 marzo annullava quel provvedimento di nomina in autotutela, istituiva le nuove Camere di commercio e rinominava i due commissari. Riformulando, di fatto, quanto creato da una legge fortemente voluta dalla deputata di Fi Stefania Prestigiacomo. Ma anche questo decreto è stato impugnato. È finito nei motivi aggiunti del ricorso principale che vede come ricorrente capofila l’ex presidente della Camera del Sudest, Pietro Agen.
E il Tar di Palermo ha subito accolto l’istanza di misure cautelari monocratiche e, per l’effetto, ha sospeso il decreto del ministro Giorgetti del 30 marzo. Tra le ragioni della sospensione, con la necessità di rimandare tutto alla trattazione collegiale fissata per il 12 maggio, “l’impossibilità di apprezzare in questa sede monocratica i dedotti profili di illegittimità costituzionale per le condivisibili considerazioni esposte nel decreto cautelare del presidente del Cga”. Riconosciuta anche dal tribunale amministrativo “una certa consistenza alla doglianza relativa alla mancata previsione di alcuna disciplina relativa alla liquidazione della Camera di commercio Sud Est Sicilia ed alla ordinata successione delle neo istituite Camere di commercio di Catania e di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani”. E ancora “possono ritenersi sussistenti i profili relativi alla lesione del principio di rappresentatività collegiale delle categorie produttive espresso dagli ordinari organi camerali e alla lesione organizzativa in danno dell’interesse pubblico”. Insomma una guerra di carte bollate e nel frattempo, secondo quanto dichiarato dalla deputata forzista Prestigiacomo poco prima di questo nuovo stop “con tutti questi ricorsi si perdono tempo e opportunità”.