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“Diavoli” nel Siracusano, ad un cane mozzate la testa e le quattro zampe

Di Seby Spicuglia |

SIRACUSA – Ci sono i diavoli, nel territorio siracusano, ed odiano gli animali. Vaglielo a dire agli animalisti, che esagerano: non puoi. Dopo il gatto Arturo sfondato a pedate da un barbone in via Trieste a Siracusa ed il cane Bruno impiccato ad un patibolo rudimentale costruito con bastoni e corde a Pachino, l’orrore è saltato fuori da un sacco della spazzatura abbandonato in contrada Spinagallo. Dentro, un cane di media grandezza cui sono state mozzate di netto tutte e 4 le zampe. Anche la testa è stata staccata dal corpo.

Due enti animalisti – l’Anta e “Attivisti nel cuore Italia” – si sono recati sul posto e non hanno trattenuto le lacrime, né la rabbia. Come nella peggiore delle esecuzioni – deducono Ilaria Fagotto, Cetty Di Guardo e Francesca Grasso che hanno avuto cuore di allineare le zampe e di controllare il taglio – all’animale sono state legate le estremità e poi, presumibilmente con un colpo di mannaia, recise di netto. «Forse un sadico, o un pastore che non ne poteva più di vedere le pecore inseguite – suppongono – e così ha messo fine al fastidio: zac».

Quale che sia la causa di quel corpo martoriato e gettato come immondizia in un sacco, resta la sensazione straniante di essere ogni giorno testimoni di una cattiva interpretazione del ruolo dell’uomo sulla terra come essere supremo. Il gatto che si imbatte nel percorso a zig zag di un ubriaco viene pestato a morte, il cane di quartiere impiccato, i randagi davanti ai cimiteri avvelenati, i cuccioli – è cronaca di queste settimane – della fidanzata gettati dal balcone come ostaggi che non servono più. Le statistiche stilate dagli animalisti nostrani dicono che 8 casi su 10 in Italia riguardano il sud, e di questi la maggioranza la Sicilia. Siracusa e il suo territorio negli ultimi mesi corrono per il primato nero della violenza sulle bestie. Atti truci di sadismo immotivato che gridano vendetta o si trasformano in flame e dibattiti all’ultimo sangue sui social network. «Bisognerebbe prendere i responsabili e dare loro fuoco, amputarli, incendiarli, torturarli» è il tenore dei commenti. Come se dentro ogni indignazione legittima si agitasse un piccolo demone in letargo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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