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Loggia Ungheria, su caso verbali Amara si muove anche Procura Generale di Milano

Di Redazione |

MILANO – Si muove anche la Procura Generale di Milano sul caso dei verbali degli interrogatori resi ai pm milanesi dall’avvocato siciliano Piero Amara che riguardano la presunta loggia segreta Ungheria e che, oltre a portare a uno scontro al quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano tra Francesco Greco con l’aggiunto Laura Pedio e il pm Paolo Storari, sta creando un terremoto nella magistratura, fino al Csm.

Mentre in questi giorni, in piena bufera, si sono moltiplicate le attestazioni di solidarietà al pm Storari, il pg del capoluogo lombardo Francesca Nanni, esercitando i suoi poteri di sorveglianza sui magistrati requirenti del distretto, ha chiesto informazioni scritte alla Procura per capire cosa sia accaduto per poi eventualmente riferire al Procuratore Generale della Cassazione Giovanni Salvi. Il quale, dopo aver annunciato possibili iniziative disciplinari ed essersi consultato, in una telefonata di ieri sera, con la ministra della Giustizia Marta Cartabia, sta aspettando gli atti dalle procure interessate dalla vicenda. Procure che da oggi diventano quattro. Infatti anche quella di Brescia ha aperto un fascicolo, al momento conoscitivo e, quindi, senza indagati né ipotesi di reato, partendo dalle dichiarazioni che Nino Di Matteo, consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura ha reso durante il plenum dello scorso 28 aprile: ha informato i colleghi di aver ricevuto, nei mesi scorsi, un «plico anonimo, tramite spedizione postale,” contenente la copia di quei verbali secretati che risalgono al dicembre 2019, accompagnati da una lettera anonima in cui si accusano di inerzia i vertici della Procura milanese. Stesso plico finito tra ottobre e marzo sui tavoli di due giornalisti. Un capitolo, questo, su cui i pm di Roma hanno aperto una inchiesta nella quale per ora è indagata Marcella Contrafatto, l’ex segretaria di Davigo ai tempi in cui era al Csm: è accusata di essere la ‘postinà per aver diffuso quelle carte segrete e, per le parole scritte nella missiva d’accompagnamento, risponde di calunnia. Carte che erano state consegnate da Storari nell’aprile del 2020 a Davigo, per autotutelarsi, in quanto all’indomani di quelle rivelazioni sulla non ben definita loggia Ungheria aveva chiesto ripetutamente, senza ottenere risultati, a Greco – che sta lavorando a una relazione per il pg Nanni e per il Csm – e Pedio di iscrivere nel registro degli indagati alcuni nomi, Amara compreso, per associazione segreta per fare subito dei tabulati telefonici e avviare intercettazioni. Invece, si è proceduto a iscrivere tre persone, tra cui l’ex legale esterno di Eni, nel maggio successivo mentre, tra la fine di dicembre e il gennaio scorso, più di un anno dopo il primo di quegli interrogatori tutti da verificare, gli atti sono stati trasmessi per competenza alla Procura di Perugia. Intanto per il filone di inchiesta avviato nella capitale, domani Davigo sarà sentito come persona informata sui fatti, mentre Storari (la notizia è arrivata in serata) è indagato dalla Procura di Roma, come atto dovuto, per rivelazione del segreto d’ufficio. Storari, da quanto appende l’ANSA, ha ricevuto un invito a comparire per sabato prossimo ed è pronto a spiegare e a difendere la decisione presa nell’aprile 2020 di consegnare quelle carte ‘secretatè all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo per autotutelarsi ritenendo che i vertici del suo ufficio stessero insabbiando le indagini sulle rivelazioni del legale.

Infine il presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi ha acquisito nei giorni scorsi, sempre dalla Procura di Brescia, gli atti del fascicolo archiviato e aperto dopo che i pm milanesi, su decisione di Greco, avevano consegnato ai colleghi l’unico passaggio non omissato di un verbale di Amara che gettava un’ombra sui giudici del processo Eni-Nigeria poi finito con assoluzioni di tutti gli imputati. Il legale fece riferimento a «interferenze delle difese Eni», non provate, sul giudice Tremolada. L’inerzia nell’indagine sul caso Ungheria lamentata dal pm Storari, è la lettura di alcuni, sarebbe legata a questa mossa dettata dal tentativo di ‘salvarè una delle inchieste più importanti istruite a Milano. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA