Ortigia la bella al centro di una disputa amorosa che non sembra placarsi. Sul tema del rispetto e dell’amore nei suoi confronti il dibattito si trascina da anni, ed è culminato in un incontro che ha visto insieme operatori culturali, turistici, della ricezione e della ristorazione.
Il tema ha preso la forma di un interrogativo sul pericolo di un’occasione perduta, quella di un turismo che potrebbe rappresentare lo starter per l’economia siracusana. Il rovescio della medaglia di un settore così fiorente però – a detta degli operatori – potrebbe essere quello delle attività ristorative irregolari, dell’occupazione abusiva del suolo pubblico, della musica a volume toppo alto o di un traffico che trasforma Ortigia in una bolgia infernale.
«La crisi del commercio in Ortigia è ormai un eufemismo – ammette Sandro Romano, presidente Confcommercio – perché è così da almeno 7 anni. Il turismo è uno dei polmoni che potrebbe ridare ossigeno alla città, ma per farlo servirebbe una cabina di regia. Bisogna avere rispetto del residente e del turista, e uno strumento potrebbe essere il “marchio di qualità” per le attività che operano nel centro storico. Gli errori di un singolo – come nel caso del ristoratore multato per il pesce scongelato nel lavandino del bagno – rischiano di fare male a tutta la categoria». Il comitato “Ortigia sostenibile” è l’associazione che intende accendere i fari sui problemi: «A essere franchi, Ortigia ha fin troppe attenzioni – ammette Roberto De Benedictis, componente dell’associazione – mentre ci sono tanti quartieri che ne meriterebbero forse di più. Soffermarsi su Ortigia significa comprendere che il tema principale è il lavoro. Allo sviluppo turistico si può affiancare quello economico di tutta la città. La cosa più preoccupante nell’isola è l’abusivismo. Lo stesso assessore comunale al Bilancio, Gianluca Scrofani ha parlato di “mercato indegno”. Tutto ciò cozza con qualità dell’offerta turistica e vivibilità».
La mancanza di un progetto per salvare Ortigia assume notazioni psicologiche nelle parole di Antonio Rosano, presidente “Noi albergatori”: «Bisognerebbe salvaguardare l’antropologia degli ortigiani. Per farlo, si deve spingere sulla pedonalizzazione.Il carico e scarico delle merci deve avvenire alle 5 del mattino, il resto del giorno deve essere goduria per residenti e turisti».
Il polso del turismo ad Ortigia, per l’assessore comunale al Centro Storico, Francesco Italia, batte benissimo. Anzi, alimenta quasi un paradosso: «I flussi turistici a Ortigia sono aumentati tantissimo. Adesso abbiamo il problema opposto, ovvero la gestione di questi numeri. Qualunque sviluppo genera un impatto, e lo vediamo: aumentano le strutture commerciali, quindi i rifiuti, la sporcizia e il traffico».