Non solo sospensione del decreto di nomina dei commissari, ma le nuove Camere di commercio (quella di Catania, scorporata da Ragusa e Siracusa accorpate invece con Agrigento, Trapani e Caltanissetta), di fatto, non esistono: non sono mai state istituite. E, dunque, la precedente Camera di commercio del Sudest è ancora esistente. Dice anche questo il decreto cautelare con cui sabato 12 marzo, il Cga ha corretto l’ordinanza del giorno prima del Tar di Palermo, determinando mezzo caos nel riassetto delle Camcom siciliane. All’origine di tutto c’è il lavoro politico della deputata siracusana Stefania Prestigiacomo e l’emendamento a suo nome con cui erano state sganciate le Camere di commercio di Siracusa e Ragusa da quella di Catania, e associate a quelle delle altre province “di pari peso”, Caltanissetta, Agrigento e Trapani (cofirmatari Minardo, Raciti e Ficara). Dopo era arrivata la nomina dei commissari da parte del ministero dello Sviluppo economico.
Era dunque partito il ricorso di tre ex consiglieri della Camera di commercio del Sudest, Riccardo Galimberti, Giosuè Catania e Sebastiano Molino (decaduti per effetto della legge), che avevano impugnato il decreto del Mise chiedendone l’annullamento, previa sospensione. Il Tar di Palermo si era pronunciato venerdì sull’istanza cautelare, di fatto non decidendo. Aveva considerato principale la censura di illegittimità costituzionale posta dei ricorrenti e l’aveva ritenuta complessa e articolata da necessitare “l’approfondimento proprio della fase di merito”. Aveva quindi lasciato in vigore le nomine e rinviato la decisione all’udienza sul merito (fissata a settembre). Il legale dei ricorrenti, Agatino Cariola, ha impugnato l’ordinanza del Tar dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa e appena 24 ore dopo è arrivato il colpo di scena. Il Cga, come detto, ha ribaltato l’esito accogliendo la sospensione del decreto di nomina dei due commissari considerando assorbente il fatto che “può ritenersi provato che il decreto di nomina dei commissari non è stato preceduto da un provvedimento amministrativo di istituzione delle due nuove Camere di commercio”. In pratica la nomina sarebbe arrivata prima dell’istituzione delle stesse CamCom. Ma a leggere bene l’intero dispositivo c’è anche altro.
“Sulla base del ricorso e della memoria del Mise, la questione di diritto da affrontare – secondo il giudice – è se le due nuove Camere di commercio devono intendersi istituite direttamente dalla legge (nel qual caso sarebbe necessario e sufficiente solo il decreto di nomina dei commissari), o se invece devono essere istituite mediante un successivo provvedimento amministrativo”. Secondo lo stesso tribunale, che ha propeso per la seconda ipotesi, “se le Camere di commercio fossero state istituite direttamente dalla legge, sarebbe priva di senso logico la norma” contenuta nello stesso testo, secondo cui le Camere di commercio “sono istituite entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”. Inoltre la legge che ha determinato lo sganciamento, secondo il giudice del Cga, “richiede operazioni attuative (accorpamento e ridefinizione delle circoscrizioni territoriali delle camere di commercio esistenti) che non sono compiute direttamente dal testo”. Tanto è bastato per fare dedurre al giudice che “le Camere di commercio necessitavano di istituzione mediante provvedimento amministrativo”. Ma soprattutto il giudice, nell’esporre che esiste un “vulnus organizzativo in danno dell’interesse pubblico” perché i due nuovi commissari non avrebbero potuto amministrare strutture ancora non istituite e nemmeno “strutture preesistenti”, afferma chiaramente che la Camera di commercio del Sudest (Catania, Ragusa e Siracusa assieme) è “a rigore, ancora esistente fino alla istituzione delle due nuove”. La deputata siracusana Stefania Prestigiacomo non ha voluto commentare. Fissata per il 6 aprile la Camera di consiglio per confermare o meno questa decisione e sciogliere questo rompicapo.