La stagione dei concerti pop-rock riapre il braccio di ferro sul teatro greco di Siracusa: ma l’antica cavea reggerà lo stress?

Di Redazione / 26 Febbraio 2023

L’influenza di stagione più propriamente siracusana arriva ogni anno in questo periodo, cova per alcuni mesi e poi colpisce duramente in piena estate. Ha un nome lungo: utilizzo del teatro antico come sede di concerti anche rock dopo le Rappresentazioni classiche. Non si è trovato un vaccino per il solo fatto che non si vuole uscire da questa annuale ricaduta. Così, mentre il mondo del calcio si interroga e litiga sullo stress cui vengono sottoposti i manti erbosi degli stadi per le troppe partite ravvicinate, quello politico di area aretusea continua a considerare la cavea di pietra indistruttibile e la tratta come un fantino la cavalla di razza che sprona sempre al galoppo, ma destinata prima o poi a crollare.

Fuor da tutte le metafore, anche quest’anno si lavora già al programma dei concerti estivi, ma mai come quest’anno si è reso evidente il problema di fondo: il continuo sforzo al quale il teatro è sottoposto già dagli invasivi allestimenti degli spettacoli classici. I quali, se hanno un senso perché tenuti nella loro casa naturale, potrebbero però rivelarsi la minaccia maggiore alla vita del teatro, perseverando nel logorio che registi in vena di capricci non risparmiano alla pietra. Non volendo né potendo affrontare il pericolo più grosso, il dibattito allora torna a riguardare quello appena più piccolo.

Un luogo magico

Ma quale star della canzone, sapendo che l’olimpo di Siracusa è il Teatro greco delle tragedie classiche, accetterebbe di esibirsi in un palazzetto dello sport o in una pista di atletica, senza vedere un danno di immagine?

Il problema è ben difficile e impone decisioni coraggiose che certo proprio quest’anno non sono favorite dall’imminenza delle elezioni comunali che buttano in politica ogni riflessione.

Le esibizioni in programma

Al Teatro greco, subito dopo le tragedie, si esibiranno I Negramaro (per tre sere), Zucchero, Venditti&De Gregori, Massimo Ranieri, Carmen Consoli. Una stagione troppo lunga – a dire degli archeologici scesi in campo a difesa di un bene culturale patrimonio dell’umanità – che impedirà ancora una volta ai turisti e ai viaggiatori di poter ammirare la cavea che gli antichi greci scavarono nella roccia perché il teatro resta “imbottito” dalla copertura lignea realizzata per far sedere gli spettatori. Eppure nella Carta di Siracusa del 2005 è scritto che i principali fruitori del Teatro greco sono gli studiosi e soprattutto i visitatori.

Le posizioni

A prendere posizione sull’uso eccessivo del monumento anche l’autorevole professor Lorenzo Lazzarini dell’Università di Venezia, ritenuto il maggior esperto in petrografia a livello internazionale che ha parlato di un «teatro fragile che va tutelato».

A mantenere alta la temperatura della polemica arriva l’interrogazione dei senatori Antonio Nicita e Cecilia D’Elia del Partito democratico che chiedono al ministro della Cultura, Sangiuliano di sciogliere il Cda della Fondazione Inda e di nominare un commissario dal momento che le Rappresentazioni Classiche non si possono gestire senza il sovrintendente. Una figura assente ormai da mesi – l’incarico è stato assegnato ad interim alla consigliera delegata Valensise – dopo che era scaduto il contratto ad Antonio Calbi e che non gli è stato rinnovato «per motivi estranei all’attività svolta» secondo i senatori Nicita e D’Elia che parlano di «situazione incresciosa».

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Pubblicato da:
Alfredo Zermo
Tag: archeologia concerti teatro greco di siracusa