La replica
Inchiesta Wsj su raffineria di Priolo, Confindustria Siracusa: «Non c’è alcuna elusione»
Secondo il giornale americano l'impianto siracusano della Lukoil consentirebbe al petrolio russo di aggirare le sanzioni in America
«Non ci sono le condizioni per dire che ci sia un’elusione perché non c'è alcun divieto di esportare prodotti che derivano dal petrolio russo. L’embargo scatterà comunque il 5 dicembre per la Comunità europea». Lo ha detto il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, dopo l’inchiesta del Wall Street Journal sulla raffineria Isab Lukoil nel polo petrolchimico di Priolo Gargallo, nel Siracusano, che consentirebbe al petrolio russo di aggirare le sanzioni in America. «Mi sembra che il Wsj faccia riferimento ad una falla nel sistema di controllo degli Stati Uniti – spiega Bivona – avendo loro già l’embargo per i prodotti russi. Non mi sembra si possa contestare nulla a Isab. Non ci sono sanzioni che impongono ad Isab di operare in maniera diversa. Dal 5 dicembre, quando scatteranno le sanzioni per l’Italia, allora l’Isab potrà utilizzare il greggio proveniente da altri Paesi. Ma ricordiamoci che dobbiamo agire adesso, perché ci sono dei tempi commerciali da rispettare, altrimenti non ci sarà greggio da raffinare».
Sulla vicenda interviene anche il ministro delle Imprese, Adolfo Urso: «La Isab di Priolo non ha eluso il sistema sanzionatorio che entra in vigore dal 5 dicembre». «Siamo al lavoro per garantire la continuità delle attività produttive, così importanti sul piano nazionale e per l’economia siciliana in sintonia con il ministero dell’Economia e la Regione Siciliana», ribadisce il ministro.
«Io posso vendere all’Olanda e la società olandese lo vende all’America, una volta che il prodotto esce dalle raffinerie di Priolo non abbiamo il tracciamento di dove va a finire. Da noi arriva il prodotto grezzo russo, una volta raffinato è un prodotto che nasce qui e quindi italiano», afferma poi il segretario generale della Fiom-Cgil di Siracusa, Antonio Recano, interpellato dall’ANSA sull'articolo inchiesta del Wsj. La "confort letter" del governo, secondo il sindacalista, «è un passo in avanti, perché è un indirizzo politico che dice che Lukoil non è sanzionata, ma poi c'è l’altro attore che è il sistema bancario che non sappiamo cosa farà. Fino ad oggi non ha dato nessun segnale e siamo agli sgoccioli. Entro metà novembre Lukoil può fare gli ultimi acquisti, se non dovesse giungere notizia diversa sul cambio di atteggiamento del sistema bancario, loro non potranno più comprare petrolio». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA