PALERMO – L’ultimo atto l’assessore Sebastiano Tusa, morto nel disastro della Ethiopian Airlines, l’aveva firmato il 7 marzo, dando il via libera al decreto per la piena operatività del parco archeologico del Leontino, nel siracusano. Era il primo tassello di un sogno che l’archeologo stava perseguendo con tenacia da quando il governatore Nello Musumeci gli aveva assegnato la delega ai Beni culturali: dare vita a 16 nuovi parchi archeologici in Sicilia. La legge regionale, che ne aveva previsto la nascita, era rimasta inattuata per 18 anni. E Tusa l’aveva rispolverata credendo fermamente nel valore dell’istituzione dei parchi, in aggiunta a quelli esistenti della Valle dei Templi ad Agrigento, di Naxos e Taormina e di Selinunte e Cave di Cusa.
Con il suo staff, l’assessore aveva lavorato senza sosta per superare ostacoli tecnici e burocratici, convinto della necessità di mettere a sistema l’immenso patrimonio archeologico dell’isola. A gennaio era riuscito là dove i suoi predecessori avevano fallito; il Consiglio regionale dei Beni culturali aveva espresso all’unanimità parere favorevole alla proposta di completare la formazione di tutti i parchi previsti dalla legge del 2000: Catania, Leontino, Lilibeo-Marsala, isole Eolie, Himera, Solunto, Monte Jato, Camarina, Cava D’Ispica, Valle dell’Aci, Morgantina, Eloro-Villa del Tellaro, Siracusa, Gela e Tindari. Aggiungendo i parchi di Segesta e Pantelleria, che Tusa era riuscito a inserire nel sistema con il Consiglio che aveva accolto l’intuizione dell’archeologo: creare una sinergia tra i parchi minori, almeno nella fase di avvio. La visione di Tusa era quella di dar vita a un itinerario «col pieno coinvolgimento dei governi del territorio, delle popolazioni locali, dell’associazionismo e della comunità scientifica».
«Lavoriamo affinché in breve tempo – annunciava l’assessore nell’agosto scorso, in occasione della istituzione del Parco a Pantelleria – il sistema dei Parchi sia completato. Dalla loro istituzione passa la concreta possibilità di sviluppo del territorio, della ricerca scientifica, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali siciliani, straordinaria occasione per una terra che della cultura può e deve fare elemento trainante di progresso». Un obiettivo pienamente condiviso dal presidente della Regione Nello Musumeci. «La piena attuazione della norma – aveva commentato il Governatore – consentirà di rimetterci al passo con le più moderne forme di valorizzazione e gestione dei beni culturali». Tusa era ormai a un passo dalla realizzazione del suo “sogno», come sottolineano i suoi più stretti collaboratori. “Speriamo che adesso ci sia la volontà di portarlo avanti, – affermano – sarebbe il modo migliore per rendergli onore».